La Ruota del Tempo di Robert Jordan e Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin sono di sicuro le serie fantasy più lette degli ultimi anni.

Questo lo sanno bene gli appassionati e i librai che vedono i propri scaffali reggere il peso di volumi ponderosi (spesso uno solo dei volumi di ciascuna saga è più grosso dell'intera trilogia Tolkieniana) che trasportano il lettore in mondi fantastici dove misteri, magie, intrighi, lotte di potere e personaggi epici concedono una soddisfacente via di fuga letteraria dalla vita quotidiana.

Ma se i progetti di entrambi gli scrittori prevedono un'articolata produzione di ponderosi tomi narrativi loro stessi devono fare i conti con problemi quotidiani della propria vita e anche del proprio lavoro.

Partiamo con Robert Jordan, che si è scoperto affetto da Amiloidosi (una grave malattia ematologica) evento che lo sta ovviamente costringendo a sottrarre tempo alla produzione dei suoi libri e alla soluzione delle trame per combattere i sintomi nella famosa Mayo Clinic, e al quale facciamo i più sentiti auguri.

Ma anche chi gode di buona salute, come George R.R. Martin, ha i suoi problemi. Infatti anche se A Feast For Crows (il quarto volume della sua saga che ne dovrebbe comprendere sette) è ormai uscito da un anno sul mercato anglosassone, qui in Italia la Mondadori che ne detiene i diritti non si decide a editarne la versione tradotta come sembra di capire dalla totale assenza di annunci in merito presso i distributori. Nel frattempo il simpatico scrittore è quasi in dirittura d'arrivo con il quinto volume: A Dance With Dragons (per la precisione sarebbe la seconda parte di A Feast For Crows, insomma, iniziamo a perdere il conto dei volumi) che dovrebbe vedere le stampe tra la fine di questo e l'inizio del prossimo anno.

Unica alternativa è comperarli in lingua originale e superare l'impasse, anche se i dati di vendita dei volumi precedenti (pur nella furbesca operazione di suddivisione in più paperback nell'edizione Oscar) non dovrebbero preoccupare l'editore italiano per eventuali flop di vendita.

Comunque anche se le saghe ci permettono di seguire i nostri personaggi a lungo ed appassionarci alle loro vicende magari qualche volta un buon "one shot" scritto senza fini seriali non ci dispiacerebbe, vero?