Il cervello di Mòlder sembrava essersi immerso in un tragico loop che impediva l'avvio di qualsiasi tipo di ragionamento.

- Vi siete mai chiesti... - riprese con fare didattico/trascurato Filippetti Augusto, - ...che cosa erano i miracoli che facevano un tempo i santi?... una persona con un po' di cervello non potrebbe crederci, ma se si trovasse una spiegazione di qualche tipo?...

Dal silenzio si poteva credere che ci stessero pensando tutti, anche Sculli. - E se questa fosse una spiegazione?

Anche se lo fosse non è che sarebbe molto chiara, pensò Mòlder e si preoccupò subito della concordanza dei condizionali del suo ragionare.

Terni (Italia)

Ospedale Santa Maria

28/8/1989

Il reparto di pediatria era immerso nel silenzio più assoluto e la cosa era abbastanza strana, non tanto perché fosse quasi mezzanotte e a quell'ora ogni reparto ospedaliero tende ad essere abbastanza silenzioso, ma per il fatto che in un reparto di pediatria i pazienti sono portati ad avere ognuno un proprio fuso orario, un'ora legale con un calendario delle proprie attività che praticamente è svincolato da ogni rapporto col mondo esterno. Il silenzio e la quiete poteva apparire strana, ma era logica: non c'era nessun bambino ricoverato in quel reparto. E se in un ospedale c'è un reparto di pediatria senza bambini si tende ad usare tale reparto per altre cose, restando (si spera, almeno) sempre in ambito di attività ospedaliere.

Padre Angelo Maria Quattrocos(c)e era arrivato con la sua perpetua e un'autoambulanza strombazzante; era stato ricoverato proprio al reparto pediatria, non tanto per mancanza di posti negli altri reparti (che Terni sembrava, in quel periodo, scoppiare di salute e non si vedeva un ricoverando da giorni e giorni), ma per il fatto che nessuno sapeva dove metterlo perché nessuno riusciva a trovare, non solo una denominazione, ma una catalogazione o una larvata indicazione generica atta a indirizzare un primario, una caposala o un'infermiera generica su che tipo di malattia soffrisse.

Pediatria, quindi, quasi fosse nato di nuovo, e certo che l'osservatore esterno a cui già si è fatto più volte riferimento e che ormai dovremmo conoscere benissimo (e anzi credo sia giunto il momento di presentarlo per poterlo chiamare per nome: Adolfo Maria Velasquez y Ortega) avrebbe trovato la cosa emblematica anche se un po' ridicola. Sui lettini c'entrarono sia lui che la perpetua e quindi furono ricoverati in attesa che qualcuno ci capisse qualche cosa.

In portineria fecero molte storie, a Sculli e Mòlder, per via dell'ora, distintivi e patacche riuscirono solo a richiamare una larvata attenzione e alla fine solo la noia del portiere riuscì a farli passare.

Quarto piano, silenzio, puzza di disinfettante e buio. Sulle prime i due pensarono che il medico di guardia dormisse saporitamente e Sculli, senza dirlo, pensò che il meritato riposo dell'illustre dottore si svolgesse assieme all'infermiera, ma la luce era accesa nella sala medicazione e un ometto dalla carnagione bianca bianca quasi nascosto da un camice bianco bianco tormentava un foglio bianco bianco con una penna replay, nera.

Ridolfi dottor Pietro sembrò molto sollevato quanto seppe chi erano e che volevano ma non poteva essere di alcun aiuto concreto, anche se era chiaro che aveva un bisogno smodato di parlare con qualcuno ed era disposto, pur di non rimanere ancora solo con i propri pensieri, ad essere d'aiuto in qualsiasi campo, anche in quello smisurato del punto croce.