La figura del dialect coach o letteralmente, allenatore di dialetti, è sempre stata vista come uno dei lavori più misteriosi di Hollywood: una persona capace di far sparire l'accento inglese a Hugh Laurie o di darne uno perfetto a un attore nato e cresciuto in Texas. 

Ma quando si è trattato del regno di Black Panther, Wakanda, la situazione si è di gran lunga complicata, come ha spiegato la dialect coach Beth McGuire a Slate.

Un incrocio di mondi, una sola origine

Nella finzione, Wakanda si trova da qualche parte tra il Kenya, il Sudan e l'Uganda, ma la McGuire, in accordo con il regista Ryan Coogler ha deciso di andare alle origini della storia di T'Challa (Chadwick Boseman), più precisamente il padre T'Chaka, interpretato in Captain America: Civil War da John Kani, il quale appartiene alla tribù degli Xhosa, che si trova in Sudafrica.

Inoltre, nel film, la versione giovanile di T'Chaka è interpretata da Atandwa Kani, il vero figlio dell'attore, anche lui uno Xhosa. Così le radici linguistiche di Wakanda potevano avere una base reale su cui lavorare, anche se il dialetto Xhosa si è rivelato una vera sfida e la presenza sul seti di Atandwa una fonte preziosa di informazioni.

Origini diverse, una sola lingua

La sfida più importante è stata armonizzare i reali accenti degli attori con il dialetto Xhosa. Daniel Kaluuya (ovvero W'Kabi) e Letitita Wright (Shuri), sono entrambi inglesi, ma hanno accenti diversi, perché i genitori di Daniel arrivano dall'Uganda, mentre la Wright è nata nella Guyana. A loro volta, Chadwick Boseman (T'Challa) arriva dal South Carolina, Angela Bassett (Ramonda) da New York e Florida e anche dal North Carolina.

Così si è ottenuto il risultato più importante: la stessa lingua parlata con accenti leggermente diversi rappresentava benissimo le varie tribù di cui è composta Wakanda.

A distaccarsi da tutti, volutamente, è la parlata di Winston Duke (M'Baku): il suo personaggio ha vissuto sulle montagne per trecento anni, per cui lei ha proposto un accento nigeriano-congolese, perché il suo suono è qualcosa di simile alla scultura, laddove lo Xhosa è più come sollevare una palla e giocarci.

E queste distinzioni creano i personaggi, persone, punti di vista.

Vantaggi e svantaggi della colonizzazione

Nel insegnare un linguaggio africano a un attore, una parte importante arriva dalle loro origini: un americano è avvantaggio nell'imparare il liberiano, mentre un inglese è avvantaggio nell'imparare il nigeriano. Se sei olandese, allora sei più collegato con il Sudafrica. Ma se si tratta del Rwanda, nessuno è avvantaggiato.

Alla fine si tratta solo di quale nazione ha colonizzato in passato quale nazione africana.

La preparazione

Il metodo della McGuire consiste nel far sentire delle registrazioni in lingua Xhosa agli attori e poi di far scegliere loro le tre che preferiscono, per evitare l'effetto binario, ovvero che ne scelgano solo una su due. 

Fatto questo, vuole che gli attori interiorizzino le tre frasi scelte, le facciano proprie e imparino a pronunciarle in ogni modo concepibile, ma non come pura ripetizione, bensì trovando la propria musicalità nell'uso del linguaggio.

Si passa poi al dialogo a due, in modo che gli attori riescano ad armonizzare la parlata pur mantenendo quella parte del loro dialetto che li differenzia e infine la parte scritta, in cui imparano imparano a scrivere e capire la lingua che stanno usando.

La comprensibilità

L'aspetto più importante per la McGuire era che la lingua non dovesse sembrare incomprensibile a un pubblico non africano, per cui il suo punto di vista è sempre stato del bambino Xhosa del film, una versione più semplice e comprensibile almeno a livello di parlato.

Nel frattempo, all'alba del 26 febbraio (fonte Box Office Mojo), Black Panther ha incassato 738 milioni di dollari nel mondo a fronte di un budget di 200 e si avvia a una corsa ancora molto lunga nei cinema.

Voi cosa ne avete pensato della vostra avventura in quel di Wakanda?