Quando si parla di X-Men è d'obbligo menzionare il nome di Chris Claremont: lo sceneggiatore che in quasi sedici anni di gestione ininterrotta ha portato i mutanti di casa Marvel alla fama di cui oggi godono. Inventore di trame lunghe decenni e disseminate di indizi e sottotrame che farebbero invidia fino al Lost di J.J. Abrams, agli inizi degli anni '90, dopo alcuni dissapori sulla gestione delle testate mutanti, abbandona la Marvel e le creature che per così lungo tempo ha cresciuto. Solo recentemente Claremont è tornato a occuparsi prima di fumetti Marvel, famosi i Fantastici Quattro gestiti insieme al disegnatore Salvador Larroca, e poi di mutanti, X-treme X-Men ed Exiles, ma il sodalizio che lo legava indissolubilmente alle testate degli X-Men sembra essersi dissolto negli anni passati. Chris Claremont non sembra più riuscire a rapportarsi con i mutanti moderni, quasi fosse rimasto legato a una narrativa che, pur essendo all'avanguardia quindici anni fa, non è più in sintonia con i gusti del pubblico di oggi. Abbandonate quindi le maxi-saghe e la volontà di dirigere ogni particolare del mondo mutante, all'autore inglese non rimane che puntare a miniserie fuori continuity per tentare di riconquistarsi un posto nel cuore dei suoi fan di lunga data e di farsi apprezzare da chi nemmeno lo conosce.
Panini Comics insieme alla Casa delle Idee si è fatta promotrice del progetto X-babes, i cui risultati sono stati presentati in occasione della mostra del fumetto di Lucca. Alla sceneggiatura di Claremont vengono affiancate le matite di un mito del fumetto italiano, Milo Manara, per realizzare un graphic novel incentrato solo ed esclusivamente sulle donne mutanti: X-Men: Gals on the run. In 48 pagine di fumetto vedremo Tempesta, Rogue, Psylocke, Kitty Pride, Marvel Girl ed Emma Frost in un'avventura che le porterà dalla letale Madripoor fino alle isole della Grecia inseguendo una misteriosa quanto pericolosa nemica. Una trama molto lineare e magari pensata per non preoccupare il lettore occupato a godersi le illustrazioni di Manara. Il disegnatore italiano non dovrà in effetti nemmeno preoccuparsi di dover rendere graficamente i singolari poteri di ogni ragazza mutante, se è vero che, da quanto detto in intervista, perderanno capacità mutanti e costumi giusto nelle prime pagine della storia. Ci troveremo davanti quindi non propriamente a un rilancio perfetto per le abilità dello sceneggiatore inglese, ma sicuramente a un preannunciato successo nelle vendite.
4 commenti
Aggiungi un commento"Il disegnatore italiano non dovrà in effetti nemmeno preoccuparsi di dover rendere graficamente i singolari poteri di ogni ragazza mutante, se è vero che, da quanto detto in intervista, perderanno capacità mutanti e costumi giusto nelle prime pagine della storia."
Ma LOL! E' un fumetto da guardoni, insomma? Ah, no, se è di Milo Manara è arte... (ho notato certe sbirciate "artistiche" ai mercatini del fumetto).
è una bella "opera d'arte" però...però...il dubbio a me rimane sull'operazione commerciale in toto...sicuramente fra gli adolescenti avrà un boom di vendite mostruoso...
Grande Milo!
E' un modo differente di presentare le eroine Marvel.
Comunque i brufolosi adolescenti sei mettano il cuore in pace: non sono nude. Sono "vestite" e i loro abiti anche se corti lasciano molto alal fantasia.
del resto le uniformi delle X-Women sono sempre sembrate pittura sulla pelle piuttosto che tute. E poi come non dimenticare come si vestiva Emma Frost quando era un'avversaria degli X-men.
Manara è un maestro del bianco e nero e ha notevolmente cambiato le sei ragazze in fuga.
Non credo sia un'operazione pubblicitaria. E' un modo di proporre in modo Differente dei personaggi navigati. E fatti da un grande artista italiano.
Palomino.
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