È una specie di paradiso dei nerd: un sistema solare alieno col nome che richiama la birra, Trappist-1. Già proposti, su Facebook, i nomi per i sette pianeti che sono stati scoperti: Chimay, d'Orval, de Rochefort, Westmalle eccetera.
È l'annuncio col quale la NASA ha svelato oggi i risultati di una ricerca svolta dall'Università – manco a dirlo – di Liegi, in Belgio, e pubblicata su Nature. Dei setti pianeti «trappisti» almeno tre sarebbero nella cosiddetta «zona goldilocks», ovvero a una distanza dalla propria stella tale da consentire la presenza di acqua liquida sulla superficie, con temperature quindi comprese tra 0° e 100°. Ma anche le temperature degli altri, a parte uno, non si discosterebbero molto.

Tutti e sette i pianeti sembrano avere dimensioni molto simili a quelle della Terra. Trappist-1 però è una stella molto diversa dal Sole, è una stella nana ultrafredda, meno calda e molto più piccola del sole. Tanto che dalla superficie dei pianeti la stella dovrebbe apparire in cielo enorme e l'anno durare solo pochi giorni (da 1,51 giorni per «b» a circa venti per il più esterno, «h»).
Questa vicinanza alla stella rende anche molto probabile il «blocco gravitazionale» che farebbe sì che i pianeti rivolgessero sempre la stessa faccia verso la stella (come accade con la Luna nei confronti della Terra. Non necessariamente, però: non accade per esempio con Mercurio, nonostante la vicinanza dal Sole.
Trappist-1 è relativamente vicino a noi: solo 40 anni luce. Questo lascia sperare che in futuro, con l'evoluzione dei mezzi a disposizione e il lancio di sempre più potenti strumenti di osservazione orbitali, sia possibile scoprire molto di più su questi sette pianeti.
E, naturalmente, la speranza è quella di poterci, prima o poi, fare un salto di persona.
13 commenti
Aggiungi un commentoOk... così ha perfettamente senso...
Ahah!
Premessa: dato origliato, calcolo fatto a spanne.
Solo per capire se l'atmosfera dei pianeti di TRAPPIST-1 contenga vapore acqueo o monossido di carbonio, ovvero avere un'indicazione che i pianeti siano "bagnati" o "secchi", con strumentazione di punta della attuale ricerca astrofisica servirebbero 1000 ore di osservazione (~100 notti).
Sempre nel calcolo a spanne di sopra questo significa circa 1 anno e mezzo di lavoro alle attuali condizioni di accesso ai siti osservativi del caso.
citaz. "E, naturalmente, la speranza è quella di poterci, prima o poi, fare un salto di persona.".
Si, certo, basterebbe disporre di un piccolo worm-hole, come in Interstellar... )
i pianetini però subiscono le maree gravitazionali e hanno tutti una faccia rivolta rivolta alla stella e l'altra no. Birra sì, birra no. C'era una puntata di Star Trek su un pianeta così, ma non me la ricordo.
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