C'erano anche grandissimi nomi della cultura, se non sbaglio.

Certo, a partire dagli ordinari di Storia della Fantascienza delle Università di Roma e Torino, Salvatore Proietti e Riccardo Valla, il rettore della Sapienza di Roma noto anche per una fortunatissima serie di romanzi di successo, Lanfranco Fabriani, e uno dei più quotati artisti mondiali, che iniziò a lavorare con noi proprio dopo il successo della sua personale al MoMa di New York, Maurizio Manzieri.Per esempio, avevamo anche interviste di grande rilievo. Uno dei nostri articoli più letti in assoluto per esempio è stata l'intervista che una nostra collaboratrice, Monica Bellucci, fece al grande giornalista Marco Spagnoli sul numero 32.E naturalmente Elisabetta Vernier, la scrittrice che ha lanciato sul nostro sito la moda dei Fantaiku. È colpa sua se quando prende il metro trova tutti i passeggeri con una matita in mano che contano mentalmente le sillabe. La sua raccolta Fantaiku pubblicata qualche anno fa è stato l'unico libro che è riuscito a vendere più di Harry Potter e il robot vanitoso della famosa scrittrice di fantascienza inglese JK Rowling.

Ci sono stati momenti particolarmente importanti per la storia di Delos?

Caspita! E non solo per la storia di Delos, direi. Nel 1995 in occasione del numero speciale (l'ottavo) che dedicammo a Isaac Asimov ricevemmo un messaggio di congratulazioni dallo stesso good doctor; lo ricordo ancora con commozione. Asimov, che aveva rischiato di morire di Aids alcuni anni prima, sosteneva che proprio il fatto che la fantascienza fosse un genere tanto popolare aveva fatto sì che la scienza medica potesse affrontare questa malattia con la mente aperta necessaria, e trovare una cura in tempi abbastanza rapidi da salvargli la vita.

Dopo la morte di Philip K. Dick, ucciso da un fan impazzito mentre usciva dalla sua casa in Central Park a New York, la perdita di Asimov sarebbe stata un colpo troppo duro per il mondo.

Un altro momento storico fu nel marzo del 2004, quando ci fu lo sbarco su Marte, il nostro esperto di divulgazione scientifica, Alessandro Vietti, fece la telecronaca televisiva dello sbarco. Milioni di italiani pendevano dalle sue labbra. Noi eravamo online con uno speciale sulla fantascienza che si era occupata di Marte (ricordo ancora la copertina, con una delle prime foto dei marziani, che avevano accolto gli astronauti americani con poco entusiasmo), in collaborazione con Panorama, la rivista che pubblica foto di paesaggi alieni.

Abbiamo anche avuto grandi battaglie e grandi vittorie. Tutti ricordano il grande movimento di opinione che scaturì dopo l'articolo che pubblicammo sul numero 25, I vantaggi della clonazione umana, di Quaglia. Qualcuno ci accusò di avere un interesse nella faccenda, e in effetti pochi mesi prima il nostro gruppo editoriale, che stava diversificando gli investimenti per gestire gli enormi entroiti pubblicitari, aveva acquistato la corporation americana leader nella produzione di cloni da lavoro, la Doubleday. L'articolo di Quaglia diede in effetti un enorme impulso a questo mercato, ma fu anche lo spunto che permise alcuni anni dopo di riconoscere i diritti civili dei cloni.

Come mai nel 2005 ha deciso di lasciare la direzione?

Per quanto mi riguarda, io ho diretto la rivista finché ho potuto; ma è chiaro che negli ultimi anni, essendo tra l'altro sceso in campo nella politica con il mio partito Fanta Italia, non potevo più - nonostante l'aiuto dei miei dodici cloni - dedicarmi a sufficienza alla testata, che ormai era da anni il mensile di riferimento nel nostro paese. Fu allora che pensammo di strappare l'uomo migliore della concorrenza, il direttore dell'edizione italiana del Twilight Zone Courier (Il Corriere della Sera), Carmine Treanni. Carmine in quel momento aveva anche delle offerte da parte del TG5 e della CNN, ma non ci pensò due volte a scegliere Delos, ovviamente, e ora la rivista va davvero alla grande.

E gli altri del gruppo iniziale dove sono ora?

Be', Luigi Pachì è presidente di una grande agenzia che organizza convention di fantascienza. Franco Forte, lo sapete, è uno dei più apprezzati sceneggiatori e produttori di telefilm. Solo l'ultimo del gruppo originale non è molto noto, Franco Clun, ma lui si interessava soprattutto di fantasy, un sottogenere che visse per qualche anno una bolla speculativa che esplose ben presto; oggi pochi se lo ricordano.

Illustrazione creata da Kruaxi
Illustrazione creata da Kruaxi
L'ultima domanda sulle sue letture. C'è un qualche racconto che ricorda con particolare curiosità?

Sì, uno, si intitolava Mondo alla rovescia, di un autore che si chiamava, pensi, Cosmico Spaziale. Era una sorta di ucronia nel quale veniva descritto un mondo dove la fantascienza non era affatto popolare, ma anzi era un genere seguito solo da una ristretta cerchia di estimatori. Un universo parallelo, dove Jules Verne e H.G. Wells erano rimasti poveri scrittori popolari e Goethe e Manzoni erano stati invece riconosciuti dalla critica e avevano forgiato la loro epoca e in sostanza era stato il romanticismo, invece della narrativa scientifica, a forgiare il mondo moderno.Era poco credibile, se vuole, ma davvero spaventoso. Mi è rimasto impresso, magari prima o poi dovrebbe essere pubblicato su Delos.