Nella collana TIF extra la Fanucci continua a riproporci le ristampe di un autore amato da migliaia di lettori, Philip K. Dick. Sono ristampe necessarie perche con ogni ondata di nuovi lettori si aggiungono migliaia di estimatori di questo scrittore che è apprezzato anche da lettori che normalmente non leggono fantascienza.
Il volume ora in libreria è quel capolavoro di Un oscuro scrutare (A Scanner Darkly, 1977).
Un romanzo di fantascienza ma dove la fantascienza è un argomento marginale se non altro, perchè scritto nel 1977 e ambientato negli anni ’90 e per la presenza di una certa tecnologia futuristica come la tuta disindividuante che permette di celare la propria identità.
Descrive una tragica realtà di una periferia degradata e malfamata di una qualsiasi nostra attuale città e dove la droga viene distribuita in ogni dove.
Il protagonista, Bob Arctor è un agente della narcotici che si infiltra tra i drogati per cercare di scoprire quale organizzazione sta invedendo il mercato con una droga fatta da una misteriosa sostanza M. Nella seconda parte del romanzo avremo tutta una serie di sovrapposizioni di realtà, percezioni del protagonista che di degradano e la solita, ma sempre interessante, visione di realtà disgregate alla “Ubik”, per arrivare poi ad un finale a dir poco strepitoso.
L’autore. Su Philip K. Dick praticamente è stato scritto “tutto”, la sua vita è stata esaminata quasi attimo per attimo, ricordiamo l’interessante biografia recentemente ristampata dalla Fanucci: Divine invasioni di cui abbiamo dato notizia, vedi www.fantascienza.com/magazine/notizie/11201/. Pertanto riteniamo il caso dare solo alcune brevi indicazioni: Dick è nato nel 1928 a Chicago ed è morto nel 1982 dopo una serie di attacchi cardiaci. Ha avuto una vita segnata da difficoltà varie e anche economiche. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Ha scritto capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. Negli anni Settanta pubblica l’ultima opera, la Trilogia di Valis.
Molti altri suoi romanzi hanno avuto trasposizioni nel grande schermo come: Atto di forza (1990), Screamers — Urla dallo spazio (1995), lmpostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006). Nel 2008 è uscito il film Next, con Nicolas Cage tratto dal racconto The Golden Man.
La quarta di copertina. Los Angeles, 1994: una droga misteriosa, la sostanza M, invade il mercato seminando follia e morte. La sua origine è ignota come la sua composizione e l’organizzazione che la diffonde. Bob Arctor, agente della sezione narcotici, si infiltra tra i tossici che ne fanno uso per scoprire chi dirige le fila del traffico illegale: un abito speciale nasconde ai colleghi la sua identità e una sofisticata apparecchiatura elettronica gli consente addirittura di spiare sé stesso nella sua nuova condizione di drogato. Bob giungerà alla verità solo dopo essere sprofondato nel buio e nella disperazione della dipendenza.
Canto del cigno di una generazione, Un oscuro scrutare è una vetta amara e lirica dell’opera di Philip K. Dick, e allo stesso tempo un romanzo sospeso tra giallo e fantascienza ambientato in un futuro dominato dalla tecnologia e dalla manipolazione sociale.
Un romanzo di straordinaria potenza emotiva, dedicato idealmente a quella generazione che dopo aver sognato un mondo diverso ha scoperto il baratro delle droghe, della dipendenza, dell’annullamento di sé.
Philip K. Dick, Un oscuro scrutate (A Scanner Darkly, 1977) Traduzione di Gabriele Frasca, Fanucci Editore, collana TIF extra, pagg. 319, euro 9,90.
8 commenti
Aggiungi un commentoOk, ma la differenza rispetto agli altri autori di fantascienza quale sarebbe?
È ovvio che qualunque autore di fantascienza usa la propria scrittura per parlare di temi che ritiene importanti. Se è un autore non superficiale parlerà dell'uomo e delle sue passione, della società, di religione, di temi filosofici, usando la fantascienza così come un autore di tragedie usa l'arte teatrale o un musicista usa le parole di una canzone o un fumettista usa i disegni. La fantascienza è un mezzo, non è un fine.
Purtroppo, la maggior parte della gente quando sente la parola "fantascienza" pensa immediatamente a Guerre stellari o a film d'azione, la confronta mentalmente con un libro e dice "non sono la stessa cosa". Ma questo dipende dall'ignoranza della gente che ha un'idea superficiale del genere fantascienza.
S*
Per me il miglior romanzo di Dick, al pari con Ubik.
Ma proprio la superficialità o meno dell'analisi dei temi affrontati ... quello che volevo dire è che, per me, Dick è molto meno superficiale di tanti altri autori (sia di SF che di letteratura colta), quindi mi pareva strano che l'establishment letterario lo abbia scoperto solo post mortem ... tutto qui; evidentemente il "mezzo" utilizzato ha reso più difficile scorgere la profondità dei temi trattati ... ad esempio è più facile comprendere la profondità di un autore teatrale quando la esplica in tragedia, mentre diventa difficile farlo se si dà al teatro comico (e lo stesso paragone si può fare fra cantautori e canzonettari e di seguito con molte altre categorie).
Tra l'altro io amplierei ulteriormente il concetto di fantascienza come mezzo, dicendo che la scrittura tutta è un mezzo e non un fine ... e inoltre dicendo che quando la scrittura/cinema/arte (sia di SF che generalista) diventa un fine, a quel punto ci troviamo di fronte a fenomeni puramente commerciali, magari anche godibili (tipo i cinepanettoni), ma certamente non capaci di stimolare riflessioni come fa ad esempio un libro di Dick.
@alessandro296: a me piacciono immensamente La penultima verità e Illusione di potere (con il personaggio italiano mio omonimo)
Direi che siamo abbastanza d'accordo.
S*
@All: ora però sarebbe interessante sapere quali sono i vostri preferiti di Philip.
Cya G
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