Eraldo Baldini esce finalmente con il suo nuovo romanzo, Terra di nessuno, un romanzo che si legge tutto d'un fiato: con questa sua nuova prova letteraria, finalmente, è il caso di dirlo, Baldini torna a fare grande letteratura. Dopo la prova deludente del suo penultimo lavoro, Tre mani nel buio, Baldini, con Terra di Nessuno, ci regala un piccolo capolavoro che nulla ha da invidiare alle sue opere passate maggiormente riuscite, Faccia di sale e Gotico rurale.

Terra di nessuno è un romanzo allo stesso tempo duro e tagliente, teso e claustrofobico, che traduce il lettore in una trincea di raffinata psicologia. Quattro reduci della Grande Guerra, nel tentativo di ritardare il difficile reinserimento nella vita quotidiana, tentano di rimanere ancora insieme, affittano un bosco nell'alto Appennino al fine di lavorarci come carbonai. Ma una volta insieme, finalmente giunti nelle latebre di ramaglie dell'Appennino si trovano coinvolti in un crescendo di eventi tanto strani quanto innaturali: un lupo bianco con un solo occhio prende a spiare ogni loro singola mossa, un lupo inquietante che sembra uno spirito, e forse è proprio una manifestazione ultraterrena di un passato che ignorano o che non hanno il coraggio di riconoscere come bagaglio della loro propria vita. I quattro reduci/amici lassù, persi nella foresta appenninica, assistono impotenti alla loro disfatta psicologica e corporale; si erano illusi che estraniandosi dalla società avrebbero potuto recuperare il loro equilibrio mentale, quello borghese di quando la Guerra non aveva minato con la sua truculenza la loro gioia di vivere, ma qualcosa è andato storto. La carbonaia che hanno messo su si rivela subito una idea matta: niente funziona come avevano immaginato; il lupo segue le loro mosse, vecchie ferite di guerra si riaprono nei loro corpi, cominciano a suppurare. Minati nello spirito e nel corpo, ridotti alla fame, sono costretti a dividersi; le provviste che un contadino avrebbe dovuto loro portare presso la loro baita non arrivano, la fame produce nei quattro amici allucinazioni che si sovrappongono agli eventi innaturali che le alture appenniniche propongono alla loro psiche. Si separano. Ben presto risulta chiaro che qualcosa è accaduto al contadino: la sua casa è vuota, il desco è apparecchiato, ma di lui nessuna traccia, sembra quasi che sia stato inghiottito dal tempo. Il lupo con un solo occhio continua a spiarli. Si riuniscono: insieme raggiungono la casa di alcuni carbonai, ma la scoperta che fanno è a dir poco macabra: sei corpi, tutti morti, e su di loro nessuna traccia di ferite. Un fatto inspiegabile: i quattro amici decidono che forse è il caso di tornare indietro, ma come fare? La fame li ha ridotti impotenti, vulnerabili: i loro corpi esplodono in un fiore di dolore, le vecchie ferite di guerra si riaprono, cominciano a dolere e a suppurare. Gli accadimenti li portano a separarsi nuovamente: non si incontreranno mai più. Presto nella coscienza di ognuno di loro la consapevolezza si fa strada: sono nella terra di nessuno, la guerra non è finita, si è solo presa una pausa, sta giocando con loro come pedine su di una scacchiera destinata a essere distrutta. Seppur separati dagli eventi, ognuno di loro concepisce questa verità: la terra di nessuno li ha fatti prigionieri e uno alla volta li sta restituendo al campo di battaglia. No, la guerra non è finita: la guerra non finisce mai anche quando può sembrare che sia 'realmente' terminata. Il lupo bianco con un solo occhio non può essere ucciso!

Terra di nessuno è un noir che non ha la pretesa di ricostruire rigidamente le motivazioni storiche della Grande Guerra; stile asciutto, accadimenti veloci, cinematografici, un chiaro atto di accusa contro la crudeltà della guerra, questi gli ingredienti dell'ultima fatica di Eraldo Baldini. La fragilità della psiche, dell'anima umana, è resa con sapiente consumata esperienza da Baldini: un grande noir nella migliore tradizione letteraria italiana che nulla ha da invidiare alle migliori prove degli autori francesi, quasi da sempre maestri del noir.