A prima vista potrebbe sembrare come una possibile versione italiana de Il silenzio degli innocenti, in realtà Almost Blue è una pellicola diversa perfino negli intenti più intimisti in cui Rolando Ravello dà il meglio di sé in un'interpretazione grintosa e dolorosa. Ragazzo autistico diventato un serial killer per sfuggire ai propri lancinanti incubi, viene inseguito da una poliziotta decisa a tutto pur di prenderlo. Purtroppo le burocrazie del 'poliziesco all'italiana' rallentano la visione di un film in cui Alex Infascelli porta finalmente il nostro cinema su un territorio scivoloso e al tempo stesso emozionante fatto dalla grande sfida di avere a che fare con un genere decisamente non autoctono e irto di possibili difficili se non irraggiungibili paragoni. Lontano dagli X files le atmosfere decisamente italiane di confine tra l'ambiente contadino e una realtà al limite del suburbano fanno di Almost Blue un progetto estremamente interessante in cui le pulsioni attoriali di Ravello sono il nodo centrale di una narrazione agghiacciante e convincente. Purtroppo - il resto - anche dal punto di vista narrativo sembra seguire le inevitabili (ma lo sono davvero?) stanchezze di un giallo all'italiana con alcune incertezze narrative, legate principalmente alla trama. Dal punto di vista strettamente cinematografico, invece, il film segue una struttura innovativa per la nostra cinematografia con virtuosismi tutt'altro che disprezzabili come il lungo piano sequenza che dà l'emozione di un inseguimento e che vede la protagonista lanciata in una corsa folle di cui l'obiettivo registra tutta la disperazione e angoscia. Bravo Infascelli! Questo è solo un primo passo verso qualcosa di grande.