C'è ancora spazio per film di fantascienza un po' più concettuali, non puntati solo su effetti speciali e azione, magari, ma senza esagerare, con un ritmo un filo più lento di quello al quale ci ha abituato il cinema blockbuster?

È quello che ci auguriamo, salutando con entusiasmo l'uscita nelle sale italiane, vari mesi dopo quelle degli altri paesi, di Arrival, il film di Dennis Villeneuve tratto da una delle opere brevi della fantascienza più celebrate degli ultimi decenni, Storia della tua vita, che lanciò Ted Chiang aprendogli una carriera straordinaria (basti dire che sono più i premi che ha vinto che i racconti che ha scritto).

Arrival parla di linguaggio, parla di come lo sviluppo di un essere umano sia influenzato dalla lingua che parla. Idee affascinanti, ma certo meno "dinamiche" da portare sullo schermo di inseguimenti e sparatorie.

Abbiamo pubblicato qualche settimana fa la recensione (del tutto priva di spoiler):

Arrival

Arrival

Articolo di Roberto Taddeucci Domenica, 8 gennaio 2017

La lingua che parliamo influisce sul nostro pensiero? E questo che implicazioni avrebbe nel caso di dover comunicare con degli alieni? Su questo quesito di base il regista canadese Denis Villeneuve costruisce un film emozionante e profondo.

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Il film

Alcune navicelle aliene sbarcano in tutto il mondo. La dottoressa Louise Banks (Amy Adams), esperta linguista, viene reclutata dalle forze militari per scoprire se gli extraterrestri abbiano intenzioni pacifiche o meno.

Il trailer

Arrival, USA 2016, Regia di Denis Villeneuve, con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg, Mark O'Brien, Tzi Ma, Russell Yuen, Joe Cobden