Vittorio Curtoni è uno dei personaggi più amati della fantascienza italiana. Apprezzatissimo traduttore, fondatore della rivista che influenzato tutta la storia del fandom italiano dalla fine degli anni settanta, Robot, che tutt'ora dirige. Curatore di premi letterari e organizzatore di tante miniconvention nella sua città, Piacenza. Tra tutte queste cose quasi si rischia di dimenticarsi che Vittorio Curtoni è anche uno dei migliori scrittori di fantascienza italiani, e quando diciamo "uno dei" ci riferiamo a un conteggio che non vada oltre le dita di una mano, massimo due.

Come i migliori scrittori di sf dell'epoca doro, la lunghezza sulla quale da il meglio è quella del racconto. E la sua carriera letteraria è raccontata in sostanza da quattro antologie: Sindrome lunare e altre storie (1978), Retrofuturo (1999), Ciao Futuro (2002) e finalmente Bianco su Nero e altre storie, fresca di stampa nella collana Odissea Fantascienza.

Un evento particolarmente importante perché segna anche il ritorno di Curtoni alla scrittura, dopo i problemi di salute che, come molti sanno - non ne ha fatto mistero, anche in alcuni editoriali di Robot - l'hanno afflitto negli ultimi due anni. Alcuni dei racconti nell'antologia sono stati scritti proprio in quest'ultimo periodo, in particolare quello che dà il titolo all'antologia, un racconto di straordinaria intensità umana.

"Ci sono due modi per affrontare le lettura di questi racconti. Uno è abbandonarsi alla storia pura e semplice. L’altro è leggere lentamente, scoprendo ellissi sapienti, giri di frase abilissimi, momenti stilistici di grande eleganza" dice Valerio Evangelisti nell'introduzione al volume. "Simili virtuosismi non sono tanto frequenti nel fantastico italiano, dove peraltro Curtoni ha seminato bene. Non lo sono nemmeno nel filone prevalente all’interno del mondo letterario ufficiale, dove fioccano premi su opere effimere, raramente sincere."

Vittorio Curtoni (a destra) con Robert Sheckley
Vittorio Curtoni (a destra) con Robert Sheckley
Nove racconti, ciascuno preceduto da brevi introduzioni personali ricche di aneddoti, dei generi e dai toni più diversi. 

La quarta di copertina. Cosa vuole l’ombrello parlante che convince Enrico ad acquistarlo, e piano piano comincia a manipolare la sua vita? Come mai a scuola alcuni bambini hanno cominciato a fare discorsi strani, descrivendo nei dettagli luoghi e persone che non esistono? Cosa rimane dei delinquenti sottoposti alla procedura empatica, con la quale un’altra persona entra nel loro stesso cervello per ripulirlo? Vale la pena morire in un’esplosione, se l’esplosione è eterna?

E quel misterioso Shekhinah che ti sembra di conoscere da tutta la vita riuscirà davvero a cambiare l’universo?

Sono solo alcune delle domande alle quali si può dare risposta leggendo questo libro.

E non è detto che basti.

Nove racconti, nove sguardi nel rutilante spazio interno di uno dei più grandi scrittori italiani di science fiction, Vittorio Curtoni, capace come pochi altri di dimostrare che spesso questo genere può dare il meglio di sé proprio nelle storie brevi.

L'autore. Vittorio Curtoni nato in provincia di Piacenza nel 1949, è un vero pilastro della fantascienza in Italia. Nella sua lunga carriera è stato curatore della collana Galassia nei suoi anni migliori, ha fondato e diretto Robot, la più famosa rivista italiana di fantascienza dopo Urania, ha tradotto oltre trecento romanzi, tra i quali opere di Philip K. Dick, Joe Lansdale, David Ambrose. Ha collaborato per anni con la rivista Delos e con il quotidiano di Piacenza Libertà;, e tutt’ora dirige la nuova serie di Robot, edita da Delos Books. Questa è la sua quarta antologia di racconti, dopo La sindrome lunare e altre storie (Armenia 1978), Retrofuturo (Shake 1999), Ciao futuro (Urania 2001). Vive a Piacenza con la moglie, le sue collezioni di rane d’ogni foggia e colore e di cimeli dei Beatles.

Vittorio Curtoni, Bianco su nero e altre storie, Odissea Fantascienza 49, Delos Books 2011, pagg. 216, Euro 12.