Dopo aver lottato due anni contro un tumore, è morto il 19 febbraio Umberto Eco. Era nato ad Alessandria nel 1932, aveva 84 anni.

La notizia è stata riportata ovviamente da tutti i quotidiani, non ci sembra quindi il caso di riproporre qui il riassunto delle sue opere e dei suoi meriti che lo hanno portato a essere uno dei massimi esponenti della cultura in Italia, famoso anche a livello internazionale grazie soprattutto al suo romanzo di maggior successo, Il nome della rosa.

A noi spetta magari il compito di dire qualcosa su Eco cultore della fantascienza, un genere che aveva frequentato e sul quale aveva scritto anche saggi interessanti. Eco era un amante della cultura, dell'arte, della letteratura, anche e forse soprattutto delle loro versioni più popolari.

Nel saggio I mondi della fantascienza cerca di individuare il rapporto tra fantascienza e altri generi fantastici. Scriveva tra l'altro

La buona fantascienza è scientificamente interessante non perché parla di prodigi tecnologici – e potrebbe anche non parlarne affatto – ma perché si propone come gioco narrativo sulla essenza stessa di ogni scienza, e cioè sulla sua congetturalità. La fantascienza è, in altri termini, narrativa dell'ipotesi, della congettura o dell'abduzione, e in tal senso è gioco scientifico per eccellenza, dato che ogni scienza funziona per congetture, ovvero per abduzioni.

Uscirà nei prossimi giorni il suo ultimo libro, e primo pubblicato dalla casa editrice fondata anche da Eco, La nave di Teseo. Si tratta di un libro di saggistica d’attualità, importante di 470 pagine con molti materiali fra cui anche delle Bustine di Minerva, secondo l'editore Eugenio Lio.