Tecnicamente si chiama pitch. È un documento che riassume le linee principali di un progetto cinematografico o televisivo, steso da un autore o da un regista allo scopo di presentare il suo progetto ai produttori. È il primo passo da compiere per chiunque voglia realizzare un film o un serial ed è fondamentale, perché è in base a ciò che viene scritto nel pitch che i produttori decidono se finanziare o no il progetto. Naturalmente non è detto che quello che è scritto nel pitch venga realizzato alla lettera: serve più che altro per capire le potenzialità e decidere quanto investire.

Sarebbe interessante capire quanti progetti televisivi sono stati realizzati e in che modo, partendo da un semplice riassuntino. In questo caso abbiamo la possibilità di esplorare l'inizio di una delle saghe fantascientifiche più amate di sempre. Parliamo di Star Trek, naturalmente, e grazie al blog leethomson.myzen.co.uk, che ha scovato (non è dato di sapere in che modo) e messo in rete la prima bozza del documento, datato 11 marzo 1964, steso da Gene Roddenberry per presentare l'idea della sua serie sci-fi ai produttori televisivi. Abbiamo così modo di scoprire un po' di cose interessanti su come è nato il progetto, e su come poi si è evoluto nella serie che tutti conosciamo.

Nel documento Roddenberry mette subito in chiaro che cosa ha in mente: una serie fantascientifica "drammatica" (così indicata per distinguerla dalle sit-com e da altri generi per ragazzi) di un'ora per episodio, centrata su un nucleo forte di personaggi più altri comprimari. La serie racconterà le avventure dell'equipaggio di una nave stellare in missione di pattugliamento in un vasto settore della galassia, popolato da numerose colonie umane e da civiltà aliene. Come fondamento scientifico delle avventure di Star Trek Roddenberry cita, pur non nominandola, la famosa equazione di Drake, che partendo dalla stima del numero di galassie e soli nell'universo, arriva a stimare il numero di possibili pianeti in grado di ospitare vita intelligente.

Il concept della serie, cioé il meccanismo narrativo che fa da collante tra tutti gli episodi, è ovviamente quello del viaggio. Roddenberry cita la metafora del Wagon Train, del vagone ferroviario: a ogni stazione, cioé a ogni sosta dell'astronave presso un pianeta, corrisponde una storia e quindi un episodio del serial. Il quale sarà ambientato in un futuro imprecisato ma non troppo distante dalla nostra epoca, e questo per permettere da parte degli spettatori l'identificazione con le vicende vissute dai personaggi. Per raggiungere questo risultato Roddenberry identifica un concetto chiave: quello dei mondi paralleli (Parallel Worlds). I pianeti e le colonie dovranno essere popolate da piante, animali e personaggi non troppo diversi da quelli abitualmente conosciuti sulla Terra. Inoltre le varie società con cui l'equipaggio della nave stellare verrà in contatto avranno parecchi punti in comune con le varie società che hanno attraversato la storia umana. In questo approccio Roddenberry trova due vantaggi: il primo consiste nell'ambientare storie fantascientifiche in contesti riconoscibili dagli spettatori, che possono quindi identificarcisi. Il secondo è di natura più pratica ma non meno importante: la possibilità di utilizzare set, costumi e scenografie già sfruttate per altre produzioni, abbattendo pertanto i costi.

In questo modo l'unico set che andrebbe costruito ex novo è quello dell'astronave, da dettagliare in ogni suo ambiente (plancia di comando, sala macchine, infermeria, alloggi per l'equipaggio). Naturalmente Roddenberry non esclude la possibilità che alcuni episodi possano essere del tutto "fantascientifici", quindi ambientati a bordo della nave o su un mondo totalmente alieno, o basati su una teoria scientifica innovativa. L'impressione però è che tenda a non dare troppo risalto a questi aspetti (sottolinea infatti che i modelli di navi spaziali e altro possono essere miniaturizzati, e che il trucco per trasformare gli attori in alieni è facile da realizzare), forse per non spaventare gli eventuali finanziatori prospettando una serie dai costi esorbitanti.

Il documento elenca poi le caratteristiche della missione della nave S.S. Yorktown e del suo equipaggio. Sì, perché questo era il nome pensato in origine da Roddenberry per quella che poi sarebbe diventata la U.S.S. Enterprise. La missione è sempre la solita, ovvero pattugliamento quinquennale dello spazio con compiti di esplorazione scientifica, contatto con nuove civiltà e protezione delle colonie umane. Al comando della Yorktown c'è il comandante Robert M. April, il protagonista principale della serie, descritto come una sorta di Capitano Hornblower dell'era spaziale (per chi non lo sapesse, Hornblower è il protagonista dei romanzi dello scrittore britannico Cecil Scott Forester). April è un tipo più portato all'azione che alla riflessione, ma in grado di comprendere sia la mentalità umana che quella alinea. Ad affiancare April troviamo il Numero Uno, ufficiale esecutivo già indicato da Roddenberry come una donna, fredda ed efficiente. Poi il Navigatore Jose Ortegas, giovane, brillante e dal temperamento latino, vale a dire sciupafemmine; l'ufficiale medico Phillip Boyce, di mezza età e con già appiccicato il nomignolo di Bones; il Primo Ufficiale, ovvero Mr. Spock, definito come un mezzo marziano e dall'aspetto satanico; e infine l'assistente del capitano, una bionda dalle curve generose.

Il documento si conclude con l'esposizione di una serie di aspetti pratici e di budget, tra cui i gadget da inventare come il traduttore universale. Ed elencando una manciata di plot per altrettanti possibili episodi del serial, divertenti da leggere e da riconoscere: come The next Cage, anticipazione del pilot Lo zoo di Talos, o President Capone, ambientato nella Chicago del proibizionismo come Chicago anni 20, oppure come The Mirror, l'embrione di quello che poi sarà Specchio, specchio, uno degli episodi più amati dai fan. Non mancano episodi su temi controversi come il controllo mentale, il pacifismo e la guerra, il cannibalismo.

Come usava scrivere Isaac Asimov, nel mondo fantascientifico Star Trek sembrava essere più che altro una lunga scorribanda tra pianeti, ognuno dei quali rappresentava un'epoca differente della nostra storia. Nel mondo reale, sappiamo invece come è andata: l'impostazione dei mondi paralleli cara a Roddenberry è rimasta ma non è così centrale nella serie, e questo probabilmente è stato un bene. L'universo di riferimento è stato reso più complesso con l'introduzione della Federazione e soprattutto dei Klingon, di cui nel pitch non c'è traccia. I personaggi hanno subito i cambiamenti che conosciamo, e non soltanto nel nome; curiosa infatti la trasformazione del focoso Ortegas nel flemmatico Sulu, segno che forse non era ancora tempo per un protagonista ispanico. Insomma, lo sguardo sul documento ci permette di dare un'occhiata a un altro mondo parallelo, quello dell'immaginazione di un autore, e sul processo creativo che ha portato prima in televisione e poi al cinema una della saghe fantascientifiche più apprezzate di sempre. Le pagine del documento sono state elencate nella galleria qui sotto, ma per chi volesse scaricare un più comodo documento PDF, è disponibile un link tra le Risorse in rete.