Antonio, il personaggio principale, ha inviato per festeggiare il Natale, nella sua casa di Bobbio, le persone che ha più care al mondo: i cugini Roberto e Paolo, padre e figlio, e gli amici Luisa e Giorgio. Antonio è stato abbandonato da sua moglie Maria, che l’ha lasciato per un altro uomo e ha un amico carissimo, un americano che si fa chiamare Shekhinah, che si trova negli Stati Uniti in carcere, per aver commesso dei reati a sfondo sessuale. Shekhinah è un esoterista e in Antonio non ha trovato solo un amico, ma la sua metà, la sua parte maschile, perché il nome Shekhinah significa la parte femminile di Dio. Non è un caso che con Antonio Shekhinah intenda portare a compimento un progetto destinato a sconvolgere l'universo: la trasmutazione della materia in luce e con essa la ristrutturazione dell'Universo. Il tutto avverrà proprio nella notte di Natale e Shekhinah e Antonio sono le due figure chiave di questo processo esoterico: il primo, nonostante si sia definito la parte femminile di Dio, feconderà Antonio e quest'ultimo fungerà da amplificatore, affinché tutta la materia diventi luce.

Il racconto si regge su tutta una serie di dualismi: uomo/donna, luce/materia, bianco/nero e si può leggere come una metafora della continua trasformazione della vita, dell'uomo e dell'universo. Una visione più positiva rispetto a molti suoi racconti e soprattutto a Procedura empatica, il racconto temporalmente più vicino a Bianco su nero.

La storia contiene anche delle citazioni fantascientifiche e in questo senso è un meta-racconto sulla science fiction, quasi un manifesto di cosa questo tipo di letteratura è per l'autore e le sue potenzialità. Una narrativa che sa raccontare il presente con una lucidità superiore a quella cosiddetta mainstream, o se si vuole realista e non di genere. Una lezione che non poteva che venire da un Maestro della letteratura fantastica, qual è Vittorio Curtoni.