Di recente negli Stati uniti sono state trasmesse in televisione due clip relative a The Amazing Spider-Man, che danno un'immagine del nostro amabile supereroe di quartiere un po' diversa da quella vista nella trilogia di Sam Raimi.

In uno dei due (i link sono a fondo pagina), i fan hanno avuto l'impressione che il protagonista avesse l'atteggiamento da bullo, divertendosi a spese di un criminale da quattro soldi. Intervistato da MTV, il regista Marc Webb non la vede in modo poi così diverso: "Penso che la sensazione abbia una base reale. Il motivo per cui Peter Parker (Andrew Garfield) si comporta in quel modo in quella situazione è che, nelle vesti di Spider-Man, si sente ubriaco di potere, si diverte, è davvero un po' un bulletto".

Per Webb, Peter Parker non è un santo: "Non è profondamente altruista, una cosa che scoprirete vedendo il film. È un riflesso del suo atteggiamento: indossa la maschera e il ragazzo timido sparisce, si sente un supereroe con superpoteri. Questo vuol dire divertirsi, anche a spese degli altri". È una sensazione liberatoria per il protagonista: "Puoi vedere e fare tutto quello che vuoi, senza conseguenze personali. È una sensazione pericolosa, ma anche molto eccitante".

Questo comportamento vagamente folle rappresenta ciò che farebbero anche gli spettatori se fossero nei suoi panni, il che rende Spider-Man un personaggio in cui ci si può immedesimare: "Quello che ho sentito e mi ha attratto è quanto sia facile immedesimarsi: è un supereroe, ma è solo un ragazzo, non è un miliardario e non è un alieno. La sua vita di tutti i giorni è così ordinaria che tutti possono rispecchiarsi in lui ed è ciò che mi è sempre piaciuto nella Marvel: gli X-Men e Spider-Man sono teenager, che nei fumetti della DC Comics sono solo spalle dei protagonisti."

La connessione con i fumetti diventa quindi immediata: "Io credo che si entri in contatto con questo mondo a una età in cui il desiderio di essere come i personaggi che si seguono raggiunge l'apice. Io so di avere un 17enne per sempre intrappolato dentro di me e questo crea una fascinazione immediata".

A sua volta, The Lizard (Rhys Ifans), il suo antagonista, non è solo un cattivo, ma uno specchio del protagonista: "C'è stato un momento in cui mi sono chiesto di cosa parlasse questa storia. All'inizio del film a Peter Parker manca una parte importante: i genitori. Ed è questo desiderio a dargli una motivazione, che lo guida e lo spinge sul suo cammino personale".

Ma non è il solo: "Al dottor Connor/The Lizard manca un braccio, il che lo porta sul suo percorso individuale. C'è questo tema simmetrico in Curt Connors che lo fa diventare l'incarnazione stessa del tema del film: abbiamo tutti una parte mancante. Come riempiamo questo vuoto diventa il modo in cui definiamo noi stessi. Quando me ne sono reso conto, The Lizard è diventato la scelta più logica".

Naturalmente, sono simili ma anche opposti: "Ovviamente, la moralità di Connors è più dubbia di quanto diventi quella di Peter, ma le motivazioni sono simili. Solo che i due si evolvono e si manifestano in modi diversi."

Voi che dite, The Lizard è la perfetta nemesi di Spider-Man?