Potremmo quasi definirla una saga di fantascienza, che con questa nuova puntata raggiunge quota quattro, da quando abbiamo riportato le prime notizie nel 2006, come potete vedere nei link riportati in basso.

Questa volta è il turno della Rice University di Houston (Texas), università molto conosciuta per i suoi programmi di scienze applicate nel campo della nanotecnologia, del cuore artificiale, delle analisi delle strutture chimiche e della scienza spaziale.

Qui, il team di scienziati guidato dalla dottoressa Naomi Halas sta lavorando sul metamateriale (un materiale le cui caratteristiche dipendono dalla sua stessa struttura, non dalla realizzazione), in una versione ancora più piccola di quella sperimentata alla Duke University poco tempo fa.

La dottoressa ha spiegato al sito di Discovery Channel (canale che andrebbe seguito molto di più di quello del Grande Fratello) che la loro ricerca è basata sulla realizzazione delle cosiddette nanoantenne. Si tratta di cupole microscopiche realizzate con il primo vero metamateriale 3D.

Le nanoantenne vengono costruite partendo da una superficie di vetro che viene cosparsa di nanoparticelle di plastica o latex. Sulle nanoparticelle vengono poi evaporate particelle di oro a cinque diverse angolazioni, creando le nanosemisfere. Viene quindi depositato uno strato protettivo di acrilico, che viene lavorato per 36 ore, fino a ottenere una superfice solida. A seguire le nanoantenne vengono inserite in uno schema ripetuto, tutte orientate con la stessa angolazione. A questo punto, visto che nessuna forma di luce viene riflessa verso l'occhio dell'osservatore, le nanoantenne nascondono l'oggetto che ricoprono.

Per fare un esempio semplice, la Halas usa come riferimento i catarinfrangenti sugli stop delle auto: "Sono fondamentalmente delle microsfere che riflettono le luci della tua auto direttamente verso di te. La nanoantenna fa l'opposto: dirige la luce verso un'altra direzione, nascondendo i suddetti stop alla vista". Riflettere tutta la luce in una direzione significa che le nanoantenne lavorano come una lente di ingrandimento al contrario. Rispetto alle suddette lenti però, non ha importanza da quale angolo entri la luce, andrà comunque a finire tutta nella stessa direzione.

Gli usi pratici di questa tecnologia vanno però oltre il nascondere oggetti: i pannelli solari riflettono la luce verso un solo punto, ma vanno spostati meccanicamente perché restino orientati verso la posizione del sole nel cielo. Le nanoantenne possono concentrare tutta la luce in un punto, senza spostamenti fisici, quindi eliminando l'aspetto più costoso dei pannelli solari.

Quali che siano gli scopi per cui può essere usato, gli scienziati concordano che questa sia la prima vera nanoantenna 3D al mondo. La speranza è che non venga usata per motivi sbagliati.