Suns of sun di Karl Schroeder

In Canada l’autore ha vinto il premio Aurora nel 2003 per il romanzo Permanence e ha il pregio di voler scrivere storie che riportino in vita un sano senso dell’avventura e del mistero nella fantascienza (al posto del solito nichilismo sociologico che sta affliggendo un po’ tutti i generi), unita a una grande capacità di immaginare mondi completamente avulsi dal nostro.

Questo Suns of sun si presenta come Libro primo di Virga, ovvero l’inizio di un'altra saga. Quantomeno, rispetto alle infinite altre con le idee agli sgoccioli che proseguono imperterrite da anni, Suns of sun vara letteralmente un mondo nuovo, o meglio un pianeta artificiale, tutto da scoprire.

Virga è una sfera grande quanto un pianeta composta da un materiale sconosciuto. All’interno la sfera è completamente vuota e la gravità, nonché la forza centrifuga, sono state create degli uomini che ci vivono dentro. Al suo interno Virga è punteggiata di piccoli soli, che garantiscono la vita alle comunità che vi sono raggruppate intorno e al suo esatto centro c’è Candesce, il sole più grande, antico e luminoso di tutti, che garantisce l’apice della civilizzazione dei Virgani. Più ci si allontana da Candesce, più il calore sparisce fino ad arrivare a zone composte solo da immensi ghiacciai chiamati brandelli d’inverno. Al di là delle pareti di Virga, un’enigmatico ambiente post-umano chiamato natura artificiale.

Non si può dire che manchi la fantasia a Schroeder, anche se sono evidenti i riferimenti ad altri romanzi, vedi Rama e Riverworld. Onore al merito di chi comunque ci prova a creare qualcosa di nuovo.

A ogni modo, dove ci sono gli umani ci sono competizione e guerra e così, in un mondo che ha una tecnologia alquanto arretrata composta da lampade a gasolio e moto spaziali a elica, sono presenti anche navi da guerra in grado di solcare il vuoto tra le varie città.

Così, quando la comunità di Splistream attacca la vicina Aerie, causando lo spegnimento del loro sole, il giovane Hayden Griffin rimane senza casa e famiglia e con un profondo desiderio di vendetta.

Una volta cresciuto Hayden si insinua nella famiglia dell’ammiraglio Fanning e della moglie Venera, che ricorda molto lady Macbeth, con l’intento di uccidere l’uomo che considera responsabile della morte della sua famiglia.

Gli Slipstreams hanno però un piano pericoloso: raggiungere Candesce per prenderne possesso e usarlo come fonte di energia per la prossima guerra. Hayden si unisce a loro attraverso le meraviglie di Virga, come uomini ragni in via d’estinzione e oceani spaziali, aspettando il momento di attaccare. Ma come è ovvio, più condivide con loro le sfide e le vittorie, meno si sente vendicativo e quando incontra la misteriosa Aubri Mahallan, l'unica persona che arriva dall'esterno di Virga che abbia mai conosciuto e di cui si innamora, il suo stato d’animo si stempera parecchio.

Ma una sconvolgente rivelazione all’interno di Candesce metterà alla prova la sua lealtà e sarà l’inizio di una nuova avventura.

La copertina di DSA
La copertina di DSA

The Disunited States of America di Harry Turtledove

La saga della Crosstime Traffic è una delle ultime invenzioni del prolifico autore Harry Turtledove e probabilmente anche la meno impegnativa vista la tematica, anche se i rimandi alle sue invenzioni narrative sono evidenti.

Qui si immagina che esista un’organizzazione chiamata appunto Crosstime traffic, specializzata nel fare affari tra i vari mondi paralleli, avvantaggiandosi delle differenze tra le varie realtà. In ogni episodio si scopre una realtà parallela nuova e nuovi personaggi entrano in scena, anche se i protagonisti sono sempre (purtroppo) dei teenager, che lavorano come agenti della CT.

The Disunited States of America è il quarto volume della serie, composta da Gunpowder Empire (2003), in cui si immagina un mondo in cui l’impero romano non è mai crollato; Curious Notions (2004) dove la Germania della prima guerra mondiale domina il mondo; In High Places (2006), dove i Reali di Versailles si inchinano ai musulmani e infine questo, pubblicato a settembre.

In questo capitolo incontriamo una coppia di nuovi agenti della CT: Justin Monroe e la nativa americana Beckie Royer. I due arrivano da linee temporali diverse (accompagnati l’uno dalla madre, l’altra dalla nonna. Non chiedetemi perché) in un altra in cui gli Stati Uniti non hanno mai ratificato la costituzione, sono divisi tra loro ma, soprattutto, hanno tutti l’atomica e il forte desiderio di usarla. Così quando la Virginia, in cui loro si trovano, dichiara guerra all’Ohio, che risponde con un attacco biogenetico, i viaggi temporali vengono annullati e i due dovranno riuscire a sopravvivere nel mezzo di proiettili, piaghe e pregiudizi razziali. Ma la parte peggiore sarà quando, ovviamente molto legati l’uno all’altra dovranno rendersi conto di quale futuro potranno avere arrivando da due mondi paralleli diversi.

La critica la definisce la serie più leggera dell’autore, ma resta comunque un’idea interessante con sottili risvolti sociologici.

La copertina di Meeting at Corvallis
La copertina di Meeting at Corvallis

A Meeting at Corvallis di S.M. Stirling

Nelle intenzioni dichiarate dell’autore, questo romanzo dovrebbe concludere la trilogia di Dies the Fire, composta dallo stesso Dies the Fire (2004), The Protector's War (2005) e da questo A Meeting at Corvallis. In realtà, a detta dei recensori, non è così difficile che l’autore possa tornare, un giorno o l’altro sul luogo del delitto. E neanche sarebbe una novità.

La trama della saga parte dopo la fine della civilizzazione globale, quando una sorta di pipistrelli alieni attaccarono la terra, distruggendo qualsiasi forma di energia (ma quanto sono bravi in questo gli alieni?). Dieci anni dopo l’umanità ha fatto un buon lavoro nel rimettersi in sesto, almeno quella piccola porzione degli Stati Uniti in cui è ambientata la storia. Nell’Oregon la piaga dei cannibali dei primi anni è stata cancellata, creando un società con un minimo di stabilità nella città di Corvallis, sorta intorno ai resti dell’università statale e guidata dal clan dei Mackenzies. Ma come è ovvio, la vicina Portland protective association è un tantino fascista e non vede l’ora di conquistare tutto quello che gli capita a tiro.

L’unico motivo per cui la famiglia Arminger (a capo della PPA) non attacca è che la loro figlia Mathilda è prigioniera dei Mackenzie, dove peraltro si trova così bene che non ha questo gran desiderio di tornare indietro.

Ma la feroce e determinata madre la rivuole ad ogni costo e invia la sua guerriera migliore, Tiphaine Rutherton, a recuperarla con un commando specializzato. Tiphaine riesce nell’intento e gli Arminger sono ora liberi di iniziare la guerra.

Grandi e complesse battaglie hanno inizio, dove emergono tradimenti ed inattese alleanze tra fazioni interne ed esterne. Eppure il destino della guerra non sarà deciso dagli enormi eserciti in guerra, ma da due sole persone, in uno scontro mortale.

Sicuramente epico e avvicente, è anche vero che per essere seguito degnamente questo romanzo va letto solo dopo i primi due. Ma potrebbe essere una bella scoperta.

A presto con la terza parte delle uscite Usa.