Un uomo ha un incidente e si risveglia quindici anni nel futuro. Questa in una riga la trama del nuovo libro di Sandrone Dazieri, E' stato un attimo, e apparentemente è una classica trama da romanzo di fantascienza.

Non so se accada a chiunque, o solo a chi legge fantascienza o solo a chi è particolarmente alienato, a me ogni tanto capita e da come lo descrive Dazieri si capisce che capita anche a lui: aggirarsi per Milano e avere la sensazione di trovarsi nel futuro. Confrontare inconsciamente il presente non solo con il proprio passato, ma anche con l'idea di futuro che si aveva da ragazzi, ed entrare in questa strana sensazione di stare vivendo non nel proprio presente, ma in una sorta di futuro da fantascienza. Dove ci sono cose spettacolari come la conoscenza infinita disponibile ovunque e a chiunque, cose strane come Porsche che non sono macchine sportive ma enormi cassoni che sembrano carri funebri, e cose familiari come gli zero scudetti vinti dall'Inter in tutto l'intervallo temporale perduto (il libro evidentemente è stato scritto prima di Moggiopoli).

Dazieri è diventato famosi scrivendo gialli, ma è ben noto il suo amore per la fantascienza che del resto non perde occasione di richiamare sempre nei suoi libri. E nella prima parte del libro, quando il suo personaggio - che per una volta non si chiama come lui, anche se ha le stesse iniziali: Santo Denti - dopo una botta in testa nel 1991 si risveglia nel 2006 senza aver memoria degli ultimi quindici anni, riesce benissimo a descriverci il suo impatto col mondo del futuro, come se fossimo in un romanzo di fantascienza.

Naturalmente non è tutto qui. Perché Santo Denti, oltre a scoprire come funzionano internet e i telefonini, deve vedersela con due misteri: come ha fatto il piccolo trafficante di droga e ladruncolo che era nel 1991 a diventare un ricco e apprezzato pubblicitario; e soprattutto chi ha ucciso l'amministratore delegato della sua agenzia, problema da risolvere con urgenza visto che tutti gli indizi sembrano accusare proprio lui. E lui non è neppure sicuro di essere innocente.

Niente centri sociali ed extracomunitari, come eravamo abituati nel libri della serie del Gorilla, anche se ritroviamo qui un paio di personaggi di quella serie, l'avvocato Mirko Bastoni e l'hacker Elefante. L'ambiente sociale descritto questa volta è quello ricco della borghesia milanese, cattolica e spregiudicata, e quello del sottobosco dei piccoli delinquenti, ladri e spacciatori di droga. Ambienti e personaggi non così diversi, sembra dirci Dazieri, e non è un caso che il suo trafficante sia diventato un pubblicitario: ha solo fatto carriera.

Come spesso capita con i libri di Dazieri, conviene iniziare a leggerlo quando si ha abbastanza tempo a disposizione, perché risulta davvero difficile staccarsene finché non è finito. Dazieri è un maestro nel tenere il lettore legato alla pagina e nell'impedirgli con ogni mezzo di riporre il libro una volta terminato un capitolo, ma sarebbe un errore considerare il libro solo una lettura "divertente". Lo sguardo distaccato sul mondo del 2007 è un'occasione per soffermarsi su un sacco di dettagli che diamo per scontati. Anche se, naturalmente, ci si può "soffermare" dopo dopo aver letto l'ultima pagina.