Proprio negli anni del famoso R.U.R. del cieco Karel Capek, il dramma teatrale che ha coniato il nome robot, usciva un altro lavoro, forse meno noto, sul tema dei cyborg. Si tratta di The Clockwork Man dell'inglese Edwin Vincent Odle. Pubblicato per la prima volta nel 1923, la storia racconta di un lontano futuro in cui essere umani in uno stato evolutivo avanzato sono in grado di impiantare meccanismi a molla nel cervello che migliorano le condizioni di vita e consentono inoltre di viaggiare nel tempo e nello spazio. Qualcosa però va storto e uno di questi esseri viene trasportato accidentalmente negli anni Venti, comparendo nel bel mezzo di una partita di cricket. Seguono peripezie comiche.

The Clockwork Man ritorna dunque dal limbo e viene pubblicato prima online su HiloBrow, blog culturale nato nel 2009 e nominato dal Time come uno dei migliori del 2010, per poi arrivare su carta a settembre in un'edizione celebrativa dei novant'anni. L'iniziativa si inserisce nel contesto di un progetto di recupero di quella che l'editor (e fondatore del blog) Joshua Glenn ha descritto come la "Radium Age" della fantascienza, per distinguerla dalla più nota "Golden Age".

Se vi state chiedendo di cosa si tratti, ecco qui: "Ho rintracciato molti romanzi e racconti di fantascienza che risalgono al periodo 1904-1933," spiega Glenn. "Ritengo che sia un'epoca di cui i critici e i fan dovrebbero andare fieri. È l'era in cui nasce la fisica nucleare e la materia, anche quella più familiare, diventa strana, quasi aliena. Nel 1896 viene infatti scoperta la radioattività, per cui poi l'atomo verrà visto, almeno in parte, come uno stato d’energia, sempre in movimento. È una metafora perfetta per un'epoca in cui le vecchie certezze religiose, politiche e scientifiche vengono rovesciate".

La linea editoriale è perciò quella di andare a recuperare una fantascienza letteraria, socialmente consapevole, utopistica, che si allontani da quella più "primitiva" o "avventurosa" (secondo l’editor) dei vari Burroughs, E.E. Doc Smith o persino di Gernsback. Per cui ecco autori come Olaf Stapledon, William Hope Hodgson, Karel Čapek, Charlotte Perkins Gilman e Yevgeny Zamyatin, oltre allo stesso Odle, su cui un autore come Jonatham Lethem ha speso parole pesanti: "The Clockwork Man è divertente e sinistro, di certo indimenticabile. È l'anello mancante fra Lewis Carroll e John Sladek o Philip K. Dick. Propone una linea di sviluppo alternativa della fantascienza, che affonda le sue radici nella sensibilità sia di Chesterton che di H.G. Wells". Insomma, da leggere. Nelle Risorse in rete tutti i link.