Noi le chiamiamo marmotte. Tecnicamente forse è più preciso il termine loop temporale. In breve: viene descritta una giornata (o altro periodo di tempo), poi accade qualcosa e i personaggi si rendono conto (o magari non subito) che la giornata si sta ripetendo da capo. A volte traggono vantaggio dalla ripetizione cercando di correggere i loro errori; spesso cercano di convincere chi sta loro vicino di ciò che sta accadendo, con facili dimostrazioni come prevedere un risultato sportivo o piccoli incidenti. Quasi sempre finiscono per annoiarsi, sbragare e combinarne di tutti i colori. Qualche volta muoiono, per risvegliarsi ancora vivi alla successiva iterazione.

Le chiamiamo marmotte facendo riferimento al film che tra tutti gli esempi che vi riporteremo è quello meno fantascientifico, Groundhog Day, letteralmente "Il giorno della marmotta", in italiano Ricomincio da capo. Film del 1993 con Bill Murray, diretto da Harold Ramis e basato su un soggetto "originale" di Danny Rubin.

Non crediamo che sia il primo caso (per questo abbiamo virgolettato la parola "originale"), ma è certo uno dei più famosi.

Dello stesso anno, ma basato su un racconto di Richard A. Lupoff del 1973, è il film per la tv 12:01, diretto da Jack Sholder con Martin Landau, in cui il protagonista (Jonathan Silverman) è testimone della morte della ragazza di cui è innamorato; ma a mezzanotte la giornata si riavvolge, e nelle varie iterazioni lui scoprirà come riuscire a salvarla, ma dovrà anche evitare numerosi effetti collaterali non esattamente piacevoli.

Il loop temporale non è alla base del film ma ricorre anche tra le molte maledizioni della stanza 1408 dal film omonimo diretto da Mikael Håfström e tratto da un racconto di Stephen King. Uno scrittore di libri "scettici" appassionato di confutazione dei fenomeni paranormali (una sorta di cicapista, insomma) è imprigionato in una stanza d'albergo che non lo lascia fuggire e lo tormenta con ogni sorta di fenomeno, appunto, paranormale.

C'è anche un film italiano, È già ieri, girato da Giulio Manfredonia nel 2004 e interpretato da Antonio Albanese. Si può considerare la versione italiana di Groundhog Day, perché la trama è sostanzialmente la stessa: un conduttore televisivo dal pessimo carattere rimane incastrato nel loop, si dispera, se ne approfitta, va a letto con tutta la popolazione femminile dell'isola, poi si innamora e quando finalmente corona il suo sogno d'amore il loop si interrompe.

Anche in Nirvana di Gabriele Salvatores in qualche modo assistiamo a una sorta di loop temporale, ma è giustificato: Diego Abatantuono è il personaggio di un videogioco, e ogni volta che "muore" deve ripetere la stessa sequenza.

È proprio dell'anno scorso il film Source Code con Jake Gyllenhaal (che già aveva avuto qualche esperienza di loop temporali in Donnie Darko). Nel film di Duncan Jones il protagonista è un agente speciale inviato in dimensioni temporali alternative per indagare su un attentato che ha colpito un convoglio ferroviario.

Lasciamo il cinema e vediamo le principali marmotte della televisione.

Quella più nota probabilmente è l'episodio Cause and effect della quinta stagione di Star Trek The Next Generation, nel quale prima della sigla l'Enterprise viene distrutta nella collisione con un'altra astronave. Ma la giornata si ripete, ovviamente, e i membri dell'equipaggio, che non sono consci della ripetizione, sperimentano uno strano senso di deja vu. Alla fine naturalmente arriveranno alla soluzione e troveranno il modo di uscire da loop evitando lo scontro con l'altra astronave, che era bloccata nel loop da ben ottant'anni.

Una delle marmotte più divertenti e meglio giocate è probabilmente Window of Opportunity, dalla quarta stagione di Stargate SG-1. In questo caso O'Neill e Teal'c, bloccati nel loop, ne sono del tutto coscienti. Da antologia in particolare in cui O'Neill fa il drive più lungo della storia del golf, tirando la pallina ad anni luce di distanza attraverso lo Stargate.

Parlando di serie tv non si può non citare ovviamente Day Break: qui è proprio tutta la serie basata sui time loop. Detto così può sembrare una vera noia, ma in realtà è giocata abbastanza bene e ogni episodio riesce, pur nella ripetizione, a essere abbastanza diverso e intrigante. Questo non l'ha salvata comunque dall'essere cassata a metà della prima stagione.

Anche Fringe naturalmente ha avuto il suo time loop, nell'episodio White Tulip della seconda stagione, con Peter Weller nella parte di Alistair Peck, un personaggio con il potere di riavvolgere il tempo.

Se c'è un po' di tempo arrotolato nel film Back to the Future, ce n'è ben di più nell'episodio di Farscape Back and Back and Back to the Future, in cui Crichton vive in prima persona delle premonizioni del futuro, che cerca di cambiare ma che conducono sempre inevitabilmente alla distruzione dell'astronave.

Anche Mulder e Scully ci sono passati, con la variante che questa volta non era uno dei protagonisti della serie a restare incastrato nel loop. I due protagonisti di X-Files nell'episodio Monday vengono contattati da una donna che cerca di farli partecipi della sua triste realtà: da giorni sta rivivendo lo stesso lunedì, che si conclude inevitabilmente con la morte di qualcuno durante una rapina in banca.

Ci sono altri innumerevoli casi di marmotte. Qualche titolo a caso: l'episodio 5:55  di Blood Ties; Life Serial di Buffy; Deja Vu All Over Again in Streghe; I do Over in Eureka; Twas the Night Before Mxymas in Lois & Clark: The New Adventures of Superman; Haven con Audrey Park's Day Off; ancora Déjà Vu All Over Again in 7 Days; Coda in Star Trek Voyager; Been There, Done That in Xena. E naturalmente Doctor Who svariate volte.

E una sorta di time loop è anche quello in cui ci troviamo noi poveri spettatori, costretti periodicamente a vedere e rivedere la stessa storia basata sul time loop. Ma in fondo ci divertiamo, o no?