Sega in questi giorni ha pubblicato The Cave, un titolo che ribadisce l'interesse degli editori, tutti, verso il segmento sempre più ricco dei giochi scaricabili, ma segna anche il ritorno alle avventure grafiche di Ron Gilbert. O, perlomeno, mostra come il papà di The Secret of Monkey Island vede oggi il genere che, tra la fine degli anni '80 e i primi anni '90, ha contribuito a istituire insieme a figure del peso di Dave Grossman e Tim Schafer. Grossman adesso è uno dei pezzi grossi di Telltale, che a sua volta, con il recente The Walking Dead, videogame a episodi ispirato al celebre fumetto/serie tv, ha voluto dare una lettura contemporanea dei punta e clicca. Schafer è diventato il patron di Double Fine, la software house di Psychonauts e diversi altri progetti, come appunto ora The Cave, tramite cui lo storico duo della vecchia Lucas ricomincia finalmente a collaborare. Non aspettatevi comunque un canovaccio classico.

Ron Gilbert
Ron Gilbert

The Cave riprende a grandi linee ciò che, secondo Gilbert & Co., rappresenta l'essenza delle avventure. Intanto però la decostruisce e ricostruisce attorno alla Weltanschauung dell'odierno digital entertainment. Anche se enigmi e racconto rimangono elementi cardine, lo stile per molti versi lo fa assomigliare a un titolo d'azione, dove si salta, si corre... In realtà le varie attività fisiche legate al controllo diretto sui personaggi, in una prospettiva dagli echi metroidiani, sono semplici distrazioni per rendere più piacevole muoversi tra un puzzle e l'altro, che restano al centro del gioco, continuano a sfruttare a fondo il pensiero laterale e la particolarissima logica dell'assurdo tipica dell'autore, ma a loro volta sono stati aggiornati nell'ottica delle sedute mordi e fuggi, tenendo conto dei ritmi di vita di un pubblico più ampio possibile.

Il team Double Fine al gran completo
Il team Double Fine al gran completo

Niente inventari. Piuttosto spazio alla cooperazione, vera e virtuale, tra i protagonisti. Se si hanno un paio di amici al proprio fianco, si può guidare ciascuno uno degli eroi del trio (in singleplayer invece si gestiscono tutti e tre passando dall'uno all'altro) scelto da un cast di sette improbabili avventurieri catapultati nel ventre di una misteriosa caverna parlante. Il caratteristico humour, qui più nero che mai, offre la scusa per un tuffo cupo e dissacrante nei meandri dell'animo umano che ha modo qua e là di citare e citarsi, dai pirati di Monkey Island ai viaggi nel tempo di Day of the Tentacle e soprattutto Maniac Mansion, con la sua schermata di selezione dei personaggi in base ai quali, ora, cambiano dinamiche e gli stessi livelli da affrontare.

Un fotogramma di The Cave, dove la più classica delle avventure cavalleresche viene reinterpretata alla Ron Gilbert
Un fotogramma di The Cave, dove la più classica delle avventure cavalleresche viene reinterpretata alla Ron Gilbert

The Cave è disponibile unicamente in digital delivery. Lo si può acquistare dal Playstation Network di Ps3, dal Marketplace di Xbox 360, dall'eshop Nintendo di Wii U e, per Pc e Mac, su Steam. Se poi qualcuno non mandasse giù la nouvelle vague dei punta e clicca, non si disperi troppo, perché di avventure vecchio stampo se ne continuano a fare. Oltre al modello rétro, che si sta facendo avanti grazie a titoli indie come Resonance, ultimamente sembra aver avuto fortuna il filone apocalittico: The Whispered World l'ha interpretato in chiave metafisica; A New Beginning in termini ecologici; Secret Files 3 sull'onda del clima millenaristico del 2012. Una chicca, per gli appassionati di fantascienza, è il delizioso mondo dei robot di Machinarium. Ma tra i cult di oggi c'è anche il colpo di coda di Jane Jensen, la signora dei Gabriel Knight, che con Gray Matter ha dimostrato che si possono ancora rivoluzionare le meccaniche di un'avventura grafica pur restando fedeli alla linea.