Nelle ultime ore, le speranze di riuscire a recuperare la missione Beagle2 paiono sempre più deboli. La Mars Express, la sonda dell'Esa attualmente in orbita intorno a Marte e predisposta appositamente per la comunicazione con il piccolo robot che dovrebbe trovarsi nella zona di Isidis Planitia, ha fallito la comunicazione. Il 7 gennaio scorso intorno alle 12.15 (GMT), la Mars Express ha sorvolato proprio la Isidis Planitia a un'altitudine di circa 350 km, in una configurazione pressoché ideale per comunicare con il Beagle2, ma il contatto tanto atteso non c'è stato. Durante la conferenza stampa tenuta a valle del tentativo presso il Centro di Comando dell'ESA a Darmstadt in Germania, il direttore scientifico dell'ESA, Professor David Southwood, non aveva una bella cera. "Ho paura di dover fare un triste annuncio," ha esordito, "oggi avevamo buonissime condizioni per stabilire una comunicazione diretta tra la Mars Express ­ la 'nave madre' ­ e il Beagle 2 ­ il 'figlio' ­, ma non abbiamo captato alcun tipo di segnale dalla superficie di Marte." Come ha concluso lo stesso Southwood, quella del 7 gennaio è stata una brutta "battuta d'arresto", ma ciò non significa che le speranze siano perse del tutto. I tecnici dell'Esa continueranno a cercare di mettersi in contatto con il Beagle2 anche nei prossimi giorni e in particolare, una delle più migliori possibilità si verificherà il 12 gennaio, durante quella che sarà la finestra di comunicazione con la Mars Express preprogrammata nel Beagle2 prima della loro separazione avvenuta il 19 dicembre scorso. Il problema potrebbe però consistere in una sorta di reset o di alterazione del conteggio del tempo locale del Beagle2 che potrebbe essere avvenuta durante le delicate fasi dell'atterraggio. Questo porterevve il robot ad aprire le finestre di comunicazione in maniera non sincronizzata rispetto alle possibilità di ricezione della Mars Express o della Terra stessa. Nel caso fosse accaduto proprio questo, dovremo aspettare fino al 2 febbraio prossimo data ultima entro cui quando dovrebbe entrare in funzione la modalità di autotrasmissione del robot. Secondo il dottor Mark Sims, sarà quella l'ultima speranza. "Se non riceveremo alcun segnale entro 5-10 giorni da quell'evento," ha aggiunto il responsabile ESA della missione, "allora potremo considerare il Beagle2 davvero perduto".