Jackie lavora come operatrice in un centro di sorveglianza con telecamere a circuito chiuso. Il suo lavoro è quello di vigilare su una piccola parte della città di Glasgow, vivendo, al tempo stesso, una vita laconica e grigia tra tristissimi rapporti sessuali e una solitudine disperata. Per caso, un giorno, le appare sul monitor un uomo che lei pensava non avrebbe mai più rivisto e cui inizia a dare la caccia.

Questo l'enigmatico inizio di Red Road, thriller denso di inquietudini di matrice personale che ha per tema il controllo emotivo e la mancanza di speranza. Un film dalla forte suggestione fantascientifica e orwelliana in cui punti di vista differenti, esplorano le vite degli altri in maniera vagamente morbosa e dolorante.

Una pellicola complessa che, quieto colpo di scena dopo colpo di scena, coinvolge lo spettatore obbligandolo a volerne sapere sempre di più.

Quello della protagonista è, infatti, un viaggio verso l'inferno e ritorno, affrontando un nemico 'per caso' da sedurre e, possibilmente, distruggere.

Red Road, girato in maniera sorprendente dalla regista inglese Andrea Arnold, è un thriller molto forte che combina elementi personali ad argomenti di carattere politico, offrendo tutto questo nella prospettiva sensibile ed elegante di una donna capace di cogliere dettagli e nuances seducenti e inquietanti.

Red Road non è un film "facile", ma - soprattutto - non è una pellicola scontata o banale. Lontano dai cliché e dal melò è un film dove sesso e morte, solitudine e freddo, disperazione e un'innegabile voglia di continuare a vivere si mescolano in un impasto interessante e visivamente notevole.

La vita di una donna qualsiasi è rimasta cristallizata nel tempo e la sua voglia di reagire a questo stato di cose passa attraverso una vendetta tanto fredda quanto spietata e irresponsabile.

Un film sulla nostra cattiva coscienza, ma - soprattutto - una pellicola sul controllo e sulla mancanza di controllo sulle nostre emozioni come forma di emancipazione da noi stessi e dal nostro dolore.

Una pellicola che potrebbe essere quasi un documentario e che eppure sconfina più volte in una trama dalla forte vocazione fantascientifica.