Marler annuì, tornando serio. – Non abbiamo alternative – rispose. – Anche loro sono coinvolti nella lotta al terrorismo, e soprattutto pagano. Come sa, i soldi in campo militare non bastano mai, così dobbiamo fare buon viso a cattiva sorte.

– Immagino che non sia piacevole per Todd e gli altri lavorare con quella ferraglia.

– Non lo è, ma bisogna avere pazienza. La NASA si è presa l’impegno di sostenere le iniziative dei Cinesi, purché non violino i trattati internazionali.

– E il loro satellite, per quanto primitivo, è in regola, giusto?

Marler fece un cenno d’assenso. – Abbiamo controllato e abbiamo visto che non è equipaggiato con armi di distruzioni di massa né è tarato per monitorare un’area maggiore di quella consentita.

Il distributore smise di ronzare. Robert sollevò il coperchio e prelevò la propria bevanda.

– Posso capire queste preoccupazioni – disse. – Dopo quello che hanno subìto, non ci sarebbe da meravigliarsi se i Cinesi avessero il dente avvelenato.

Con la chiavetta ancora inserita, Marler selezionò un altro espresso.

– Già – convenne.

Un paio di mesi prima, un gruppo di matrice islamica aveva compiuto un attentato terroristico all’Università di Pechino, che aveva comportato una strage dei migliori cervelli di tutta la Cina. Erano morti migliaia di studenti brillanti che sembravano destinati a un grande avvenire, e assieme era morta una parte del futuro del loro Paese.

– Eppure Li-Ang sembra in gamba – constatò il giovane. – È incredibile che abbia messo la propria firma sul progetto di un satellite così grande, che per giunta utilizza una corona cilindrica rotante come supporto del sistema di monitoraggio.

Marler scrollò le spalle. – Li-Ang è senza dubbio competente, ma deve fare i conti con la tecnologia della Cina, che ha investito relativamente poco nel campo della miniaturizzazione – spiegò. – Il supporto rotante, invece, è stato concepito così per permettere al sistema di puntamento ottico che vi è montato sopra di intercettare uno stesso punto secondo angoli diversi, allo scopo di ottenere una maggiore accuratezza delle immagini rilevate. Approccio discutibile, ma del tutto lecito.

Robert fece una smorfia poco convinta. – Mi sembra una leziosità inutile – confessò. – Il satellite orbiterà a una quota tale per cui l’angolo sotteso dai puntatori ottici sarà una frazione di centesimo di grado. Perché l’utilizzo di una simile tecnica possa avere qualche fondamento, occorrerebbe che i Cinesi avessero un’idea piuttosto precisa dell’area in cui si nascondono i terroristi.

La macchina del caffè aveva finito il proprio compito. Prendendo il bicchiere contenente l’espresso, il professore chiese: – E lei esclude che ce l’abbiano?

Il ragazzo assunse un’aria perplessa, poi sorseggiò del caffè.

– Mi stupirebbe, se così fosse – replicò. – È improbabile che gente che produce satelliti che sono indietro di un paio di generazioni rispetto ai nostri abbia idee più chiare di noi su dove sia rintanato il nemico.

– L’ha detto lei che Li-Ang è in gamba.

– Questo è vero…

– Permetta che un vecchio rottame come me le dia un consiglio. Non sottovaluti quella gente – Marler bevve un po’, poi proseguì: – La Cina è da anni il Paese con il Prodotto Interno Lordo più alto del mondo e la sua curva dello sviluppo sta crescendo con una pendenza impressionante. Di fatto, sta sopravanzando l’America e tutto l’Occidente.

Robert non abbandonò la propria espressione dubbiosa. – Non mi sembrano presupposti sufficienti a vincere la guerra – confutò.