La conquista del cosmo, è quasi banale ricordarlo, costituisce da sempre uno dei grandi sogni dell’umanità.

L’occasione del 50° anniversario dal lancio dello Sputnik 1 – primo satellite artificiale nello spazio per 57 giorni dal 4 ottobre 1957, inaugurando a tutti gli effetti una nuova era nella storia dell’uomo – ha portato la nuova opera di Giovanni Caprara, da anni responsabile delle pagine scientifiche del Corriere della Sera e autore di numerosi libri tradotti sia in Europa che negli Stati Uniti. Tra questi segnaliamo Il libro dei voli spaziali (Vallardi 1984), The Complete Encyclopedia of Space Satellites (Portland House 1986), Abitare lo spazio (Mondadori 1998), Breve storia delle grandi scoperte scientifiche (Bompiani 1998), Alla scoperta del sistema solare (Mondadori 1993, con Margherita Hack e Alessandro Braccesi), La scienza divertente (Rizzoli 2002), La conquista di Marte (DeAgostini 2002), In viaggio tra le stelle (Boroli 2005).

Dopo mezzo secolo, lo spazio fa ormai parte del nostro quotidiano (e non soltanto per le nostre affezionate letture o visioni...): una Stazione Spaziale Internazionale è in orbita da quasi vent’anni e sarà completata seppur in ritardo nel 2010 (con un 40% di superficie calpestabile di parte occidentale costruita in Italia), è ripresa la “corsa allo spazio” per creare una base lunare e si parla apertamente di sbarco su Marte entro pochi decenni...

Di fatto, ancor più che in passato lo spazio è divenuto una vetrina strategica per tutti i maggiori Paesi industrializzati, dato anche l’insorgere di nuovi protagonisti asiatici come Cina, Giappone e India, nonché le continue ricadute positive per la vita di tutti i giorni. I classici esempi di queste applicazioni riguardano la ricerca biomedica (per le condizioni estreme che aiuta la vita dei sempre più anziani sulla Terra) e le nuove leghe metalliche (che portano ad esempio la BMW a ricercare leghe autolubrificanti sfruttando la miscela acqua-olio possibile in condizioni di microgravità).

Alle ragioni politico-strategiche degli anni Cinquanta-Sessanta si sovrappongo oggi quelle commerciali del Terzo Millennio, anche se l’anima dell’esplorazione è sempre quella. Perfino l’anticamente osteggiato turismo spaziale è tollerato perché porta fondi: è dello scorso 24 giugno la notizia ufficiale di due magnati russi che hanno acquistato i biglietti per la navicella SpaceShipTwo di Richard Branson, patron della Virgin Galactic, che prenderà servizio nel 2010: con 200 mila dollari si vola a 100 km d’altezza.

Il volume di Caprara (cartonato con sovraccoperta, in formato 25,5 x 30,5 cm) è diviso in 8 capitoli, che raccontano con dovizia di foto splendide e spesso poco viste anzitutto la corsa “testa a testa” di USA e URSS durante la cosiddetta “guerra fredda” (che qualche volta si è fatta tiepida) e poi via via la conquista della Luna, le stazioni orbitali e le navette riutilizzabili delle due superpotenze, l’esplorazione dell’universo e dei pianeti, il mondo delle telecomunicazioni e il business in orbita, l’osservazione terrestre per l’ambiente e le previsioni del tempo, i missili oltre l’atmosfera, le prossime colonie sul nostro satellite naturale e la spinta a sbarcare con un piede umano sul Pianeta Rosso... insomma tutto quello che da cinquant’anni è scienza, non più fantascienza.

Lungo le pagine hanno il compito di alleggerire con diversi livelli di lettura una dozzina di approfondimenti sulle maggiori personalità da ringraziare per i progressi scientifici compiuti fin qui (compreso quanto avvenuto oltre la Cortina di Ferro berlinese che tagliava in due l’Europa e il mondo, adesso che ne sappiamo di più), box e schemi tecnici (ineccepibili ma non pesanti), illustrazioni semplici ma precise, la mappa dei centri di ricerca e delle basi di lancio (ma perché non è inserito anche il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali di Capua? un suggerimento per la prossima edizione...), con l’accattivante veste grafica che aiuta la comprensione (e non il contrario, come accade purtroppo molte volte e per i più svariati argomenti...). Insomma un altro esempio di ottima divulgazione per Giovanni Caprara.

L’autore – celebre almeno quanto il collega Luigi Bignami che collabora con la Repubblica e TG4, ma che per la sua attività di divulgatore ha avuto l’onore di veder battezzato “Caprara” un asteroide in orbita tra Marte e Giove – ha tra l’altro presentato lo scorso 12 giugno il volume con il cosmonauta italiano Roberto Vittori – che ha volato nel 2002 e 2004, dopo i colleghi Franco Malerba nel 1992, Umberto Guidoni nel 1996 e 2001, Maurizio Cheli nel 1996 e Paolo Nespoli nel 2007 – allo spazio White Star Adventure di Milano a cui abbiamo assistito con piacere: dopo il ritardo e la considerazione che ormai le tangenziali sembrano più complicate dei viaggi spaziali, dove in 8 minuti e 50 secondi si è sbalzati in orbita da 0 a 28 mila km/h, la chiaccherata e le inevitabili domande dal pubblico si sono per lo più concentrate sulle sensazioni che si provano in condizioni di microgravità (che nei voli suborbitali si possono provare per poco più di 30 secondi, come ben sa anche il celebre fisico Stephen Hawking che l’ha provato nonostante la sua sclerosi laterale amiotrofica): i muscoli sono costretti di fatto a “riprogrammarsi” completamente, vivendo in un continuo disagio che si accumula nel tempo (e che non a caso si studia come invecchiamento precoce per l’osteoporosi e la spina dorsale che sostiene il nostro corpo nelle usuali condizioni gravitazionali).

Il volume offre un quadro completo e aggiornato sulle frontiere più avanzate del sapere scientifico e tecnologico che rappresentano la base di ogni evoluzione: conoscerle significa comprendere il nostro futuro. Come ha dichiarato lo stesso Caprara: “Si respira un’atmosfera molto eccitante. Esplorare lo spazio è un’avventura in un mondo sconosciuto permessa da una tecnologia affascinate. Un’impresa umana, oltre che scientifica, di grande valore”.