La Fuga di Logan (Logan’s Run) è un film-cult del 1976, vincitore nel 1977 del premio Oscar per i migliori effetti speciali. La regia è di Michael Anderson, la durata è di 120 minuti, la casa di produzione è l’americana la Metro-Goldwyn-Mayer. L’opera è tratta dal libro omonimo di William F. Nolan e George Clayton Johnson, autori anche del soggetto, mentre la sceneggiatura è di David Zelag Goodman. La musica particolarmente suggestiva è di Jerry Goldsmith.

Con La fuga di Logan siamo trasportati nel mondo del futuro, il 2274 con i sopravvissuti ad un olocausto atomico che vivono chiusi ermeticamente sotto una cupola trasparente. Tutte le funzioni vitali della società sono sotto il controllo diretto di un potente supercomputer che dirige tutto.

Si tratta di un mondo di soli giovani che vengono prodotti dal computer secondo la tecnica della clonazione, avendo però cura di fornire una certa variabilità genetica che serve a mantenere una biodiversità compatibile con l’evoluzione.

La loro vita è fatta di soli divertimenti, sfarzo e lusso. Tutto è programmato come in un alveare e il problema principale, e cioè la sovrappopolazione, è radicalmente risolto dal computer che allo scoccare del 30-simo anno elimina le persone.

Fin dalla nascita viene installato ai cittadini, nel palmo della mano generalmente la sinistra, un congegno fatto da una sorta di pietra trasparente che cambiando di colore segnala il cambiamento dell’età del possessore: dal bianco al nero, con uno spettacolare rosso lampeggiante in prossimità della scadenza.

Ognuno degli abitanti sa che la sua vita finirà a 30 anni e che sarà eliminato tramite un rito collettivo che viene chiamato con il suggestivo nome di Carousel o del “rinnovamento”.

Si fa credere che il cittadino eliminato sarà “trasferito”, a livello di coscienza, secondo la tecnica transumanista del mind uploading, in un altro essere appena nato, in realtà lo si uccide e basta, dopo averlo fatto vorticare fino al soffitto.

La vicenda è incentrata su Logan 5 (Michael York), ovvero la quinta versione del modello denominato “Logan” e che è un sorvegliante che ha il compito di catturare i disertori che non vogliono essere eliminati tramite il rito del Carousel.

Si sa che esiste una rete di questi disertori che si rifugiano in un luogo segreto ubicato all’esterno, chiamato il “Santuario”. Il computer decide di indagare.

Per rendere più plausibile il tutto lo stesso Logan 5 viene riprogrammato togliendogli gli ultimi anni di vita infiltrandolo nella rete dei ribelli.

Ora anche il suo palmo lampeggia di rosso.

Logan chiede se gli verranno restituiti gli anni tolti ma il computer tace.

Il guardiano cerca di fuggire-la sua è una missione sotto copertura- e viene inseguito dal suo amico, un sorvegliante anch’esso, di nome Francis 7 (Richard Jordan).

Donna? Quale donna?
Donna? Quale donna?

Come al solito: Cherchez la femme, che si chiama Jessica 6 (Jenny Agutter) ed è adibita alle fughe. Jessica si innamora di Logan che a quel punto decide veramente di fuggire, anche perché se restasse verrebbe comunque eliminato perché lampeggia a color rubino.

I due scappano ed incontrano altri fuggiaschi che devono convincersi della buona fede di Logan.

È allora che avviene l’incontro gotico e terribile, nei sotterranei congelati della città, con un insano androide pazzo di nome Box (Roscoe Lee Browne), che è il magazziniere delle derrate alimentari della comunità. La città è alimentata dall’energia dell’Oceano tramite le maree.

Box spiega loro che da tempo non arriva più il cibo (pesce, plancton, alghe e proteine dal mare) ma gli esseri umani che tentano di fuggire verso il Santuario sono inseguiti ed uccisi dall’androide che li ricicla come cibo per gli altri, dopo averli congelati.

Non esiste alcun “Santuario”.

Logan riesce ad impossessarsi di una “chiave della vita” che apre le porte e così riescono ad uscire all’aperto vedendo per la prima volta il sole.

Fuggendo i due raggiungono una surreale Washington post-atomica dove incontrano finalmente un anziano (Peter Ustinov), con la gemma di colore grigio.

L’incontro è iconico: è come aver visto il mare per la prima volta.

In un ultimo scontro con Francis il sorvegliante viene ucciso e Logan e Jessica tornano nella città, insieme al vecchio, riportato indietro a mo’ di prova.

Una volta dentro Logan viene catturato e interrogato dal computer che non riesce a capire come non possa esistere Il Santuario. Questo innesca in lui una sorta di cortocircuito logico che porta alla sua esplosione, insieme alla cappa che imprigionava la città.

A questo punto Logan e Jessica osservano dall’alto di una scalinata, mentre gli abitanti festeggiano l’anziano.

Il film ha avuto molto successo per aver affrontato la tematica sociale di una società post-atomica sovrappopolata e attentamente programmata. Presente anche il tema delle macchine viste nell’accezione negativa e cioè di un pericolo per l’umanità che molti anni dopo sarà il tema ripreso da Matrix. Trattato anche il tema del difficile rapporto tra libertà e ordine in uno Stato tecnocratico.

L’idea del Carousel, il cilindro dove gli umani vorticano per venire eliminati, è particolarmente suggestiva come la voce femminile del computer, molto suadente.