In un futuro dominato dalle macchine, per certi versi simile a quello immaginato in Terminator, potrebbe essere un tocco di umanità a salvare il genere umano. O almeno questo è ciò che si racconta in Tears of Steel, un corto ambientato in una Amsterdam distopica dove un gruppo di scienziati e guerrieri cerca di riprodurre virtualmente un evento del passato nel disperato tentativo di fermare l’invasione dei robot.

Più che la storia in sé, è interessante ciò che c’è dietro: si tratta infatti di un progetto realizzato dalla Blender Foundation, realtà olandese nata per promuovere il software al 100% open source che prende il suo nome. La Blender raccogliere attorno a sé una comunità di artisti dedicati che pubblica con licenza Creative Commons.

In particolare per questo corto si è riunito nella sede della fondazione un team di dodici specialisti degli effetti 3D che ha lavorato con Blender per sette mesi sotto la guida del giovane sceneggiatore e regista americano Ian Hubert. La produzione indipendente è stata finanziata dalla community online, dal Netherlands Film Fund, da Google e dal Cinegrid Consortium. Dopo le animazioni Elephant's Dream (2006), Big Buck Bunny (2008) e Sintel (2010), tutti disponibili su Youtube, la fondazione vara il suo quarto progetto, il primo live action, che sarà presto seguito da Project London, lungometraggio sempre live action in fase di post-produzione e gestito sempre da Hubert (ancora una volta il genere è la fantascienza).

Su Tears of Steel, il produttore Ton Roosendaal sottolinea gli obiettivi generali del progetto: "Il risultato è spettacolare ed è divertente vedere la tua città trasfigurata dagli effetti visivi. Ma soprattutto ora abbiamo una guida di riferimento completa per lavorare con Blender, che spazia dalle riprese per arrivare al color grading". Insomma una vero e proprio manuale per chi desidera cimentarsi con un tool open source. Ed ecco cosa si può arrivare a fare. Buona visione.

Si ringrazia Massimo Bentivoglio per la segnalazione.