Trentacinque giorni di riprese distribuiti su sette settimane per poter concludere il tutto entro novembre, ma non solo anche una nuova tecnologia chiamata State Tracking realizzata per creare un'esperienza unica per ogni spettatore, il tutto per dare forma al mondo interattivo di Bandersnatch, un film di Netflix diverso da qualsiasi altro abbiate mai visto, in cui lo spettatore  può compiere le scelte più semplici per il protagonista, tipo se mangiare cereali a colazione (con relativa conseguenza minore) a quella che l'autore della serie Charlie Brooker ha definito 

La scelta che gli spettatori vorranno fare anche se non vorrebbero fare.

Concludendo che capirete di quale si tratta quando ci arriverete, perché Bandersnatch, nello stile della serie, non è solo un esperimento, è un viaggio nell'inconscio e nella psicologia dei personaggi.

Qui tutto comincia nel 1984, quando il giovane programmatore Stefan (Fionn Whitehead,Dunkirk) cerca di realizzare un videogame basato sul romanzo della sua infanzia Bandersnatch (che porta con sé i suoi segreti ovviamente), ovvero un romanzo del tipo "scegli la tua avventura".

Così anche gli spettatori, tramite il touch pad o con il telecomando, ogni qual volta si pone una diramazione della storia, hanno dieci secondi di tempo per scegliere quale direzione prenderà la vita di Stefan, il quale dopo un po' comincerà ad avere dubbi su quanto reale sia la sua realtà.

I finali richiedono dai novanta minuti alle due ore e mezza per essere trovati, e di riportiamo come di seguito come scoprirli tutti.

Stefan realizza un videogame terribile

Il protagonista è ossessionato dal desiderio di realizzare il videogame per una emergente software house guidata dal giovane e visionario Colin Ritman (Will Poulter,Maze Runner). All'inzio della storia, se accettate il lavoro alla Tuckersoft, Colin fa quello che gli americani definiscono Breaking the fourth wall, ovvero parla al pubblico dicendo che Stefan ha scelto il percorso sbagliato. Infatti, messo sotto pressione per rispettare l'uscita natalizia, il ragazzo realizza un gioco terribile che si guadagna un punteggio di 0/5. Gli spettatori dovranno quindi rivedere la scena d'apertura così che Stefan possa rifiutare il lavoro e andare avanti con la storia.

Stefan muore

Una delle maggiori diramazioni della storia è quando il padre di Stefan lo porta a sua insaputa nell'ufficio della sua psichiatra. In lontananza il protagonista vede Colin e può scegliere se seguirlo o andare dalla dottoressa Haynes (Alice Lowe).

Se scegliete di seguire Colin, lui offrirà a Stefan dell'acido. Qui potete dire di sì o no, ma il risultato non cambia, perché Colin lo metterà nel bicchiere del protagonista. 

Durante il loro trip allucinogeno, Colin condivide la sua teoria sulle realtà parallele e il destino controllato, il che porta lui o Stefan a saltare dalla terrazza. Se scegliete il protagonista, lui muore e il gioco esce incompleto ed è un fiasco, se scegliete Colin, apparentemente muore ma la storia va avanti lo stesso.

Se invece decidete di andare dalla psichiatra, questa scelta vi verrà posta più avanti nel corso della storia.

Come ha spiegato il regista David Slade, già regista dell'episodio Metalhead, questa diramazione ha importanza perché hanno dato molta importanza nella storia al subconscio del protagonista. Molte delle cose che avvengono sono sogni, potrebbero stare succedendo, potrebbe essere già accadute.

E il produttore Russel McLean aggiunge

Che l'allucinazione sia la realtà o no, questo è l'aspetto intelligente esplorato da Brooker: Cos'è il libero arbitrio, cos'è il controllo, chi è al controllo? È tutto da scoprire.

Pearl Ritman

Se avete seguito Colin, avrete conosciuto la piccola figlia Pearl, e la moglie dai capelli rossi Kitty (Tallulah Haddon,la serie Taboo). Questo finale infrange nuovamente il quarto muro, rivelando che avanti nel tempo, una ora cresciuta (interpretata da Laura Evelyn, la prossima Good Omens, Lovesick su Netflix) Pearl scopre il gioco non completato del padre e cerca di completarlo come un film per Netflix. Ma anche Pearl viene sopraffatta dall'enorme difficoltà di creare il progetto e ci vengono date due opzioni, che entrambe fungono da finale della storia: Pearl tira del tè al computer o lo distrugge. Tirare il tè è anche uno dei finali di Stefan.

Ma a parte la scelta finale, questo flashforward arriva dopo l'unico finale per così dire positivo per Stefan. Il quale mentre sta impazzendo come era accaduto all'autore del romanzo, diventa così esasperato dal padre che ci viene data la scelta di ucciderlo con un posacenere. Se scegliamo di farlo e poi di fargli fare a pezzi il cadavere invece di seppellirlo, Stefan riesce a ottenere le cinque stelle per il gioco e racconta alla psichiatra di essere stato in grado di finire il gioco perché aveva più tempo per sé stesso, e ha deciso di dare ai giocatori meno controllo. Ovviamente viene arrestato e finisce in prigione, ma almeno ha realizzato la versione migliore del gioco.

La parte legata a Pearl è importante perché definisce l'aspetto meta-televisivo della storia, svelando che c'è qualcuno che sta scrivendo il film per Netflix, mentre a livello di costruzione, ogni scelta porta a conclusioni che escludono le altre.

Il cameo di Jerome F. Davies

Ci sono gli easter egg e ci sono i golden egg, ovvero scene che sono pressoché impossibili da scoprire. Una di queste è il cameo dell'autore del romanzo, interpretato da Jeff Minter, un reale creatore di videogame degli anni ottanta che ha ispirato il personaggio di Colin. 

Davies visita Stefan in un sogno solo se scegliete due volte l'opzione "prendi la foto di famiglia" il che costringe il protagonista a prendere invece in mano il romanzo, portandolo su vari percorsi fino a scoprire cosa c'è nella cassaforte ben nascosta del padre.

Il regista ha svelato che hanno girato molte scene che gli spettatori potrebbero non vedere mai, perfino loro non sono riusciti ad aprirle e per quanto li riguarda va benissimo così.

Il finale Netflix

Il canale online ha un cameo nel film quando allo spettatore viene data la possibilità di parlare a Stefan tramite il suo computer. Quando il ragazzo si rende conto di essere controllato da una forza esterna fa la domanda ad alta voce. Noi possiamo quindi mandargli il glifo che rappresenta l'episodio White Bear o dirgli che è controllato da un servizio di streaming del ventunesimo secolo che è come la tv ma su internet.

Questo lo riporta dalla psichiatra e quando le racconta di essere controllato da una casa di produzione televisiva del futuro, lei richiede più azione. Noi possiamo quindi scegliere di farlo scontrare fisicamente con la donna e il padre il che lo porta a essere trascinato fuori dall'ufficio mentre continua a gridare di essere sotto il controllo degli spettatori di Netflix. 

Ma se scegliete il percorso meno seguito e fate saltare Stefan giù dalla finestra, una regista grida "stop!" e la macchina da presa rivela un set cinematografico. La regista racconta a un confuso Stefan che in realtà è un attore di nome Mike e che uscire dalla finestra non era parte della sceneggiatura. Dopo di che chiama un medico.

Charlie Brooker ha definito questo finale in modo semplice: gli spettatori diventano complici e se ne rendono conto in quel momento.

Stefan distrugge la Tuckersoft

Se scegliete che Stefan uccida il padre ma invece di farlo a pezzi decida di seppellirlo, il ragazzo viene arrestato prima che finisca il gioco e finisce con il disegnare il suddetto glifo sulle pareti della cella.

La persona che lo coglie nel momento dell'omicidio può essere Colin, Kitty o Mohan Takur (Asim Chaudhry) a seconda dalle scelte compiute in precedenza, per cui quando passano dalla casa di Stefan lo trovano con il cadavere del padre.

Se arriva Colin, abbiamo la possibilità di ucciderlo, se arriva Takur è implicito che lo uccida, se arriva Kitty riesce a scappare.

Indipendentemente da chi lo visita, il cane dei vicini comincia a scavare facendo ritrovare il corpo, il che porta a una investigazione e alla chiusura della Tuckersoft.

Se Colin è ancora vivo viene arrestato per possesso di droga, e se decidete di non uccidere il padre, è comunque game over.

Per il regista questo finale rappresenta una dualità per gli spettatori: se decidono di uccidere il padre, il corpo non scompare e loro sono complici, ma soprattutto scoprono che pensano di avere il controllo, ma in realtà non ce l'hanno.

La cospirazione governativa

Stefan si sveglia nel cuore della notte e cerca di aprire la cassaforte del padre. Inserire il codice PAC rivela la suddetta cospirazione (JFD e PAX sono sbagliate), perché l'acronimo sta per Program and Control che rimanda al trip in acido dell'inizio. Al suo interno trova dei file su sé stesso, che è stato monitorato per tutta la vita per un esperimento atto a valutare gli effetti di un trauma. Anche i suoi genitori e l'ultimo ricordo della madre che amava molto, fanno parte dei file. Questa rivelazione porta Stefan a uccidere il padre, ma stavolta è una sua scelta . A questo punto arriviamo a una scelta particolare, ricordarsi il numero della psichiatra. 20541 è sbagliato, ma qualsiasi altro fa proseguire la storia. Anche in questo caso finisce in prigione, ma il suo gioco riceve un voto di 2,5/5.

Per il regista è un finale importante perché è troppo deprimente non avere il controllo e tu sai di non averlo. Stefan crede alla cospirazione quanto basata da fargli uccidere il padre, lo rende molto arrabbiato.

Stefan muore sul treno con sua madre

In questo finale Stefan muore ai giorni nostri, ma non prima di avere compiuto un viaggio nel passato. Se inserite Toy come codice per la cassaforte, il ragazzo trova il coniglio di peluche che aveva fatto da catalizzatore per la morte della madre quando era un bambino. Nella sua versione degli eventi, il padre nascondeva il coniglio e siccome lui non riusciva a trovarlo, sua madre perdeva il treno e prendeva quello seguente, che deragliava uccidendo lei e gli altri passeggeri. 

Quando Stefan ritrova il coniglio, il protagonista ha la possibilità di rivivere il momento in cui la madre (Fleur Keith, The Night Manager) gli chiede di salire sul treno con lui quando era bambino.  Se scegliamo di no la storia compie un loop per tornare alla cassaforte, ma se scegliamo sì, lui e la madre si ritrovano sul treno famigerato, dove muoiono entrambi. Il colpo di scena arriva quando viene rivelato lo Stefan dei giorni nostri morto sulla poltrona del suo psichiatra, con grande confusione da parte dei presenti.

David Slate ritiene questo finale importante perché rappresenta un coinvolgimento emotivo con il personaggio da parte del pubblico, invece di assistere solo a una serie di incidenti che gli capitano. Tutti i finali auspicabilmente portano a un mondo in cui Stefan è caduto e tutti rappresentano realtà parallele o alternative della sua vita:

Perché lui è così distrutto da quella che ritiene la sua responsabilità nella morte della madre che è ossessionato dalle ramificazioni narrative, perché vorrebbe poter tornare indietro e cambiare le cose.

Dopo i titoli di coda

L'esperienza Bandersnatch finisce ufficialmente quando raggiungete il finale con i titoli di coda, ma se aspettate la fine (come ormai dovreste essere abituati a fare), scoprirete un'altra scena: Stefan è di nuovo sull'autobus e sentiamo il suono di una suoneria vecchio stile, quando lui entra nel suo gioco. Quel suono, come alcuni spettatori hanno scoperto, contiene un link segreto al sito della Tuckersoft (che potete trovare nelle risorse di rete) dove è possibile scaricare e giocare il videogame di Colin Nohzdyve (riferimento all'episodio di Black Mirror Nosedive) oltre ad alcuni altri easter egg. Ma c'è un piccolo ostacolo: per poter giocare al suddetto videogame dovete scaricarvi un emulatore di Spectrum.

Esiste un altro sito della Tuckersoft che risulta in costruzione, ma se cliccate su Jobs and Opportunities troverete un post di Mohan che a sua volta rimanda a una reale ricerca di programmatori per Netflix. O meglio, forse è reale, forse no.

Ma attenzione, anche qui c'è un inghippo: se arrivate in fondo ai titoli di coda e non trovate la scena dovete resettare e rigiocare, perché quella scena è la prova che è tutto vero, che c'è qualcosa di definitivo.

Buona caccia.