Torna nelle librerie China Mieville, autore che in breve tempo e con pochi romanzi si è conquistato fama e un buon seguito di fedeli lettori. Fanucci Editore pubblica in questi giorni il romanzo La città & la città (The City & the City, 2009), ancora un'opera che non mancherà di far parlare di sé.
Nel contesto di un romanzo di fantascienza, l’autore inserisce un'interessante detective-story. Ma, come suo costume, non si limita a questo, in quanto narra anche una parabola sulle difficoltà di comunicazione nella società attuale con argomenti forti come l’imperialismo, il terrorismo, l’omosessualità e molto altro.
Il Los Angeles Times ha scritto: "La scrittura di China Miéville ricorda un meraviglioso mix tra Philip K. Dick, Raymond Chandler e Franz Kafka. Una sfrenata lettera d'amore su diversità, complessità, contraddizioni e umanità che popolano le metropoli".
L’autore. China Mieville è nato a Londra nel 1972. A diciotto anni si è trasferito in Egitto, dove ha insegnato inglese e si è interessato alla cultura araba e alla situazione politica mediorientale. È laureato a Cambridge in antropologia sociale e ha conseguito un master presso la London School of Economics. Il suo primo romanzo, King Rat (1998), è stato nominato per il Bram Stoker Prize. Perdido Street Station ha vinto l'Arthur Clarke Award e il British Fantasy Award nel 2001. Fanucci Editore ha pubblicato anche Un regno in ombra, La città delle navi, Il treno degli Dèi e Il libro magico.
La quarta di copertina. Immaginate due città, separate e unite allo stesso tempo, in un punto indefinito dell'Europa. Figlie della catastrofe post-sovietica. Due città sovrapposte, che condividono lo stesso spazio, ognuna con le proprie strade, i propri palazzi, i propri cittadini, la propria storia, la propria identità. Un'anomalia spazio-temporale, un capriccio tecnologico, un errore nella creazione, una scissione a un certo punto della storia? Tutto questo, o forse no.
Per un abitante di una città, il più grave reato è quello di vedere un abitante dell'altra: sono due mondi vicinissimi, eppure incomunicabili, e la punizione per chi trasgredisce è certa e impietosa. Così tutti sono abituati fin dalla nascita a non-vedere, a sfuggire ogni forma di contatto con gli altri che pure sono lì, sotto i loro occhi e a portata di mano. Una mattina come un'altra viene scoperto un delitto, in una delle due città, e le indagini portano fino all'altra città, e poi oltre, in un'altra realtà che nessuna delle due sembra conoscere, e che probabilmente trascende entrambe.
China Mieville, La città & la città (The City & the City, 2009)
Traduzione Maurizio Nati, Fanucci Editore, collana Immaginario Fantasy, pagg. 360, euro 12,90
12 commenti
Aggiungi un commentoComprato l'altro giorno alla Feltrinelli, c'erano due copie esposte.
Io non credo che si tratti di un mancato sforzo esplicativo. Per chi scrive a quei livelli nulla, o quasi, è lasciato al caso, e un narratore come Mieville conosce per forza tutti gli aspetti legati al suo romanzo, i punti di forza o di debolezza. Se lascia degli spazi vuoti, delle carenze descrittive di un certi rilievo, lo fa intenzionalmente e con uno scopo preciso, che nella mia ignoranza ipotizzo possa essere incuriosire il lettore in modo da legarlo strettamente al romanzo, e sulla scia di questa curiosità trascinarlo sino alla fine.
Per la cronaca, sono fermo ancora a pagina 50, è qualche giorno che mi dedico ad altre letture...
Sono ad un buon punto e comincia ad avere un suo senso.
Sopo aver letto "Perdido Street Station" speravo di ritrovare un luogo follemente fuori dal comune.
Ma le prime pagine mi hanno lasciato un po' deluso (e credo di non essere stato l'unico). Fortunatamente poi il romanzo si è ripreso e la storia dell'omicidio che sembrava quella principale è diventata secondaria,.
La vera storia è quella di una città che è difficile da inquadrare.
Palomino
Finito di leggerlo.
E' stato un crescendo. Probabilmente quando mi sono fatto una mia idea sulla città e ho smesso di inquadrala, tutto è diventato più semplice.
E' fondamentalmente un giallo, un assassinio dai molti risvolti che si svolge in una città divisa. Un po' come se il libro fosse ambientato nella Berlino del muro. Solo che la città ha una divisione più mentale che reale.
Mentale perché i suoi abitanti sono arrivati ha crearsi un codice visivo per farsi riconoscere e non farsi vedere.
Palomino.
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