Diego Cugia di Sant'Orsola, nato a Roma da famiglia sarda, è giornalista professionista, autore e regista: la sua carriera ha avuto inizio come autore di satira in varietà radiofonici come Mocambo Bar scritto a quattro mani con il cantautore Paolo Conte. In seguito, grazie a programmi come Torno Subito e Viva la Radio è riuscito ad imporsi presso un pubblico 'giovane'. Tuttavia il grande consenso arriva con l'invenzione del 'radiofilm'; il format del tradizionale radiodramma è radicalmente cambiato, trasformato da teatro da camera a cinema da ascoltare: grazie all'impiego di voci famose del doppiaggio, basti citare Sergio Graziani, Emanuela Rossi, Ilaria Stagni, e l'uso di effetti sonori presi a prestito dal repertorio del cinema americano, il radiofilm è diventato una realtà targata dal personalissimo stile di Cugia. Con i romanzi multimediali, Il Mercante di Fiori, Domino e Alcatraz, Diego Cugia si consacra come autore eclettico, un successo di critica come di pubblico.

I personaggi di Cugia sono sempre legati ad un'attualità ferale e cruda, spaventosamente contaminata da un pessimismo; ad esempio, Maria, la protagonista del Mercante, è vittima del racket internazionale della prostituzione; Domino, la piccola protagonista del romanzo omonimo, subisce attivamente/passivamente una sofisticata quanto imbrogliata violenza virtuale, poi la clonazione dell'anima. Jack Folla, DJ rinchiuso nel braccio della morte in attesa dell'esecuzione, rappresenta un po' l'espressione virtuale del nostro Ego collettivo, quello più ascoso e difficile da partorire. E' Jack Folla a dare a Diego Cugia una notorietà notevole; se prima Cugia era ascoltato più per curiosità che per vero interesse, Jack Folla impone l'uomo/artista come strumento multimediale di comunicazione. Ormai Cugia ha abbattuto il 'muro di gomma' della comunicazione, proiettandosi in una dimensione espressiva dove il minimalismo così come la cultura alta sono entrambi strumenti validi per dar maggior voce alla propria voce. Tra le opere pubblicate: Il Mercante di Fiori (Rai-Eri,1997), Domino (Rai-Eri, 1998), Jack Folla Alcatraz (Mondadori, 2000).

Non dovevano farvi giocare con i mostri. Perche?, chiese lo showman. Perché lo siete diventati: il 21 Marzo 2001, una giovane sediziosa professoressa abbandona l'Italia per trovar riparo in una sperduta isoletta greca. Diciassette anni dopo, una troupe della Grande Rete Interattiva irrompe nella casa del faro di Antikythera; il Principe presentatore avvelena la professoressa con un biscotto allucinogeno: suo scopo ultimo è quello di trasmettere in diretta TV le ultime visioni/confessioni della vittima.

Il programma, Cookies, è l'intrattenimento migliore per mezzo mondo lobotomizzato e nel raziocinio e nel cuore. Il programma vanta un indice di ascolto di circa quaranta milioni di utenti: questi si collegano alla memoria cinematografica di Speranza Adamoli, che proietta le metamorfosi dell'Italia di oggi: picchiatori fascisti diventati senatori, comunisti diventati cattolici, corruttori diventati moralizzatori, imprenditori diventati demiurghi, italiani diventati xenofobi. Quel Paese di Rifatti a cui lei ha detto No. Milioni di occhi collegati da Londra a Istanbul violano la sua bruciante storia d'amore con Paolo, inviato di guerra, cane sciolto del giornalismo. Speranza e Paolo sono del tutto assimilabili al misterioso Meccanismo di Antikythera che torreggia nella casa del faro, degli Oopart (Out Of Place Artifacts), fuori posto, fuori luogo, fuori della Storia.

Ma un ex allievo della professoressa Speranza Adamoli che diciassette anni prima insegnava alla 'Ippolito Nievo' di Roma, riconoscendola sugli schermi, memore degli insegnamenti della donna, su due piedi decide di intraprendere una solitaria missione di salvataggio; incurante dei pericoli e delle difficoltà per raggiungere Antikythera, l'uomo arriverà comunque troppo tardi per salvare quella che fu la sua 'maestra di vita'. Ma non tutto è perduto, perché il Principe Alexandros, per un momento solo, è rimasto emozionato, allarmato, disgustato, commosso, dalla storia della maestra: è durato un momento, uno sbandamento, ma è stato sufficiente a mettere in crisi il suo sistema di valori morali basati esclusivamente sulla globalizzazione dei sentimenti. Una volta ripresosi dallo shock, Alexandros torna a dar la faccia al suo pubblico attorniato da giovani pupattole senza cervello: nella sua mano la siringa con l'antidoto che potrebbe salvare la vita della donna. Il pubblico è chiamato a emettere il verdetto; contrariamente a tutte le previsioni il pubblico dimostra d'aver maggior coscienza di quanto Alexandros immaginava e decide di voler salvare la vittima del programma Cookies. Ma, all'ultimo momento, la donna rifiuta quell'antidoto che potrebbe salvarle la vita: con le sue ultime forze spinge l'ago della siringa direttamente nel cuore del Principe, che muore in diretta insieme alla sua vittima ormai non più vittima, ma padrona di se stessa, padrona di decidere se vivere o morire senza che si debba rimettere al giudizio di un pubblico avido solo dell'ipocrisia dei suoi sentimenti virtuali. L'ex allievo della professoressa raccoglie la salma e si allontana...

Un romanzo crudo, ricco di commistioni fantascientifiche: quasi impossibile dire se trattasi di un thriller o di un romanzo di fantascienza; classificare, ingabbiare NO in una qualsiasi catalogazione di genere significherebbe decontestualizzarlo, renderlo sterile. NO è un romanzo, un atto di accusa contro l'odierna politica, che per molti versi accoglie una visione pasoliniana della civiltà, ma è anche un thriller e un romanzo di SF, forti sono difatti le influenze orwelliane, dickiane che lo stile di Diego Cugia sa ottimamente amalgamare in un corpus narrativo mai retorico e sempre originale.

Diego Cugia con NO ha descritto perfettamente (in tono apocalittico) quello che è l'attuale panorama sociale/politico italiano; non è uno scritto di quelli che lasciano molte speranze per il futuro, non almeno nel senso che la Provvidenza saprà aggiustare i torti di oggi per tradurli in atti necessari per un domani migliore. Giustamente Diego Cugia non crede nella Provvidenza, nel suo tocco miracoloso: la Provvidenza manzoniana per Cugia non esiste se non come 'caso' e il caso non può migliorare il futuro di un sistema sociale se la società non si espone in veste volitiva come protagonista a gridare 'no' contro le ingiustizie, gli abusi, il lassismo ormai all'ordine del giorno e in Italia e nel mondo.