La fine di tutto. L'inizio di tutto. Più che un episodio di 'transizione', il nuovo e ultimo capitolo della seconda trilogia di Guerre Stellari segna il termine di una serie e - al tempo stesso, mette i presupposti di un'altra, compiendo l'arco psicologico della trasformazione di Anakin Skywalker in Darth Vader, il fido braccio destro dell'Imperatore, l'oscuro Signore dei Sith, Darth Sidious.

Superiore ai due capitoli precedenti, Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith è così strutturato: venti minuti di battaglie a colpi di spada laser, un'ora e quaranta centrale noiosissima con dialoghi a dir poco 'allucinanti' e l'atterraggio di almeno una trentina di astronavi in momenti differenti del film (il Lucas regista continua a lasciare desiderare...) e gli ultimi venti minuti 'di fuoco' che riscattano l'intera pellicola in zona Cesarini arrivando perfino a commuovere.

La cosa che fa riflettere, però, è che i protagonisti degli ultimi minuti sono principalmente i personaggi straordinari che troveremo - più o meno tutti - nella seconda trilogia. E' un po' come se i due film precedenti e i tre quarti di questo film fossero un lungo prologo al vero cuore della saga di Star Wars: la lotta tra gli Jedi e Darth Vader. Tra il lato oscuro della Forza e la luce.

Visivamente esaltante, sebbene eccessivamente barocco (il digitale, purtroppo, consente di esagerare con mezzi, droidi e ambientazioni...) Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith è un film intenso, ma al tempo stesso irritante nei dialoghi tra i vari personaggi che sembrano non continuare a dirsi nulla per tutto lo svolgimento della narrazione.

I caratteri 'bidimensionali' sono ridondanti e noiosi, perfino quella di Chewbacca è ridotta a poco più di una comparsata anche se - è bene notarlo - il Wookie compirà un gesto molto importante.

Purtroppo la versione italiana del film ha qualche pecca: già i dialoghi sono quelli che sono, il cancelliere Palpatine, però, ogni tanto usa una tonalità da cattivo, simile a quella che in Austin Powers veniva sfoggiata dal Dottor Male. Un malvagio un po' retrò, con aria un poco equivoca...

Insomma, l'ambiguità della situazione è resa da un testo grossolano e non adatto all'idea.

Di chi è la 'colpa'? Di George Lucas, senza dubbio. Gli attori - umani e digitali - fanno quello che possono. Il tecnico Lucas è superiore all'autore. Le situazioni sono affascinanti, le parole sono mediocri; il tema è fortissimo e seducente, il suo sviluppo è in certi momenti imbarazzante.

La colonna sonora, come si è scritto altrove, è straordinaria e dinamica, tutto funziona al meglio, a parte il regista che fa la narrazione a brandelli, diluendola, arrotondandola, sviluppando male gli elementi più importanti e favorendo quelli che lo sono meno, a discapito della pazienza dello spettatore.

Grande storia, grande effettistica, pessimo sviluppo.

Poi ci sono gli ultimi venti minuti in cui accade di tutto.

Anakin fa a pezzi tutti gli Jedi (inclusi i bambini!) in un crescendo di rabbia e crudeltà che arriva fino all'esplosione finale quando, per forza di cose, di lui non c'è più nulla. Fino al momento in cui sullo schermo compare un'altra volta ancora il cattivo più famoso e importante della storia del cinema: Darth Vader il più potente dei Sith. Colui che ha smarrito la strada per lasciarsi sedurre dal lato oscuro della Forza. Perché l'ha fatto? Senza rivelare nulla, possiamo dire che è stato suo malgrado. Per troppo amore ha ucciso i suoi amici, i suoi maestri, i suoi discepoli. Per evitare un grande dolore ne ha causato uno molto peggiore. Per salvare la Galassia, l'ha consegnata alla schiavitù. Per tutelare la democrazia, ha cancellato ogni suo presupposto.

Purtroppo Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith non è un bel film e non è ancora paragonabile agli altri che verranno 'dopo', da quasi trenta anni nel nostro immaginario collettivo. Nonostante le grandi intuizioni, lo sforzo e il dispiego dei mezzi, il suo andamento nevrotico, il suo essere farcito di astronavi e personaggi che diventeranno giocattoli e action figures ha qualcosa di profondamente respingente. Eppure è il film che tutti aspettiamo, per capire quale sia stata la genesi del mostro carismatico che tutti conosciamo.

Star Wars Episodio III: La vendetta dei Sith è un film, nonostante tutto, da non perdere per la sua capacità di rimettere insieme tutti i tasselli della Trilogia, andandosi a legare saldamente con quello che avverrà dopo.

Un esempio su tutti: al droide protocollare C-3PO verrà cancellata la memoria, per evitare uno dei 'bug' notato dai fan all'indomani dell'uscita di La minaccia fantasma.

Peccato che questo trattamento non lo possano subire anche i fan che bambini videro il primo film al cinema e che in seguito l'hanno rivisto almeno dieci-dodici volte come chi scrive. Forse, vedendoli in sequenza in dvd, il crescendo emotivo della narrazione potrebbe portare ad avere un occhio diverso su questa nuova Trilogia il cui unico problema è stata quella di venire realizzata da un regista non all'altezza dello sceneggiatore e dell'autore. Il talento e il genio di George Lucas non si discutono. Il suo stile sì. Così come alcune scelte, forse, obbligate: quella di privilegiare gli obblighi del merchandising a quelli della narrazione; perdere di vista il nucleo centrale del film (il misticismo della Forza) esaltandone l'aspetto visivo ed estetico.

Qualche altro rimpianto? Probabilmente il non riuscire a vedere di nuovo personaggi come Jabba The Hutt e Boba Fett e l'inspiegabile scelta di dotare R2D2 di armi che non possiede nei film successivi.

Il momento migliore? La battaglia di Yoda con l'Imperatore, la trasformazione di Darth Vader e soprattutto le ultime sequenze quando vediamo Luke e Leila consegnati al loro destino.

Che la Forza sia con loro...