Pare che ci siano argomenti fantascientifici in voga in alcuni paesi piuttosto che in altri. In Spagna, ad esempio, sembra che l'argomento robot sia più sentito, tra romanzi come Lacrime nella pioggia di Rosa Montero e film come il buon Eva del 2011. Adesso tocca ad Automata affrontare lo stesso tema, una produzione spagnola girata in inglese in Bulgaria, appena uscita nei cinema americani dopo aver fatto qualche comparsata nei mesi scorsi in alcuni festival specializzati.

Siamo nell'anno 2044 e il nostro pianeta, tra effetto serra e desertificazioni non se la passa troppo bene. Jacq Vaucan è ufficialmente un agente assicurativo della ROC, una multinazionale che produce la gran parte dei robot umanoidi circolanti sulla Terra. In realtà il suo compito consiste nel rintracciare e mettere "fuori servizio" i robot che non rispondono più alle direttive programmate in fabbrica. Quello che non sospetta è che alcuni robot, come l'androide Cleo, sono riusciti a cambiare da soli la propria programmazione, evolvendosi in una nuova forma di vita le cui conseguenze sull'intera civiltà potrebbero essere enormi.

Primo protocollo: "Un robot non può danneggiare alcuna forma di vita". Secondo protocollo: "Un robot non può alterare sé stesso o altri robot". Queste sono le regole programmate nei robot di Automata, e se sembrano somigliare un pochino alle Leggi della Robotica del Buon Dottore Isaac Asimov, beh la somiglianza non è puramente casuale. In effetti il regista Gabe Ibànez (l'horror Hierro) che ha diretto il film e scritto la sceneggiatura insieme a Igor Legarreta e Javier Sànchez Donate, sembra aver tratto più di un'ispirazione dai romanzi dei ciclo robotico di Asimov, anche se poi il film è un thriller fantascientifico, più simile per atmosfere alle immagini di Io, robot di Alex Proyas (che in effetti era una finta trasposizione dei racconti asimoviani).

Come detto, la produzione è spagnola ma il respiro a cui ambisce è internazionale, e si capisce dal cast, a cominciare dalla star Antonio Banderas, al suo esordio nel genere fantascientifico. Con lui la compagna della vita, una piuttosto siliconata Melanie Griffith (che presta la voce anche all'androide Cleo), l'attrice danese Brigitte Hjort Sørensen (la serie tv Borgen), Dylan McDermott (Hardware - Metallo letale, la serie American Horror Story), il redivivo Robert Forster (Supernova al cinema, Heroes e Alcatraz in tv) e, nelle "giunture" del robot Blue, il premio Oscar Javier Bardem, anche lui al debutto fantascientifico. Il film (che non ha ancora un distributore italiano) ha ricevuto un'accoglienza piuttosto tiepida, anche se non sembra essere peggiore di molti altri visti finora. Non resta che guardarsi l'ultimo trailer rilasciato in rete tempo fa, più una clip pubblicata da alcuni giorni, nella quale Banderas pone a uno dei robot una domanda interessante.

Trailer esteso

Clip: "Non è possibile"