Le macchine ribelli finiscono sul banco degli imputati, in una battaglia legale che rischia di allontanare, se non annullare, il progetto di Terminator 5. La Halcyon Holding Group LLC, fondata da Derek Anderson e Victor Kubicek, ha fatto ricorso al Chapter 11, parte della legge fallimentare statunitense (l’equivalente della nostra amministrazione controllata) per tentare una riorganizzazione degli assetti societari ed evitare lo spettro della bancarotta. Nel contempo i due hanno anche fatto causa a Pacificor, il fondo d’investimento di Santa Barbara da cui hanno preso i soldi per comprare i diritti della saga Terminator, e all’impiegato che materialmente ha gestito il prestito.

Mentre dunque si sprecano le ipotesi su trama e ambientazione del quinto capitolo della saga (Terminator a Londra?), al momento le uniche certezze stanno nelle aule di un tribunale californiano: se la ristrutturazione societaria dovesse andare male, non ci sarebbero i soldi per pagare la Pacificor (secondo quanto riportato dal Los Angeles Times, la Halcyon avrebbe restituito quindici dei trentanove milioni di dollari dovuti) e continuare le attività. I diritti del marchio Terminator potrebbero così finire nelle mani del fondo d’investimento, ritardando di chissà quanto l’arrivo del nuovo film.

Ironia del destino, il nocciolo della questione ruota attorno ad appena cinque milioni di dollari. Nulla, se rapportato ai trecentosettanta milioni generati al botteghino. Il quinto film sarebbe dunque un affare per la Warner Bros, la Sony e la stessa Halcyon, ma tutto è bloccato a causa di un prestito che risale a due anni fa.

Come riporta il Los Angeles Times, la causa contro la Pacificor prende le mosse da un disputa su cinque milioni di dollari garantiti nel dicembre 2007 (dopo i trenta già sborsati nell’aprile dello stesso anno per l’acquisto dei diritti di Terminator). L’ulteriore somma serviva a coprire alcuni costi di produzione, ma Anderson e Kubicek sostengono di non doverla corrispondere, in base ad accordi presi successivamente. Il problema nasce dal fatto che la Pacificor è di tutt'altro avviso. Ha anzi bloccato, come pegno per quella somma, la Dominion Group (altra società della Halcyon), impedendo quindi l’accesso a eventuali ulteriori prestiti da parte di Anderson e Kubicek (in questo caso, avrebbero potuto fornire come garanzia i futuri incassi sui servizi di produzione, oltre 7 milioni di dollari).

Le parti stanno già affilando i coltelli. La Halcyon sostiene che la mossa del pegno sia un deliberato tentativo da parte della Pacificor di mettere le mani sul marchio Terminator. Dalla Pacificor invece fanno sapere di avere tutti i diritti di accaparrarsi la Dominion. A questo punto tutto è in mano ai giudici. Saranno loro a decidere quando e come potremo vedere un nuovo capitolo della serie.