Sebbene esca con più di sei mesi di ritardo rispetto le altre nazioni del mondo e con il Dvd di importazione Zona 1 già disponibile per essere acquistato on line, si può dire che l’attesa sia valsa la pena. Billy Wilder, infatti, diceva che non era tanto importante quanto si stesse aspettando in termini di tempo, ma ‘chi’. E Shrek 2 è molto di più di un sequel tout court. Come nelle saghe di Harry Potter e di Il Signore degli anelli questo secondo capitolo segna lo sviluppo della narrazione portando alle massime conseguenze le azioni dei personaggi che abbiamo imparato ad amare nel primo film e che abbiamo ritrovato per poco nel cortometraggio di quindici minuti inserito nell’edizione 3D di Shrek in Dvd.

Shrek 2 è un capolavoro di intelligenza e ironia che parte ‘alla grande’ sin da subito con una raffica di citazioni e parodie di film famosi come Spiderman, Il Signore degli Anelli, La sirenetta, Alien e – addirittura – Da qui all’eternità. Esilarante ed irresistibile la storia prende le mosse alla fine del viaggio di nozze di Shrek e Fiona che tornano alla loro palude dove ad attenderli c’è il messo del padre della principessa. Il Re e la Regina del ‘Regno di tanto, tanto lontano’ vogliono incontrare l’uomo che ha stregato il cuore della figlia. Un po’ Indovina chi viene a cena, un po’ Ti presento i miei Shrek 2 presenta al pubblico un nuovo e straordinario personaggio doppiato in originale da un grande Antonio Banderas: il gatto con gli stivali. Se nel primo film le insidie per i due innamorati provenivano da un paese delle fiabe che ricordava i parchi a tema Disney, nel secondo è Hollywood con le sue illusioni e il suo effimero ad essere presa di mira. Non si tratta, però, solo di una commedia ‘di contrasti’. In Shrek 2 troviamo la Fata smemorina (una sorta di ‘santona’ stile falsa New Age) che ordisce un complotto ai danni di Shrek e Ciuchino per favorire un matrimonio tra Fiona e il Principe Azzurro. Pur non volendo ricorrere agli spoilers si può dire che il trionfo dell’ironia di Shrek 2 è nella sequenza della torre in cui citando apertamente Mission Impossible, Pinocchio, i tre porcellini, il lupo cattivo e l’omino di pan di zenzero salvano i nostri eroi contro cui si sono scatenate le ire del Re che deve proteggere un segreto imbarazzante.

Piacevole, divertente, intelligente, Shrek 2 è un film in cui la DreamWorks ‘non si tiene’, generando idee in grado di portare il piano della narrazione ancora avanti e non solo per un mero sfruttamento economico, ma per dare vita a tutte le possibilità di una storia che ha tutte le carte in regola per diventare una saga irresistibile e postmoderna nel suo gusto della contaminazione.

In questo senso Shrek 2 è fedelissimo al primo: il gioco, il divertimento, la satira, la presa in giro servono soltanto a riflettere sul nostro mondo: sulle sua fissazioni, i suoi eccessi, le sue tante miserie, le sue poche virtù. Esattamente come fanno le favole da migliaia di anni, Shrek è la cartina di tornasole per situazioni iperboliche in cui gli esseri umani si confrontano con loro stessi. Al di là delle risate, infatti, ancora una volta Shrek 2 è una fiaba sulla tolleranza, sui matrimoni misti, sul rifiuto dell’apparenza e – soprattutto – sull’assurdità di sacrificare le apparenze in nome della sostanza. Un messaggio contro l’ipocrisia e contro i luoghi comuni condito da risate e tantissimo humour. Si può chiedere di più ad un film di Natale? Probabilmente no. Ecco quindi che – nonostante tutto – alla loro fine possiamo dire che i sei mesi di tempo trascorso ci consentiranno di collegare un capolavoro ad un momento dell’anno particolare come le feste natalizie.