Gordon Bell ha 71 anni e un’esistenza apparentemente normale. Quando vuole ricordare un’esperienza capitatagli negli ultimi quattro anni, Gordon può affidarsi alla sua memoria umana, fallace per definizione, oppure ricreare l’episodio semplicemente accedendo a un file. 1.300 video, 5.067 file audio, 42mila istantanee digitali documentano praticamente ogni evento accadutogli dal 2001. No, non stiamo parlando di un film, anche se le somiglianze con Lenny Nero, il tormentato antieroe interpretato da Ralph Fiennes nello stupendo Strange Days, film di Kathryn Bigelow del 1995, sono davvero straordinarie. Ancora una volta, ci siamo sorpresi nel futuro quasi senza avvedercene.

 

Il signor Bell, ricercatore per la Microsoft’s Bay Area Research Centre, da più di quattro anni sta facendo da cavia per un esperimento che potrebbe spalancare, nel prossimo futuro, le porte a un nuovo stile di vita, basato sulla registrazione digitale delle esperienze e sulla loro archiviazione. Gordon non dovrà certo preoccuparsi della progressiva perdita di memoria che si accompagna alla vecchiaia: la sua esistenza recente è infatti conservata su MyLifeBits, il database del suo laboratorio, insieme a 100mila e-mail scritte o ricevute e 67mila pagine web consultate. Tutto quello che ha fatto o visto o letto è letteralmente in archivio.

 

Per evitare di lasciarsi sfuggire qualcosa, Gordon se ne va in giro equipaggiato di una mini fotocamera digitale che scatta una foto al minuto, indossa alcuni sensori in grado di captare differenze di luce e di calore e di tenere traccia del dato, non dimentica mai di portare con sé registratori che non si perdono nemmeno una conversazione, mentre tutti i suoi spostamenti sono seguiti tramite un dispositivo GPS. Più recentemente, il database esistenziale dello scienziato si è arricchito di dati riguardanti la sua salute, dalle calorie ai battiti del cuore, anticipando la moda che Bruce Sterling nel 1984 dipingeva nella sua illuminante Matrice Spezzata. Ma quanto è grande, in termini digitali, un’esistenza individuale? Escludendo i video, i ricercatori stimano che tutte le informazioni di una vita possano

...e la sua memoria.
...e la sua memoria.
occupare un terabyte di memoria, equivalente a 1000 gigabyte. Includendo informazioni visive dinamiche, invece, l’occupazione di spazio salirebbe a 200 terabyte di memoria, in definitiva una cifra di tutto rispetto che, almeno per qualche tempo ancora, ci impedirà di affidare le nostre esistenze in blocco alle memorie dei computer.

 

Ma dal punto di vista della Microsoft, l’aspetto più interessante del progetto è quello di trovare un sistema intelligente ed efficiente di organizzare questa sterminata massa di frammenti di vita personale. Una sfida che non serve solo a spingere più in là i limiti dell’informazione ma potrebbe avere applicazioni anche in medicina. Le malattie degenerative del sistema nervoso centrale rappresentano una delle più gravi minacce al bagaglio emotivo di una persona, specie nella terza età. Per questo un esperimento simile è attualmente in corso su un piccolo gruppo di pazienti affetti da sindromi neuro-degenerative.