"Ho scritto la sceneggiatura di Fahrenheit 451 e penso che sia la cosa migliore che io abbia mai fatto." L'entusiasmo di Frank Darabont (Le ali della libertà, Il miglio verde) è addirittura incontenibile. Sembra che il regista sia sul punto di coronare il sogno della vita, riuscendo a portare sul grande schermo il suo romanzo preferito. "A dire il vero, prima ancora del desiderio di diventare regista, è venuto quello di fare questo film."

Darabont è attualmente impegnato nella pre-produzione del terzo capitolo della saga di Mission Impossibile, dopodiché l'affare Fahrenheit potrebbe entrare nella sua fase più calda. Sempre che non cambi il vento intorno al progetto Indiana Jones, dove finora Lucas e Spielberg hanno giocato con il quarantacinquenne regista franco-americano come i gatti con il topo, fino a lasciarlo fuori dalla realizzazione.

Fahrenheit 451 avrebbe il sapore della rivalsa, sempre che Mel Gibson, che produrrà il film, approvi lo script. In origine era stato proprio Gibson a gettare le prime basi del progetto, intenzionato a dirigere il film (e secondo alcune voci anche a interpretarlo). Poi i continui impegni e gli scarsi risultati hanno indotto il regista del recente successo La passione di Cristo a cedere l'incarico a Darabont, che l'ha conquistato con lo stesso entusiasmo con cui oggi parla della sceneggiatura. "Mel non cercava uno sceneggiatore, ma dopo aver provato a sviluppare il film per qualche anno l'idea di dirigerlo lui stesso si è pian piano raffreddata. Un giorno l'ho incontrato e gli ho detto: "Lasciami prendere la palla al balzo, perché questo è il film per cui venderei tutto quello che ho pur di farlo"."

Ma gli ostacoli maggiori sulla via del successo non sono rappresentati affatto da Mel Gibson. Darabont dovrà scontrarsi soprattutto con il film di Truffaut del 1966, ritenuto dalla critica un vero capolavoro, e dall'autore Ray Bradbury, che dello stesso film di Truffaut non si era detto entusiasta.

Darabont gioca d'anticipo, dichiarando che "la versione di Truffaut difettava pesantemente di passione, cosa molto bizzarra considerando quanto sia appassionante il libro. L'opera letteraria è un grido che sgorga dal cuore e il film di Truffaut sembra uno schizzo di vernice rimasto a seccare sulla spatola. Io non considero il mio film un remake, sto lavorando come se un adattamento del libro non fosse mai stato fatto prima. Non è mai stato fatto prima!"

Vedremo se il lavoro di Darabont sarà in grado di conquistare le approvazioni del pubblico, soprattutto dell'ottantaquattrenne Ray Bradbury che, durante un'intervista a Panorama di un paio d'anni fa, non si era espresso molto a favore di Hollywood, lasciandosi andare a dichiarazioni piuttosto velenose. Alla domanda: "Come mai all'improvviso Hollywood sta producendo tanti film tratti dalle sue storie?" aveva risposto: "Perché sono stupidi. Io scrivo da 69 anni. E i primi film tratti dai miei racconti sono del 1953, Il risveglio del dinosauro e Destinazione Terra. Mel Gibson ha i diritti del remake di Fahrenheit 451 da dieci anni. Ha fatto scrivere dieci sceneggiature diverse. Idem per Cronache marziane. Mi viene in mente quello che mi disse Sam Peckinpah, quando voleva girare Qualcosa di sinistro sta per accadere: "Strappo le pagine del tuo libro e le infilo dentro la macchina da presa". Sante parole".

Dovremmo dedurre che il celebre autore americano abbia da tempo voglia di calarsi personalmente nei panni del suo personaggio Montag, per vedere se alla temperatura di 451 gradi fahrenheit le pagine delle sceneggiature bruciano davvero.