Un team di astronomi, tra cui un ricercatore della NASA, hanno scoperto una nuova classe di pianeti della dimensione di Giove che vagano solitari nell’oscurità dello spazio, lontano dalla luce di una stella. Il team ritiene che questi mondi solitari siano stati probabilmente espulsi da sistemi planetari in formazione.

La loro scoperta è avvenuta grazie al fenomeno delle microlenti gravitazionali (similare al concetto di lenti gravitazionali postulato da Albert Einstein): il passaggio di un pianeta oscuro davanti a una stella sullo sfondo provoca un breve aumento di luminosità, che può durare un paio di giorni, dovuto al fatto che la gravità del pianeta focalizza (simile a un effetto ingrandente) la luce della stella nella nostra direzione.

come funziona una microlente gravitazionale
come funziona una microlente gravitazionale
Occorre però un vero colpo di fortuna per assistere a un evento simile. Per annunciare la scoperta dei pianeti solitari è stato necessario tenere sotto controllo ben cinquanta milioni di stelle attorno al centro della galassia. Fra queste sono stati registrati 474 flash gravitazionali, ma soltanto dieci di questi coincidono con il passaggio di un pianeta isolato. Tuttavia, è possibile ipotizzare che nell’intera Via Lattea i pianeti solitari devono essere numerosissimi, tanto da superare addirittura il numero di stelle della galassia. Si parla di duecento o trecento miliardi di pianeti, ma quale può essere la loro provenienza? Potrebbero essere stati espulsi in un passato ormai remoto da sistemi planetari d’origine in conseguenza di incontri ravvicinati con altri pianeti.

Questa scoperta porta alla conseguenza che l’esistenza di così tanti pianeti dispersi in giro per la galassia può indicare che i sistemi planetari intorno alle stelle devono essere numerosissimi (forse è la norma). "Anche se questi pianeti erranti erano stati previsti, ora che sono stati individuati determinano ricadute importanti nei modelli di formazione ed evoluzione planetaria," dice Mario Perez, scienziato del programma esoplanetario al quartier generale della NASA a Washington.

A questo punto possiamo supporre che anche il numero dei pianeti simili alla Terra siano di più di quelli finora stimati? Magari abbiamo qualche pianeta solitario vicino e non lo sappiamo ancora.