Delos 20: Fantasia&Nuvole Fantasia & Nuvole

di Francesco Grasso

ALIENS

La nostra rubrica, dedicata al fumetto di fantascienza italiano ed internazionale, non poteva esimersi dal dedicare una puntata alla Casa Editrice Dark Horse ed alle sue miniserie "Aliens", avventure d'azione ed horror-SF ambientate nell'universo narrativo dell'omonima trilogia cinematografica.

La Dark Horse Comics, che ha al suo attivo anche testate dedicate a Star Trek, Star Wars e Babilon 5, qualche anno fa decise di sfruttare la popolarità dei film di Ridley Scott e James Cameron. A tale scopo creò una serie di fumetti che riprendevano i fili (non pochi) lasciati sciolti dalle pellicole cinematografiche, e che proseguivano le vicende dei temibili insettoni con acido al posto del sangue, e dei loro incontri-scontri con la razza umana.

Tra le miniserie (storie complete per un totale di 17 numeri), ricordiamo i titoli:

Aliens:Genocidio Aliens:Alveare Aliens:Fuorilegge Aliens:Marines Coloniali Aliens:Labirinth Aliens:Predator.

LA TRAMA

Tranne fugaci apparizioni di Ripley e Newt, le vicende di Aliens sono del tutto indipendenti dalle trame dei film, di cui riprendono solo il contesto, alcune situazioni, e sicuramente l'angosciante tensione ed un certo eccedere nelle ambientazioni claustrofobiche.

Tentiamo una narrazione, almeno a grandi linee, delle vicende narrate.
Grazie ad un confuso concatenarsi di eventi, non casuali ma incautamente programmati dai misteriosi capi delle Corporazioni, una regina aliena viene portata sulla Terra. Come si intuisce anche dal secondo film della trilogia, lo scopo è di studiare la biologia degli alieni per ricavarne armi o altri vantaggi nella guerra tra le grandi compagnie. Vengono così scoperte le straordinarie qualità del Fluido della Regina, il composto chimico che la Madre dell'alveare alieno secerne per nutrire le sue larve. Il Fluido della Regina è una droga naturale, potentissima, impossibile da sintetizzare artificialmente, che ottunde la mente, che libera le sensazioni, che produce sull'organismo umano effetti sconvolgenti.

Mentre i capi delle Corporazioni scatenano una guerra occulta e senza scrupoli per impadronirsi del segreto della nuova droga, la Regina aliena decide di averne avuto abbastanza di esami medici, e si dedica a passatempi per lei più consoni, come il liberarsi selvaggiamente, massacrare i suoi carcerieri, fondare un alveare e generare migliaia dei suoi bravi e simpatici figliuoli.
In men che non si dica gli alieni si riproducono come formiche, si spargono per la Terra, devastano il pianeta e costringono gli uomini a rifugiarsi sulle stazioni spaziali per sfuggire al massacro.

Ma gli umani hanno perso solo una battaglia, non la guerra. La conoscenza acquisita sugli alieni permette la costruzione di armi specifiche per combatterli, come l'armatura a prova di acido, le onde sonore in grado di narcotizzare i soldati e le operaie aliene, i dispositivi di invisibilità, capaci di rendere chi li indossa virtualmente inavvertibile da parte degli insettoni; soprattutto, i droni killer, androidi costruiti ad immagine e somiglianza degli stessi alieni, programmati per introdursi nei nidi ed ucciderne le regine.

Dopo spaventosi bagni di sangue, i marines spaziali riescono finalmente ad avere ragione dei nemici ed a liberare la Terra dalla loro minaccia. Ma questo non placa gli appetiti delle Corporazioni, che come sempre si affannano a trovare occasioni di profitto finanche nella tragedia. Astronavi armate di tutto punto vengono perciò spedite nello spazio alla ricerca del mondo d'origine degli alieni, non per distruggerlo, ma per impadronirsi della maggior quantità possibile di Fluido. Se possibile, il loro obiettivo è anzi quello di catturare ancora una volta una regina, per farne una "vacca da mungere", una produttrice forzata di droga. Ma il compito di queste temerarie spedizioni non è dei più semplici, e puntualmente gli incauti esploratori se ne renderanno conto.

L'ultima storia della serie, Aliens: Predator, si discosta alquanto dai numeri precedenti, a causa dell'arrivo sulla scena di un nuovo sanguinario personaggio, il gigantesco e sportivo cacciatore di uomini reso noto dall'omonimo film di Arnold Schwarzenegger. Nel caso i terrestri si fossero ormai assuefatti ai gusti sanguinari degli insettoni alieni, essi dovranno ora vedersela anche con il truculento e "cazzutissimo" cacciatore spaziale, e con il suo campionario di armi futuribili, terribilmente e mortalmente efficienti.

Protagonista di Aliens:Predator è Caryn Delacroix, una moglie trofeo, un costrutto genetico artificiale, qualcosa a metà strada tra il clone e l'organismo cibernetico. Caryn è stata progettata per recare gioia e soddisfazione a Lucien Delacroix, uno dei plutocrati che hanno fatto fortuna speculando sul mondo distrutto dall'invasione aliena. Casualmente un giorno Caryn scopre di possedere i ricordi di una vita precedente, legata ad un nome misterioso: Ash Parnall, e ad un Predator femmina, che si scontra con lei in una giungla dell'Honduras (posto che deve avere tre stelle nella Guida Michelin dei Predator, visto che prima o poi finiscono tutti laggiù).

Il Predator (anzi, La Predator, che Caryn non senza ironia battezza Big Mama) non si dimostra aggressiva nei suoi confronti. La donna, incuriosita, si lascia convincere a seguire la cacciatrice aliena nella sua astronave, e scopre che questa è progettata per accogliere due passeggere: Big Mama e la misteriosa Ash Parnall, che continua ad affacciarsi prepotentemente nei suoi ricordi.

L'astronave della Predator lascia la Terra, con Caryn e Big Mama a bordo, per giungere nella stazione spaziale Samara, un avamposto umano ancora infestato dagli insettoni alieni. Dopo una sequenza rocambolesca di combattimenti, scontri ed allegri sventramenti le due, ormai diventate amiche, scoprono con orrore l'ultimo folle piano delle Corporazioni: la creazione di un Predalieno, un mostruoso ibrido Alien-Predator, dotato delle armi naturali degli insettoni e dell'intelligenza superiore dei Predator. Riusciranno le due eroine a sventare questa terribile atrocità? L'interrogativo è d'obbligo.

GLI AUTORI

Sceneggiatori e disegnatori delle miniserie Aliens vengono in massima parte dall'universo Marvel. Per Aliens:Alveare essi sono, rispettivamente, Jerry Prosser e Kelley Jones; per Aliens:Fuorilegge, abbiamo Ian Edgiton e Will Simpson; per Aliens:Labirinth, la sceneggiatura è di Jim Woodring, mentre le matite sono di Kilian Plunkett. Infine, per Aliens:Predator troviamoChris Claremont, lo sceneggiatore dei marveliani X-Men, coadiuvato dal bravo disegnatore Edoardo Barreto.
A causa della molteplicità delle firme, lo stile delle miniserie Aliens non è neppure lontaneamente omogeneo. Caratteristiche comuni alle storie restano, come detto, le ambientazioni oscure ed angoscianti (che del resto hanno caratterizzato i film della serie), ed il ritmo serrato dell'azione. Per il resto, i dialoghi, i personaggi, il tratto non potrebbero essere più diversi. I disegni in generale si mantengono su un buon livello, che diventa ottimo nelle tavole di Barreto, ricche di dettagli tecnici e curate nei personaggi.
I plot della serie hanno un livello altalenante: si va dalla storia mozzafiato (azione, azione ed ancora azione) alle trame elaborate, cervellotiche, che sembrano avvolgersi su loro stesse e mordersi la coda (si raggiunge il culmine negli albi di Claremont, veri e propri arabeschi mentali).

Questa disomogeneità, lungi dall'essere un difetto, è invece motivo di interesse per l'intera serie. Scorrendo le tavole si ha come l'impressione di assistere ad un esperimento, ad un esercizio di stile. Tanti autori, altrettanti disegnatori, impegnati tutti insieme a sfidare l'universo narrativo degli Alien, ad interpretarlo secondo il loro punto di vista, ad imbastire e pennellare storie personali, cimentando il loro stile e le loro capacità in una sorta di gara, di competizione.

Non si ha un vincitore, ma il traguardo viene ugualmente raggiunto: il mito dell'Alieno ci viene mostrato da ogni possibile angolazione, come in un gioco di specchi, come mai l'avevamo veduto. E scusate se è poco.

CURIOSITA' E SPUNTI

In fondo, il film Predator 2 rispondeva già alla domanda: "Chi vincerebbe tra un Alien ed un Predator?". Nella pellicola, difatti, si scorgeva il caratteristico cranio allungato di un insettone appeso sulla parete dell'astronave del Predator, in bella vista tra gli altri "trofei di caccia".

La storia di Claremont, però, va ancora oltre, e si pone un inquietante interrogativo: "Che essere nascerebbe da un Predator inseminato da un Alien?". Come abbiamo visto in Alien3, infatti, la larva aliena eredita numerose caratteristiche dal suo ospite, e ad esempio un insettone nato da un cane è molto diverso da quello nato da un essere umano.

La risposta ipotizzata è il mostruoso Predalieno (a fianco) di cui si è già parlato, una creatura che racchiude in sè le peggiori caratteristiche delle due specie.

Comunque, il confronto Alien-Predator non è l'unico tentato dalla Dark Horse. Del resto, questo genere di "incontri impossibili" rientra nei gusti del pubblico americano. Per accontentarli, la casa editrice del cavallo nero non ha esitato a presentare un'improbabile accoppiata di pipistrelli nell'albo Batman contro Dracula, ed addirittura un grottesco e surreale (udite udite) Alien contro Superman! Leggere per credere.

Nelle miniserie Aliens:Genocidio e Aliens:Alveare si sviscera a fondo l'analogia tra gli Alien e gli insetti sociali terrestri, in particolare le formiche. Questo argomento, più volte sfiorato nei film della trilogia, viene nel fumetto approfondito nei suoi risvolti più affascinanti.

L'organizzazione degli alieni rispecchia perfettamente la struttura del formicaio: esistono le operaie asessuate, i soldati, la regina, i fuchi. La monarca del nido impartisce ordini ai suoi "sudditi" (in genere tutti suoi figli) tramite scambi chimici, secernendo feromoni ed altre sostanze organiche. Nel nido gli alieni perdono la loro identità, la loro coscienza individuale, finanche ogni intelligenza, per divenire parte dell'unica identità del formicaio. E mentre essi rivolgono ogni lealtà ed obbedienza verso la loro regina, sono invece estremamente ostili nei confronti dei membri della loro stessa specie appartenenti ad altri formicai. Così, in Aliens:Genocidio vediamo, per la prima volta, le incredibili immagini di una battaglia fratricida tra Alieni, in cui gli insettoni si sbudellano l'uno con l'altro con una voracità ed un furore da fare invidia alle più sanguinose guerre civili terrestri.

La temibilità dell'Alien, nella trilogia cinematografica, doveva molto al mistero che avvolgeva la creatura extraterrestre. Sviscerate a fondo le caratteristiche della sua specie, essa appare invece quasi inoffensiva. In Aliens:Alveare vediamo addirittura il protagonista, l'entomologo Stanislaw Mayakowsky, esplorare l'interno di un nido alieno senza correre alcun rischio, protetto semplicemente da una matrice feromonica identica a quella di un Alien. I soldati e le operaie, semplicemente, lo "annusano" e lo scambiano per uno di loro.

Eccoci al punto. C'è un messaggio che traspare chiaramente dalle tavole di Aliens, pur non essendo mai scritto. L'alieno è una creatura selvaggia, feroce, brutale. Ma la sua crudeltà non è che uno scherzo di fronte a quella di una specie immensamente più pericolosa: quella umana. La voracità di una regina dell'alveare non è nulla di fronte a quella dei capi delle Corporazioni; la sua ferocia animale non è neppure paragonabile alla crudeltà fredda, ragionata e pianificata dei plutocrati che governano la Terra di questo inquietante futuro.

L'Alien è come uno squalo: è una macchina per uccidere, capace di attaccare l'uomo sulla spinta dell'istinto, per nutrirsene, dunque per sopravvivere. L'uomo, al contrario, è capace di attaccare lo squalo per sport, di mangiare la sua carne magari per curiosità, per moda, di estinguerne la specie solo per capriccio. Chi dei due è il vero mostro?

Perfino il Predator, con le sue armi invincibili e la sua superiorità fisica, deve alla fine soccombere di fronte alla malizia, alla scorrettezza, al doppio gioco ed alla malvagità degli uomini, che trovano finanche il modo di usarlo per i loro scopi.

Questo è il messaggio, inequivocabile. I predatori più crudeli e pericolosi dell'universo, ora e per sempre, restano gli umani.