Siete appassionati di fantascienza e sentite la mancanza di una saga di esplorazione spaziale? Abbiamo quello che fa per voi!

Nello splendore dell'animazione CGI, direttamente dal cortometraggio pluripremiato con lo stesso titolo arriva un mix di cultura pop, fantascienza degli anni d'oro, argento e piombo, politicamente scorretta e assolutamente divertente. Stiamo parlando di Tripping the Rift ovvero le avventure di cinque reietti che vivono, lavorano e si divertono a bordo dell'astronave Jupiter 42 (di aspetto vagamente simile alla USS Voyager) guidata e controllata da una A.I. di nome Spaceship Bob le cui crisi neurotiche comportamentali vengono abilmente compensate dalla logorroica pilota T'Nuk, mentre il reparto ingegneria è appannaggio del capoingegnere robotico Gus, una personalità depressa. Il terzo componente è Whip, il più giovane del gruppo, la cui funzione di reale utilità a bordo della nave è assolutamente sconosciuta mentre invece le funzioni della sexy androide Six, dovrebbero essere assolutamente intuibili. Il comandante, un blob violaceo tentacolopode di nome Chode odia il proprio equipaggio ed è ampiamente ricambiato da questi. Ad essere precisi Gus ha intenzione di assumere il controllo dell'astronave, T'Nuk (rosea aliena trimammaria in fuga dal suo pianeta per un accusa di uxoricidio) ha una libido più grossa del suo sederone, Whip sfugge ad ogni tipo di lavoro e responsabilità (comprese quelle lasciate sul suo pianeta natale dove lo aspetta una fidanzata rompiscatole) spacciandosi per nipote del comandante e cercando solo sesso e birra mentre Six, assolutamente scontenta della propria condizione di androide-oggetto, chiede a gran voce (la stessa con la quale riesce a provare e provocare orgasmi multipli in tutte le lingue della galassia) di esserne riscattata, ragion per cui ricopre il ruolo di Ufficiale Scientifico.

Insomma hanno le loro gatte da pelare, ma, come se ciò non bastasse, sulla galassia si stende l'ombra minacciosa dei Dark Clowns (guidati da Darph Bobo che ha rinnegato la via insegnatagli dal suo mentore Ben Dover) in conflitto con la Confederazione (che a ben vedere, poi, non sembra così dissimile dai propri nemici) nella costante ricerca di nuovi efficaci sistemi per controllare tutti i mondi conosciuti.

E' dunque un tempo di guerra per la galassia, ma tutto questo non interessa l'equipaggio della Jupiter 42 che proprio per evitare di prendere una posizione precisa si limita a vivacchiare viaggiando (tripping) lungo il rift che separa i due schieramenti rivali andando incontro alle avventure più disparate. La serie (già alla sua seconda stagione) è prodotta da CinéGroupe (Galidor: Defenders of the Outer Dimension, Sagwa, The Chinese Siamese Cat), insieme a Film Roman (The Simpsons, King of the Hill), e il team dei creativi, oltre ai due responsabili Chuck Austen e Chris Moeller, conta al suo attivo Lanier Laney e Terry Sweeney (Saturday Night Live, MadTV)

Bill Rosenthal

(The Single Guy, The John Larroquette Show) e Andrew Borakove (South Park, Dilbert) tutti impegnati a fare di questa serie una pietra miliare della fantascienza demenziale a partire dal primo episodio altisonantemente intitolato: "God is our Pilot."

Per ora la seconda stagione di Tripping the Rift è visibile solo su Sci Fi Cannel negli usa, ma chissà...