Su Showcase, il canale canadese che produce la serie, Travelers è quasi arrivata alla fine della prima stagione, ma finalmente grazie a Netflix (dove arriva da domani) anche per il resto del mondo, compresa l'Italia, è arrivato il momento di scoprire questi viaggiatori del tempo molto diversi da come li immaginate.

Per questo il sito Den of Geek è andato a intervistare i due nomi di punta della serie: il creatore Brad Wright, in arrivo dalla saga televisiva di Stargate e Eric McCormack, noto ovviamente per Will & Grace ma anche per Perception, e questo è il modo in cui loro vedono la serie.

Il plot

Centinaia di anni avanti nel tempo, il pianeta è in piena clima post apocalittico e l'umanità è vicina all'estinzione. I pochi sopravvissuti scoprono però una tecnologia che consente di viaggiare nel tempo, nel tentativo di cambiare gli eventi.

Ma non si tratta del viaggio classico come lo conosciamo, bensì di un trasferimento di coscienze, in un momento ben definito.

Il team

Il momento è esattamente quello in cui la persona di cui prendono il controllo sta per morire. Infatti il pilot si apre su Marcy (Mackenzie Porter) una giovane disabile affetta da epilessia che subisce un'aggressione dopo il lavoro che la lascia agonizzante. Solo che poco dopo si rialza e combatte i suoi aggressori.

Lo stesso succede a Trevor (Jared Abrahamson): il suo ospite muore durante un incontro di boxe e lui ne prende il posto, lasciando il ring come se niente fosse.

A ruota tocca a Philip (Reilly Dolman), che tecnicamente muore di overdose, ma si rialza subito dopo, e a Carly (Nesta Cooper), che viene uccisa dal compagno violento, salvo tornare in vita immediatamente dopo.

L'agente dell'FBI Grant McLaren (Eric McCormack) li rintraccia e loro svelano il mistero: arrivano dal futuro e prendono il controllo di persone appena morte.

Cosa che accade poco dopo allo stesso McLaren, il cui corpo viene abitato dal capo del team.

Più di un team

Quello che seguiamo è uno dei team inviati indietro nel tempo in vari punti del pianeta, ognuno con una missione specifica, tutte sotto il comando di un misterioso capo (nel futuro) che nasconde molti segreti.

In ogni team ci sono uno storico, che conosce ogni singolo dettaglio della città e del periodo in cui si trasportano, e che in questo caso è Philip, un dottore che ironia della sorte è entrata nel corpo della ragazza disabile e il capo, ovvero il non così defunto agente McLaren.

Complicazioni

Il vero problema è che i nostri hanno ben poche informazioni sulle persone di cui prendono il posto per cui devono spesso improvvisare. E l'unica fonte di informazioni reperibile sono i social network, il che crea tutta una serie di altri problemi, perché c'è una forte differenza tra come le persone si mostrano al mondo e come sono veramente.

Per Wright il vero cuore della storia non è il viaggio nel tempo, ma scoprire le vite difficili di queste persone del ventunesimo secolo attraverso gli occhi dei viaggiatori.

E aggiunge che non si tratta del solito telefilm composto da missioni della settimana, nemmeno lontanamente.

Paradossi

Non c'è viaggio nel tempo senza paradossi e i protagonisti ne creano uno grosso fin dall'inizio: in partenza perché continuano a far vivere persone che dovrebbero essere morte e poi perché le fanno incontrare e avere rapporti che nella realtà non avrebbero mai avuto.

Il capo del team

Arrivare da un futuro cupo per scoprire un mondo pieno di colori, fast food, animali, può essere una forte distrazione per il team, ed è compito di McLaren tenerli sempre sotto controllo, ricordando loro che sono lì per un solo motivo: la missione.

Ma, come tutti i capi che si rispettino, non ha mai rivelato lo scopo reale di questa missione, per un semplice motivo: se fossero in qualche modo compromessi, non potrebbero rivelare nulla. Le uniche informazioni che hanno sono quelle minime e necessarie.

La prima stagione di 12 episodi di Travelers arriverà su Netflix il 23 dicembre. Vi lasciamo con i due trailer, quello originale di Showcase e il più recente di Netflix.