Lo spettatore non avrà difficoltà a trovare i riferimenti ad altri recenti film. L’ispirazione

Nicolas Cage in Segnali dal Futuro
Nicolas Cage in Segnali dal Futuro
principale è evidentemente The Mothman Prophecies (2002) di cui Knowing sembra quasi una scopiazzatura. In entrambi i film troviamo degli inquietanti emissari latori di sventure: l’uomo-falena la cui apparizione coincide con terribili disgrazie, e gli uomini ombra assolutamente muti che comunicano attraverso “sussurri” nelle menti dei prescelti. I linguaggi usati sono in entrambi i casi in codice e i due protagonisti – Richard Gere e Nicolas Cage – tentano disperatamente di comprenderne i significati per impedire le tragedie che profetizzano. Ma è inutile: in tutti i casi le catastrofi avvengono e solo nel momento in cui si verificano i protagonisti si rendono conto del loro vero significato. Ad aumentare ancora di più le somiglianze gioca anche il fattore personale: Richard Gere e Nicolas Cage sono entrambi, nei rispettivi film, vedovi. Il primo perde la moglie proprio a causa dell’intervento dell’uomo-falena, il secondo prima dell’avvento degli uomini ombra ma la morte della moglie sarà essenziale per fargli comprendere il senso delle profezie. Al di là di numerose altre similitudini che rendono i due film quasi identici, possiamo ritrovare legami anche con Signs (2002). Infatti in entrambi i film la vicenda personale dei protagonisti si fonda sullo “smarrimento della fede”: Mel Gibson, ex reverendo, si è allontanato dalla religione dopo la morte della moglie in un incidente; Nicolas Cage probabilmente non ha mai abbracciato la fede in Dio  (è pur sempre un professore di astrofisica del MIT) ma ha perso la sua fede scientifica nel principio di casualità e cerca di aggrapparsi al determinismo per trovare una ragione nella morte della moglie: perciò si sforza di trovare un senso nei numeri apparentemente messi a caso sul foglio ritrovato dal figlio, e di trovare un senso alla terribile sequenza di tragedie. Ma ad accomunare i due film è soprattutto la morale di fondo: la riscoperta della fede, considerata l’unica via di salvezza del genere umano.

Knowing s’inserisce quindi perfettamente nel recente filone hollywoodiano volto alla riscoperta della fede, veicolando così valori della tradizione cristiana vicini alla filosofia politica dei neoconservatori: Le Cronache di Narnia, Signs, Io sono leggenda. Inoltre sfrutta la vena mai esaurita del catastrofismo che mai come ora è tornata in auge complici le nuove ansie millenaristiche.

Gli effetti speciali in questo senso giocano un ruolo da protagonisti grazie a scene straordinariamente realistiche: l’aereo che precipita sull’autostrada, la metropolitana che deraglia disastrosamente e infine il fuoco che divora New York fanno dubitare lo spettatore delle reali intenzioni del regista, se abbia cioè progettato il film solo per meravigliare il pubblico con scene colossali oppure creda veramente nella storia fornitagli da Pearson.

Parlando delle sue ispirazioni, Proyas ha definito Knowing come un film vicino allo stile onirico di Philip Dick e con qualcosa di “Ai confini della realtà”. Difficile capire cosa precisamente lo stile del film debba a questi due pilastri della fantascienza letteraria e televisiva. Piuttosto ci sarebbe da capire quanti elementi davvero originali siano presenti nella trama: oltre ai tantissimi punti in comune con The Mothman Prophecies e Signs, c’è da segnalare per esempio la ben poco originale presenza del difficile rapporto padre-figlio che intercorre sia tra Nicolas Cage e il padre (un pastore protestante che da anni non parla più con il figlio troppo razionale), sia tra il primo e suo figlio troppo legato alla figura materna che il padre non sembra in grado di sostituire. L’abitudine di inserire rapporti familiari complessi nella trama di film di fantascienza o di tipo catastrofico è un’abitudine inflazionata, forse per conferire una dimensione intimista a soggetti in realtà concentrati sulla spettacolarità (si pensi a La guerra dei mondi di Spielberg o Invasion di Hirschbiegel). Il tema del bambino dotato che entra in contatto con intelligenze ‘altre’ diventandone in qualche modo il loro portavoce è così consuetudinario che un elenco di film che utilizzano quest’espediente sarebbe troppo lungo per essere riportato.