-010-Sono una scheggia proiettata alla velocità della luce attraverso il pianoro desolato al tramonto. Una coda di sabbia, polvere e ceneri si fonde al vapore radioattivo che la lancia esala sbuffando dagli ugelli di scappamento. Intersecando l’ideale confine tra i territori del giorno e le lande notturne, i moti convettivi dell’atmosfera perturbano le traiettorie paraboliche di granuli e particelle.Dal cielo piove il messaggio divino, recapitato dalla trama di impulsi di una trasmissione modulata in frequenza. I circuiti di ricezione di cui mi ha provvisto l’Arconte svolgono al meglio la loro funzione: captano la forma d’onda, la processano e ne estraggono il messaggio.

> 29° 21’ 05” N 24° 58’ 19” E

Mi stringo al dorso ricurvo della lancia, adattandomi al suo profilo gentile, e spingo ancora più a fondo la barra di uranio nel reattore: con un gemito il propulsore si scuote dal suo ronzante regime, la danza sinusoidale ha un sobbalzo di piacere fremente, poi il flusso di vapore diventa più intenso e la turbina sale di giri. Sento solo il tuono del turbomotore. La mia tensione risale la ripida chiglia del mio personale diagramma di trepidazione. Ho una missione da compiere. Non c’è tempo da perdere.

+011+

Echi di guerra percorrono l’immensità di queste lande desolate.

La battaglia versa ormai in stadio avanzato, ma non sembra decidersi a volgere verso l’epilogo. Detonazioni neutroniche rifulgono in lontananza, lampi azzurri si sprigionano dai condensatori di plasma. Scariche di interferenza distorcono la mia percezione, stimolando la mia eccitazione. L’adrenalina sollecita le porzioni del mio organismo non ancora assimilate dal metallo.

I segnali della guerra sono tracce chiaramente leggibili. Nessuno dei due schieramenti, tuttavia, sembra orientato alla vittoria. Si riesce quasi a intuire una sorta di timido compiacimento per la stasi congelata della situazione: come se nessuno dei due eserciti fosse realmente animato da una volontà di affermazione. Lo scontro si protrae da talmente tanto tempo, ormai, che non mi sorprende intuire la stanchezza dei legionari, subentrata ad una lenta regressione nell’apatia.

La guerra è diventata routine, quasi fosse un gioco…

>new direx: seek & destroy

Un proiettile da 70mm mi sfiora. Un altro colpisce la lancia, esplodendo in una pioggia di frammenti contorti e arroventati. Mentre sbanda, sento il gemito del mio mostro da combattimento diffondersi rabbioso lungo le direttrici neurali del mio essere.L’ira mi assale.Simultaneamente, i miei sensi acuiti dalla nuova dimensione esistenziale che li possiede colgono un evento consumarsi in parallelo alla mia disfatta. Come me, un guerriero alato viene colpito da un raggio infernale piovuto dal cielo. Le sue ali bruciate tentano invano di artigliare l’aria, in uno sforzo disperato. L’angelo, dal viso dolce di donna o fanciulla, con una espressione distratta e pensosa si abbatte al suolo.Rinvigorito e furibondo, mi scuoto dal mio torpore.

E finalmente giunge il tempo di giocare.