Diego Cugia di Sant'Orsola, nato a Roma da famiglia sarda, è giornalista professionista, autore e regista. Ha cominciato la sua attività come autore di satira in varietà radiofonici come Mocambo Bar scritto a quattro mani con il cantautore Paolo Conte. Con Torno Subito e Viva la Radio ha presentato al pubblico artisti importanti, quelli della nuova generazione (appena passata di moda!) Angela Finocchiaro a Lella Costa, David Riondino a Antonio Catania e Michele Serra. Domenica delle Meraviglie, un mix di satira, fantasia e musica, ha visto la partecipazione di alcune vecchie guardie del teatro di varietà come Gianni Agus e Rina Fianchetti ma anche giovani comici come Francesco Pannofino e Giovanni De Lucia. Con l'invenzione del radiofilm Cugia riscuote i definitivi consensi di critica e di pubblico; il radiofilm è una brillante idea dell'autore, un nuovo modo di guardare al mondo dell'informazione, è nuova vita al format del tradizionale radiodramma trasformato da teatro da camera a cinema da ascoltare, utilizzando le voci più note del doppiaggio, Sergio Graziani, Emanuela Rossi, Ilaria Stagni) e gli effetti più avveniristici del cinema americano. I suoi romanzi multimediali come Il Mercante di Fiori, Domino e Alcatraz, fanno di Diego Cugia un personaggio di primo piano nel panorama culturale italiano.

Jack Folla, DJ rinchiuso nel braccio della morte in attesa dell'esecuzione, è il fratello (alter ego) in gabbia di noi stessi, l'alter ego di Diego Cugia, la sua anima più vera, la stessa anima che ha reso Cugia tanto popolare presso il pubblico ma anche violentemente odiato da tutte quelle frange politiche che hanno del marcio da nascondere. Jack Folla è un semplice uomo con tutte le sue contraddizioni e le vive giorno dopo giorno con profonda autocritica: altissimo è il suo grido di denuncia che non risparmia né la Destra né la Sinistra. Il tanto contrastato debutto televisivo di Alcatraz in prima serata Rai che vedeva la partecipazione di Francesca Neri spaccò il pubblico: Jack Folla dice quello che sente, quello che vede, non concede giustificazioni né alle stragi di Stato né a quelle sociali né a quelle del microuniverso familiare. Jack, l'alter ego di Cugia, lo si può solamente amare o odiare, non ci sono vie di mezzo. Il suo penultimo romanzo, NO, uno scritto crudo, ricco di commistioni fantascientifiche è l'ennesimo atto di accusa contro l'odierna politica, una politica che oggi è terribilmente simile a quella orwelliana di 1984. Diego Cugia con NO ha descritto perfettamente in tono apocalittico quanto profetico quello che è l'attuale panorama sociale/politico italiano. Dopo gli accadimenti dell'11 settembre 2001, dopo l'ascesa del governo Berlusconi, dopo la sua concretizzazione in governo di Regime, dopo lo sciopero generale del 16 aprile 2002, dopo le nomine Rai che uccidono l'informazione, Diego Cugia torna a dare addosso alle ingiustizie sociali e politiche con un grande romanzo di fiction, Jack l'uomo della Folla. In un momento storico difficile e pericoloso per tutti, Cugia non rifiuta l'impegno sociale/politico: la pubblicazione di Jack l'uomo della Folla (Rai Eri/Mondadori, collana Strade Blu) è un grande atto di coraggio da parte dell'autore e dell'editore.

Jack l'uomo della Folla, è il diario di un italiano latitante: evaso da Alcatraz, da un rifugio segreto, l'alter ego di Diego Cugia continua ad indignarsi con i suoi messaggi nel tentativo di risvegliare le coscienze addormentate della società. L'ex detenuto numero 3957 di Alcatraz è tornato per ricordarci verità che fanno male: ci aggiorna su notizie taciute, ci sbatte in faccia la memoria tradita di un Paese codardo sempre più attaccato al potere e alla ricerca dell'individualismo e degli ismi di comodo, ci mostra un'Italia di zombie mascherati da uomini falsamente rivoluzionari. Jack/Cugia non risparmia nessuno, condanna ogni forma di ipocrisia con eleganza e con un altissimo senso civico: Jack, il clandestino, il fratello ritrovato, ci conduce nel mondo vero attraverso le illusioni infrante e gli amori finiti, dentro le zone d'ombra del nostro passato, gli omissis, i non ricordo, i top-secret pubblici e privati, molto privati. Jack/Cugia non risparmia i suoi atti d'accusa, non ha paura, è un poeta della Folla, del popolo vessato e preso per culo da enti statali e privati, da personaggi falsamente intellettuali e politici: Jack, occhi che trapanano i nostri per spogliarci della nostra insolente cecità, non ha alcuna paura di rivelare la follia di un mondo dove gli uomini sono marionette, Jack non teme di mettere nero su bianco che il Paese è condannato dall'infanzia prepotente di piccoli dittatori educati soltanto a pretendere, dalla miseria di chi fa la riverenza, dall'arroganza di chi ha deviato i nostri sogni confinandoli negli scaffali dei supermercati fra sottilette e deodoranti. Le accuse sono contro tutti, anche contro la Fallaci, un tempo una vera intellettuale concreta con le palle, oggi una mummia sacrificata a innalzare la sua piramide/tomba di pregiudizi per convenienza; Jack/Cugia quello che pensa lo dice contro i professionisti del Risiko, contro gli ipocriti e la lobotomia di massa, contro i Talebani vicini e lontani, di casa nostra. Jack/Cugia è il portavoce virtuale che sta con gli italiani che hanno perso sempre, con chi si tira fuori dal branco delle opinioni preconfezionate, con chi non ha voce ma ha tanta voglia di gridare e incazzarsi, con i giovani figli di nessuno che più non credono nel facile vittimismo di essere inquadrati come vittime: Jack/Cugia è consapevole che può fare poco, molto poco, può tentare di risvegliare le coscienze, e tentare non è poco, è già tanto nell'attuale momento storico, è più di quanto molti non osano fare per vigliaccheria, per piccineria. Jack/Cugia ha parole in bocca che tagliano come coltelli: l'autore guarda al panorama umano e lo esamina come un antropologo ricco di umanità che sa cos'è il male, che sa cos'è il bene. Jack/Cugia cerca la tomba dove l'Italia si è nascosta ed evita di usare aggettivi possessivi: questo è mio, quello lì è mio, questo è pure mio e tuo, l'Italia è mia, mi consenta!, non è robaccia per il vocabolario di Cugia.

Jack l'uomo della Folla non è solo fiction di grande livello, è la realtà, è uno scritto che farà inalberare quanti hanno la coscienza sporca; e c'è da mettere la mano sul fuoco che in molti alzeranno la voce solo per dar fiato alla loro prepotenza e per scagliare la prima pietra, ovviamente, contro il primo extracomunitario. E in tanti tenteranno di mettere Jack in gabbia, di renderlo schiavo, ma Jack fuggirà da Alcatraz, nuovamente se ciò dovesse mai accadere, e tornerà a sferzare i qualunquisti, i protagonisti, i politici, tutte le coscienze sporche di un'Italia brutalizzata da omarini volgarmente prepotenti e ignoranti, ma anche l'Italia addormentata nella culla del vittimismo che ha fatto suo.