L'universo cinematografico DC Comics sarà in via di ristrutturazione (forse a opera di JJ Abrams, come riportato poco tempo fa), ma uno dei suoi progetti più particolari è diventato nel tempo quella che sembra fin d'ora la sua punta di diamante: Joker.

Nato inizialmente come una produzione di Martin Scorsese, il quale aveva poi dovuto abbandonarlo, probabilmente per seguire la complessa realizzazione di The Irishman per Netflix (durata 3,5 ore con ringiovanimento digitale del cast), il film, diretto da Todd Phillips (la trilogia Una notte da leoni) e scritto dallo stesso Phillips insieme a Scott Silver (The Fighter) mantiene inalterata tutta l'atmosfera di un film di Scorsese. Con una variante, vuole raccontare a modo suo le origini della nemesi di Batman. Ma non aspettatevi il classico film di supereroi, nè quelli buonisti della Marvel nè il tono cupo e controverso di Batman v Superman: Dawn of Justice, Joker è un profondo studio psicologico di un personaggio che ha un nome, un passato e un destino da compiere.

Venezia

E i risultati si sono visti sabato scorso al festival di Venezia: alla fine del film è scoppiata una standing ovation del pubblico durata ben otto minuti con tanto di "bravo!" gridato da parte degli spettatori. Il film aveva avuto anche una proiezione anticipata per la stampa e i due protagonisti presenti,  Joaquin Phoenix e Zazie Beetz (Deadpool 2) avevano ricevuto la stessa calorosa accoglienza durante la conferenza avvenuta dopo la proiezione. Diventano così sempre più consistenti le voci che vedono Phoenix come un serio candidato agli Oscar.

A modo nostro

Joaquin Phoenix, che in passato non ha mai nascosto le sue critiche al mondo dei supereroi ha raccontato durante la suddetta conferenza che i fan del fumetto non devono aspettarsi riferimenti diretti alla mitologia su carta: il film prende in prestito alcuni elementi, ma è una storia realistica, sporca e cattiva

Ci siamo avvicinati al personaggio a modo nostro, io non mi sono ispirato a nessuna delle versioni precedenti viste al cinema o in tv, questo Joker è una nostra creazione.

Il nome dietro la maschera

Se nel fumetto il principe dei clown non ha mai avuto delle origini definite, nel film ha una storia, un passato e un futuro. Il suo nome è Arthur Fleck, un aspirante comico che lavora come clown per sbarcare il lunario. Il regista ha dichiarato che Arthur è intrappolato in un ciclo infinito di apatia e crudeltà, ma un giorno prende una decisione sbagliata che scatena una reazione a catena di eventi incontrollabili:

Arthur è un uomo in cerca di un'identità che inavvertitamente diventa un simbolo, mentre il suo genuino desiderio era far ridere la gente e portare gioia nel mondo.

Aggiunge poi che proprio il fatto di non avere delle origini definite nella versione cartacea ha dato a lui e Silver una totale libertà creativa: niente limiti, niente regole, solo la chance di spingere sul pedale della follia.

Joker è previsto in uscita da noi il 3 ottobre, un giorno prima dell'uscita negli USA, vi lasciamo con il trailer in italiano e in lingua originale e una curiosità: la voce italiana di Phoenix sarà di Adriano Giannini, che aveva già doppiato il Joker di Heath Ledger. E il cattivo per eccellenza della mitologia di Batman è un affare di famiglia: nel Batman del 1989 di Tim Burton era stato il padre, il grande Giancarlo Giannini, a doppiare il Joker di Jack Nicholson: