Bisogna farsene una ragione: il premio Italia è il riconoscimento più importante per la fantascienza, nel nostro paese. Ci sono altri premi che hanno un prestigio anche maggiore, come il Premio Urania, il premio Robot o il premio RiLL; ma sono concorsi di tipo diverso, di solito per categorie specifiche e opere inedite. Il Premio Italia premia a oggi venti diverse categorie che rappresentano più o meno tutto quello che è stato fatto in Italia nel campo della fantascienza e del fantasy.

L'importanza del premio Italia

Perché è importante il premio Italia? Per due motivi. Prima di tutto, è un riconoscimento del lavoro svolto. Spesso chi lavora nell'ambito del fantastico ne trae poco o nessun utile economico. L'apprezzamento finisce per essere un motore importante dell'attività in questo settore, e il premio Italia è un rinoscimento tangibile, oltre che un incremento della visibilità. Per dare un'indicazione, la news con cui pubblicavamo i finalisti all'edizione 2016 è stato l'articolo di Fantascienza.com più condiviso su Facebook dei primi mesi dell'anno, con oltre mille condivisioni.

In secondo luogo perché è il nostro premio. Dove per nostro intendo il premio del popolo della fantascienza e del fantastico, dei lettori, degli operatori, degli appassionati. Può non sembrare tale, magari, quando i risultati non rispecchiano le nostre aspettative; ma quello che bisogna capire è che è proprio sposandolo e aumentando il numero dei votanti che si potrà renderlo sempre migliore. Vediamo perché. 

Franco Brambilla riceve il premio Italia dalle mani di Tanya Huff, Milano 2011
Franco Brambilla riceve il premio Italia dalle mani di Tanya Huff, Milano 2011

Un premio popolare

La prima cosa che bisogna capire, del premio Italia, è che è un premio popolare. Ovvero, non è assegnato da una giuria, che legge e valuta ogni singolo candidato. È assegnato dalla vasta platea dei partecipanti alle convention italiane, un bacino di circa 1600 persone delle quali alla fine votano realmente circa 250/300.

Inutile nascondersi dietro un dito: il premio non elegge i candidati migliori, elegge i candidati più popolari. Come avviene del resto per ogni tipo di votazione, dall'elezione del sindaco al premio Oscar, o al premio Hugo, per restare nel settore. Questo vuol dire che chi vota, per esempio, per il miglior romanzo, probabilmente non avrà letto tutti i candidati, magari nessuno. Sceglierà quindi il titolo di cui ha sentito parlare molto bene, o semplicemente quello dell'autore che conosce meglio.

Partecipare, come candidati, al premio Italia è quindi qualcosa di simile a una campagna elettorale: non basta aver prodotto qualcosa di buono. Bisogna anche farlo conoscere, o far conoscere se stessi. Tra un ottimo romanzo di un autore molto riservato e un buon romanzo di un autore che partecipa attivamente alle convention, probabilmente vincerà il secondo. Questo è il gioco, che piaccia o meno.

L'aspetto positivo è che maggiore è il numero dei votanti, maggiore è anche la possibilità che emergano le opere migliori. Anni fa votavano soltando i partecipanti alle ultime due Italcon, le convention italiane della fantascienza e del fantastico; un bacino di due/trecento persone di cui votava circa la metà. Il risultato era facilmente influenzabile da gruppi che si organizzavano con liste di candidati. Chi partecipava a queste convention aveva dalla sua un forte "effetto popolarità". Di qui le accuse, giuste, che volevano il premio Italia un premio autoreferenziale che premiava i suoi stessi votanti.

Da qualche anno questa restrizione è stata rimossa; oggi possono votare tutte le persone che hanno partecipato a un'Italcon, in qualsiasi epoca e i soci della WorldSF, l'organizzazione che gestisce il premio. Ma non solo: anche i partecipanti ad altre convention che hanno fatto richiesta di affiliazione, come la Deepcon di Fiuggi, la Reunion, Delos Days/Stranimondi.

Il maggior numero di votanti, la loro distribuzione più varia, ha contribuito enormemente a rendere il premio più svincolato dai particolarismi e dalle liste dei vari gruppi, a renderlo, in sostanza, più vicino all'ideale di un riconoscimento che davvero premi la qualità, se non altro la qualità come viene riconosciuta dal pubblico. C'è ancora lavoro da fare, ma la strada percorsa è stata molta e oggi il premio Italia è molto più rappresentativo di quanto fosse anche solo cinque o sei anni fa.

Vittorio Curtoni fiero del premio Italia come miglior traduttore, Courmayeur 1998.
Vittorio Curtoni fiero del premio Italia come miglior traduttore, Courmayeur 1998.

Chi vota

Come dicevamo, oggi hanno diritto al voto tutte le persone che hanno partecipato a un'Italcon dall'inizio della manifestazione, o una Deepcon, una Reunion o un'edizione di Delos Days o Stranimondi dal 2015. Le varie manifestazioni mandano un elenco degli iscritti, che vengono contattati direttamente dalla WorldSF che invia le credenziali per il voto. Ma gli elenchi sono spesso lacunosi, quindi chi pensa di aver diritto al voto non deve far altro che mandare alla WorldSF (staff@worldsf.org) una richiesta, specificando a quale edizione delle manifestazioni elencate sopra ha partecipato.

Oltre ai partecipanti alle convention hanno diritto di voto anche i soci della WorldSF Italia. Chi vuole votare ma non vuole o non può partecipare a una convention può iscriversi alla World SF: diversamente dal passato, in cui l'iscrizione era riservata ai professionisti, oggi si può iscrivere praticamente chiunque abbia interesse a promuovere la fantascienza o il fantastico. Sul sito dell'associazione c'è una richiesta di iscrizione da compilare; l'iscrizione costa 15 euro.

Il voto avviene in modo del tutto elettronico tramite il sito www.premioitalia.worldsf.org. Sebbene il premio Italia sia ufficialmente assegnato dall'Italcon, la sua gestione è affidata alla WorldSF Italia. Una redazione, di cui è responsabile il sottoscritto Silvio Sosio, cura la gestione tecnica e la verifica dell'ammissibilità delle candidature.

Luigi Pachì riceve il premio Italia da Ernesto Vegetti e John Brunner, Borgomanero 1983
Luigi Pachì riceve il premio Italia da Ernesto Vegetti e John Brunner, Borgomanero 1983

Se qualcosa non piace, ecco come cambiarlo

Il regolamento del premio Italia non è scolpito nel marmo, e neppure nella carbonite. Anzi, viene modificato ogni anno, con cambiamenti piccoli e grandi.

Il premio Italia ufficialmente appartiene all'Italcon, ed è durante l'assemblea dell'Italcon, che si svolge tradizionalmente alla domenica mattina, ultimo giorno della convention, che vengono proposte, discusse e votate le modifiche. Categorie aggiunte, categorie rimosse, regole di ammissione alla categoria, ammissione di nuove convention tra le manifestazioni affiliate, eccetera. Per votare all'assemblea occorre essere iscritti all'Italcon (anche solo in modalità sostenitore non partecipante, se previsto dalla convention). Se non si è presenti fisicamente si può lasciare la delega a un'altra persona.

Cosa ancora non va

Al di là delle problematiche tecniche sulle categorie, che vanno affrontate di anno in anno e che sono sempre perfettibili, oggi la sfida principale per il premio Italia è allargare ancora di più il numero dei votanti e soprattutto differenziarlo.

Il problema forse più macroscopico (anche se sembra strano che sia io a dirlo) è lo spostamento del baricentro dei generi verso la fantascienza. Vent'anni fa, quando l'Italcon era ospitata ad anni alterni dalle due manifestazioni di Courmayeur e San Marino, in modi diversi entrambe più attente al fantasy, il problema era opposto. Ma da ormai sedici anni l'Italcon è ospitata da manifestazioni molto più orientate alla fantascienza (soprattutto televisiva) e il fantasy è quasi scomparso dal premio. Prova ne è che la categoria Romanzo fantasy è tra le meno votate in assoluto.

Sarebbe quindi interessante che si affiliassero al premio Italia manifestazioni più indirizzate a questo genere, per bilanciare e diversificare la base dei votanti.

Un altro problema, ma qui non si tratta di un problema specifico del premio, è la progressiva sparizione dell'amatorialità. Il premio Italia nasce come premio del fandom, e sarebbe davvero triste dover rimuovere le storiche categorie che premiano la miglior fanzine o i migliori articoli o racconti editi su fanzine.

Il problema è che oggi l'amatorialità sta praticamente scomparendo, nel senso che i confini col mondo professionale sono evaporati. Le riviste vengono pubblicate da associazioni culturali o case editrice regolarmente registrate, spesso con direttori responsabili e registrazione in tribunale; chi vuole pubblicare non affida il suo racconto a un blog o a una fanzine ma piuttosto se lo pubblica da solo su Amazon o lo propone alle molte piccole case editrici che sono fiorite negli ultimi anni, uscendo quindi dalle categorie amatoriali per entrare in quelle professionali.

Sono problemi con cui anche il premio Italia dovrà fare i conti.