Dopo anni di assenza torna nelle librerie il nome di Gianluigi Zuddas, autore del romanzo C’era una volta un computer. Merito di questo è della Larcher Editore.

In effetti il nome di questo autore è presente in decine di volumi, però nella veste di traduttore: una professione sicuramente più remunerativa che ha rubato ai lettori uno dei migliori autori italiani, a suo agio sia nella narrativa fantasy che nella fantascienza.

Il romanzo era stato già pubblicato da Marino Solfanelli Editore (collana Thule n. 18) nel lontano 1989 con altro titolo: Le Armi della Lupa.

Gianluigi Zuddas è nato a Livorno nel 1943 e scrive da moltissimi anni. Il suo primo racconto, dal titolo Breve soggiorno a Lagash, è apparso nel 1976 (Nuove dimensioni, Livorno), poi sempre nel ’76 inviò un suo romanzo fantasy alla Fanucci: si trattava di Amazon. Il romanzo piacque molto a Gianfranco de Turris, allora curatore delle collane di Fanucci, ma in quel momento la linea editoriale non prevedeva italiani e così, sempre su consiglio di de Turris, il romanzo fu inviato alla casa editrice La Tribuna e pubblicato su Galassia n. 233 del 1978. Piacque moltissimo ai lettori tanto che vinse il Premio Italia nel 1979 ed il Premio Europa nel 1980.

Amazon è il primo romanzo del ciclo delle Amazzoni che comprende altri tre romanzi (Il Volo dell'Angelo, Stella di Gondwana e Le Amazzoni del Sud) e vari racconti inerenti sempre le protagoniste del ciclo. Altri suoi romanzi sono Balthis l'Avventuriera (Premio Italia 1983 e Premio Europa nello stesso anno), I Pirati del Tempo, Le Armi della Lupa.

Mentre i romanzi del ciclo delle amazzoni si svolgono in un lontanissimo passato, in C’era una volta un computer siamo sulla Terra di un lontano, molto lontano futuro dopo apocalittiche guerre spaziali e spaventosi orrori dovuti all’ingegneria genetica. La tecnologia è bandita e si vive in uno stagnante Medio Evo ed in questo ambiente si muove la protagonista Thalli che viene dai lontani paesi nordici. Questa bella ragazza ha una particolare abilità per cacciarsi nei guai e nella città di Anglaer ne trova ad ogni passo....

Dalla quarta di copertina: Anno 324 dopo l‘Apocalisse. Devastata dalle guerre spaziali e dagli orrori dell’ingegneria biologica, l’umanità ha bandito la tecnologia. Stagnanti in un nuovo medioevo le nazioni chinano il capo alla Chiesa Apocalittica, reperti di una società che aveva portato le sue astronavi su Alfa Centauri e costruito robot a somiglianza umana restano (guardati con superstizioso timore) nascosti nei sotterranei o nei musei. Nella città di Anglaer un giorno sbarca in cerca di lavoro Thalli, una bionda svedde cresciuta fra i ghiacci del nord. Ingenua e avventurosa, Thalli ignora di avere nelle cellule del corpo un’eredità genetica che la farà entrare in possesso della supertecnologica armatura di Lupa Bianca, una dei guerrieri che dopo le Guerre dell’Apocalisse si erano suddivisi l’Europa.

La giovane donna si arruola come armigera nella Guardia Romaine. Poi, per caso, nello scantinato polveroso di una chiesa, trova qualcosa da cui non è capace di tener lontane le sue mani curiose. L’intera città resta sbalordita da quello che sembra l’imprevisto ritorno di Lupa Bianca. Ma spaventati dai suoi poteri gli agenti dell’imperatore le danno la caccia, mentre misteriose spie della dimenticata colonia terrestre di Alfa Centauri cercano di manovrarla. Questo, più un’insana curiosità che la spinge a usare i pericolosi resti delle Scienze Perdute, la condurranno a trasportare un’intera città su Alfa Centauri, dove le ultime bizzarre comunità umane soccombono al dominio di uno degli antichi computer da guerra.

C’era una volta un computer di Gianluigi Zuddas (2006), Larcher Editore, collana Mekané n. 1, pag. 452, euro 10,00.