Il vecchio telefono fisso a disco combinatorio aveva una durata misurabile in anni, se non in decenni.

Da ragazzino avevo in casa un Siemens bigrigio che troneggiò sul comodino in ingresso per almeno un ventennio, poi iniziò l'era dei telefonini portatili.

Il ciclo di vita di un moderno smartphone è normalmente abbastanza breve, vuoi per incidenti o per moda o per deterioramento delle prestazioni tendiamo a cambiarli in tempi stretti, difficilmente si riesce ad arrivare al quinto anno di vita.

Considerato che ci sono quattro miliardi di smartphone attivi sul pianeta ogni anno ne vengono dismessi centinaia di milioni, una quantità di materiale decisamente impressionante.

E dove va a finire questa massa di rifiuti elettronici?

Semplice, su Silicon Island, assieme ad altre tipologie di attrezzature tecnologiche rottamate dagli utenti.

Oltre al silicio che da il nome all'isola questi apparecchi contengono altri materiali pregiati come oro, rame, alluminio altre a diverse terre rare, il che rende estremamente redditizia l'estrazione da quella che in effetti è una gigantesca miniera a cielo aperto.

Una miniera tossica, densa di fumi generati dalla plastica che brucia e da bagni acidi, dove ci si ammala e si muore alla svelta, dato che le società proprietarie dell'isola non forniscono mezzi protettivi ai lavoratori.

Questo lo scenario da incubo immaginato da Chen Qiufan, lo scrittore cinese ha ambientato il suo Marea tossica su un'isola immaginaria ma modellata su una città reale, quella di Guiyu, che si trova nei pressi di Hong Kong.

Il libro

La giovane Mimi vive letteralmente sommersa dall'immondizia del mondo: è una delle "ragazze dei rifiuti" che lavora tra gli imponenti cumuli di spazzatura elettronica di Silicon Isle, dove i frutti marci del capitalismo e della civiltà del consumo giungono alla loro rapida fine.

La sua casa è l'immensa discarica che occupa l'isola, al largo della costa cinese meridionale.

Come migliaia di altri migranti, è stata attirata lì dalla promessa di un lavoro sicuro e soprattutto di una vita migliore.

a realtà però è ben diversa: Silicon Isle è un luogo tossico per il corpo e l'anima, dove l'aria, l'acqua e la terra sono irrimediabilmente inquinate, i lavoratori sottoposti all'arbitrio dei potenti mentre gang di malviventi lottano per il controllo del territorio, ecoterroristi minacciano attentati e capitalisti senza particolari scrupoli sono disposti a tutto in nome del profitto.

E c'è anche qualcuno che tra i veleni di Silicon Isle cerca le proprie radici. Ora la tempesta perfetta si sta preparando, le forze in campo sono troppo violente, troppo determinate a imporsi, e presto scoppia il conflitto: una guerra tra ricchi e poveri, tra passato e futuro.

E quando la situazione esplode, Mimi deve decidere se rimanere una pedina o cambiare le regole del gioco.

L'autore

Chen Qiufan è nato a Shantou, Cina, nel 1981.

È laureato in arte e letteratura a Pechino e lavora per Google Cina, ha debuttato come scrittore nei primi anni 2000 vincendo numerosi premi nel suo paese e riuscendo a farsi conoscere anche all'estero.

In Italia, oltre a Marea tossica, ha pubblicato l'antologia L'eterno addio e altre storie, edito da Future Fiction.

Chen Qiufan, Marea Tossica (荒潮, 2013), Mondadori Editore,  collana Urania 70 anni di futuro nr. 21, traduzione Benedetta Tavani -  euro 7,99