1. Guerra al grande nulla (A Case of Conscience, 1959) di James Benjamin Blish 

L’anno e il 2049. Il luogo e Lithia, secondo pianeta di una stella simile al Sole, nella costellazione dell’Ariete. Una commissione di quattro scienziati provenienti dalla Terra, incaricati di studiare il pianeta, vi ha scoperto una civiltà estremamente interessante. I Lithiani hanno aerei a reazione, ma non hanno telefoni; non conoscono il magnetismo, ma sanno usare in modo sconosciuto alla Terra i fenomeni dell’elettricità statica. Ma il biologo della commissione, il gesuita Padre Ramon Ruiz-Sanchez, scopre che i pacati Lithiani apparentemente sembrano una razza perfetta: non conoscono odio, delitti, passioni. Ma non conoscono neppure il concetto di divinità. Può esistere, separato da Dio, un simile Giardino dell’Eden?

Il rapporto tra la fantascienza e la religione e stato abbastanza proficuo nella storia della science fiction, ma il romanzo di Blish e forse uno dei più belli del genere. Il tema del peccato originale e trattato dallo scrittore americano con intelligenza e cura, tanto da fare di Guerra al grande nulla un classico per chi ama la speculazione filosofica e religiosa.

2. Un cantico per Leibowitz (A Canticle for Leibowitz, 1960) di Walter M. Miller Jr 

Una devastante guerra nucleare precipita il mondo in una sorta di nuovo Medioevo, in cui i sopravvissuti, molti dei quali deformi per le radiazioni, bandiscono per sempre tutto il sapere e gli uomini di scienza sono perseguitati. Solo nei monasteri vengono copiati e conservati dei libri, grazie al lavoro certosino dei monaci dell’Ordine di Leibowitz, che prende il nome da uno scienziato che per primo ha tentato di preservare il sapere.

Miller ci presenta uno scenario apocalittico, in cui la conservazione del sapere scientifico diventa l’obiettivo primario di un ordine religioso, innescando una profonda riflessione sul dualismo religione-scienza.

3. L’alba delle tenebre (Gather, Darkness!, 1943) di Fritz Leiber 

In un futuro lontano, dopo una guerra atomica che ha ridotto la erra a una sfera butterata di crateri, il mondo e dominato da una dittatura religiosa, la Gerarchia, che, forte di una scienza altamente avanzata, tiene il popolo soggiogato. Frate Jarles, giovane prete della Gerarchia, pieno di ideali di giustizia e di eguaglianza, soffre perché la sua religione non e altro che un cumulo di falsità e di ipocrisie e decide di ribellarsi contro l’iniqua tirannide.

Quello di Leiber e uno dei migliori romanzi sul tema della rivolta contro una dittatura teocratica.

4. Ed egli maledisse lo scandalo (Of Godlike Power, 1966) di Mack Reynolds 

Ezechiele Giosue Tubber e un predicatore che attira folle, nelle varie cittadine americane, grazie ai suoi sermoni. Ed Wonder, un conduttore radiofonico, decide di screditare Tubber e metterlo alla berlina, ma ben presto si rende conto che le maledizioni di Tubber non solo hanno una ragione d’essere, ma sono in grado anche di concretizzarsi.

Un romanzo che si può definire politico e sociale, laddove nelle prediche del protagonista della storia lo scrittore americano si lancia contro il consumismo che viveva il suo culmine proprio negli Stati Uniti della metà degli anni Sessanta.

5. Signore della Luce (Lord of Light, 1967) di Roger Zelazny 

In un lontano pianeta, i primi coloni terrestri sono diventati degli dei, grazie alla tecnologia, e hanno assunto i nomi delle divinità della religione induista: Brahma il Creatore, Kali la Distruttrice, Yama il Signore della Morte… Contro di loro si scaglia Sam, uno di loro caduto in disgrazia e ora pronto a liberare tutti gli umani da questa tecnocrazia religiosa.

Un romanzo che è una riflessione sulla morte e sulla reincarnazione, laddove la tecnologia diventa il mezzo per il potere assoluto. Ma anche sul valore della religione in un mondo sempre più tecnologico e positivista.