Prepariamoci. Prepariamo gli occhi, i telescopi, i binocoli. Prepariamoci prenotando una visita all’osservatorio aperto al pubblico più vicino che conosciamo. La grande opposizione di Marte si verificherà, a meno di ecatombi cosmiche, il 27 luglio: in quel giorno il Sole, la Terra e Marte saranno allineati lungo una precisa linea retta. Marte sarà precisamente (più o meno) alle spalle della Terra, alla distanza di circa 57 milioni di chilometri.

Questo allineamento, si verifica ogni due anni e due mesi, ma soltanto ogni quindici anni viene raggiunta la minima distanza, per via della eccentricità delle orbite ellittiche, in particolare di quella di Marte che, nel corso del suo anno di 687 giorni passa da un perielio (massima vicinanza al Sole) di 207 milioni di chilometri a un afelio (massima lontananza dal Sole) di 248 milioni di chilometri. Così, nella prossima opposizione, quella del 13 ottobre del 2020, la distanza fra Marte e la Terra sarà di circa 65 milioni di chilometri. Quindi anche il diametro apparente di Marte nel cielo si modifica.

Nella grande opposizione del 2003 (la migliore degli ultimi 60 mila anni!) si scese alla distanza di 54,6 milioni di chilometri e il diametro apparente di Marte visto dalla Terra era di 25,1 secondi d’arco.

Questa volta saremo a 24,1 secondi d’arco, molto simile alla grande opposizione del 1877, famosa per via delle prime osservazioni dei canali da parte di Giovanni Schiaparelli. In quella del 2020, ancora una discreta opposizione, il diametro scenderà a 22,3 secondi d’arco. In ogni caso è un buon momento: considerate che alla massima distanza, Marte si allontana fino a 400 milioni di chilometri dal nostro pianeta.

Come si presenterà Marte?

Alle nostre latitudini lo si vede passare basso nel cielo, con una declinazione di venticinque gradi, tra le costellazioni del Sagittario e del Capricorno. Con un discreto telescopio, diciamo un rifrattore da dieci centimetri di diametro o un riflettore da quindici-venti centimetri, potremo vedere un dischetto con qualche fuggevole particolare della superficie: sicuramente la calotta polare, un puntino bianco, forse la grande Sirte, di forma triangolare, scura sullo sfondo ocra di quel mondo. Ma quest’anno la faccenda si complica perché il pianeta è percorso da una grande tempesta di sabbia su scala globale che rischia di nascondere ogni particolare agli occhi dei nostri telescopi. Ne sanno qualcosa Opportunity e Curiosity , le sonde Nasa che si trovano lassù, nel bel mezzo della tempesta.

Prepariamoci per il 27 luglio, ma ricordiamoci che già adesso Marte è “vicino” e ben osservabile per tutta la notte e che lo sarà poi ancora per una ventina di giorni dopo il fatidico giorno. Tempesta permettendo.