La bacchetta magica di Harry Potter sembra aver stregato positivamente i critici anglosassoni, che in larga maggioranza hanno positivamente recensito il quarto film della serie, Harry Potter e il calice di fuoco. La pellicola è già nelle sale di diversi paesi e arriverà in Italia il 25 novembre, distribuita dalla Warner Bros.; ecco una panoramica delle recensioni inglesi e americane, non prima però di aver segnalato una lunga e articolata (e ricca di foto) recensione in Italiano già uscita su FantasyMagazine (www.fantasymagazine.it/cinema/88).

Visto che i giovani attori di film in film diventano sempre più grandi uno dei punti in sospeso era se la serie avrebbe retto bene a questo cambiamento, considerando che con l’arrivo della pubertà all’apprendista mago sono riservate esperienze più intense, sia in ambito magico ma anche in ambito sentimentale. Dai primi commenti parrebbe che questo traghettamento verso l’età adulta non abbia avuto un impatto negativo sui personaggi. “Il diventare teen ager di Harry e dei suoi amici è stato gestito in modo efficace”, scrive J. Christopher sul londinese Times, aggiungendo che “l’adolescenza è il nuovo nemico di Harry, che porta quel tipo di sfide che la maggior parte dei genitori odia.” Onore al merito dunque a Mike Newell, regista inglese in grado di passare dall’horror (Alla 39° eclisse) alla commedia (Quattro matrimoni e un funerale) sempre mantenendo standard qualitativi più che decenti; per il critico del Times questo suo cimentarsi con la saga potteriana può essere considerato “un considerevole trionfo.” D. Edwards sul Daily Mirror scrive che questo quarto Potter-film è “il migliore finora, un magnifico, magico e veramente coinvolgente film fantasy che ci ricorda quanto possano essere grandi i film per ragazzi.”

Oltreoceano J. Bernard del New York Daily News descrive Potter IV come il capitolo “più oscuro e più eccitante del franchise” e per C. Rickey del Philadelphia Enquirer si tratta del “più divertente e più ricco di varianti.” M. Pais del Chicago Tribune scrive che andare a vedere questo film “potrebbe essere il miglior tempo che passate al cinema di tutto l’anno” e per K. Turan del Los Angeles Times addirittura la serie trova solo ora la sua vera dimensione: “C’è voluto abbastanza tempo ma il cinema ha finalmente l’Harry Potter giusto. Nonostante i 2.7 miliardi di dollari incassati dai primi tre film della serie è solo con Harry Potter e il calice di fuoco che si è ricreato con successo il senso di emozionante e magica avventura e avvincente eccitazione che ha fatto dei libri un fenomeno internazionale.” Per R. Ebert del Chicago Sun Times “il film è più violento e meno dolciacchero degli altri, ma l’azione non è la distruzione senza cervello di un videogame; ha scopo, forma e stile.” Anche dagli USA non mancano lodi al regista: R. Gillespie dell’Atlanta Journal Constitution nota che Newell “è il primo inglese a dirigere un film di Potter. Forse è per questo che rende i libri meglio dei suoi predecessori.” Per P. Travers di Rolling Stones al film “è difficile resistere”. M. Dargis del New York Times si concentra su Ralph Fiennes, nuovo arrivato nel cast della serie: “Per anni il cinema ha cercato di trasformare questa bellezza delicata in un rubacuori, ma come Schindler’s List, la lista di Schindler ha dimostrato Fiennes è un attore per il quale una passeggiata nel lato oscuro è non solo un piacere, ma una liberazione. Il suo Voldemort (...) è certamente una performance di sublime malvagità.” C. Vognar del Dallas Morning News cerca di rassicurare i genitori preoccupati dal divieto ai minori di 13 anni non accompagnati, spiegando che “il film segue la tradizione del fantastico di estendere le percezioni del possibile, e lo fa nel contesto di un universo umano riccamente realizzato e riconoscibile. Qualche volta è meglio spaventarsi che annoiarsi.” Per T. McCarthy su Variety “i realizzatori tengono stretta la vite della narrazione, il che da al Calice di fuoco un’intensità che raramente da segni di cedimento.”

C. Puig di USA Today considera invece il film di un gradino sotto il precedente e scrive che “È difficile battere Harry Potter e il prigioniero di Azkaban e questo film non è meglio, sebbene abbia molto per cui essere raccomandato.” Meno entusiasta K. Smith che sul New York Post si mette nella categoria dei “tiepidi” verso Harry, aggiungendo poi che “la storia spesso smette di andare avanti e ci porta in lunghe deviazioni nella terra degli effetti CGI che ammontano ad uno spettacolo di magia da 150 milioni di dollari.” Tra la minoranza di recensori a cui il film proprio non è piaciuto citiamo R. Reed del New York Observer per il quale si tratta semplicemente “della quarta e più noiosa aggiunta alla serie.” Dalla statistiche riassuntive del sito specializzato Rotten Tomatoes si vede comunque che il film ha avuto ben l’88% di recensioni positive, con una media di voto di 7.5/10. Film votato come “fresco” (buono) dal 90% dei votanti di RT con un voto medio di 8.1/10, mentre i votanti dell’Internet Movie Data Base IMDB hanno sinora regalato al film un voto medio pari a 8.2/10.

Per quanto riguarda il botteghino negli Usa si è trattato del miglior debutto (calcolato sui primi tre giorni di programmazione) della serie, con un incasso di 102,3 milioni di dollari, quarto debutto più redditizio in assoluto nella storia del cinema (senza tener conto dell’inflazione però) dopo Spider-Man, Star Wars Episodio III e Shrek 2. Nel giugno 2004 Il prigioniero di Azkaban nel suo primo week end nei cinema si era fermato a 93,7 milioni di dollari.